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Un cenacolo dell’Ucid al servizio dell’Italia. Scrive Pedrizzi

Senso, missione e obiettivi dell’evento in programma il prossimo 28 marzo a Roma, alla presenza di sei ministri. Il racconto del senatore Riccardo Pedrizzi

Mai come in questa fase politica di turbolenza e contrapposizione, con vari focolai di crisi che agitano la società italiana, c’è bisogno di una camera di compensazione che metta insieme le forze sociali, produttive e politiche e crei una connessione diretta tra loro, che vada oltre i vincoli di appartenenza, che intercetti i cosiddetti corpi intermedi. Se poi si riesce a creare un luogo di scambio e di dialogo che innervi nella discussione franca e aperta anche l’ispirazione cristiana di una società che produce nel rispetto dell’etica, ecco che il confronto può diventare costruzione, progetto, obiettivo di tutti.

Nasce così, anche quest’anno, l’evento dell’Ucid che mette insieme big della politica, dell’economia e del sindacato, ma anche manager ed esponenti del Vaticano. Un “cenacolo” dove le portate sono multiple e differenti: idee, proposte, consigli sul tavolo della serata, tra cibo e valori, tra chiacchiere e sguardi sul futuro. La cena sociale dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, Gruppo Lazio, che mi onoro di presiedere, il prossimo 28 marzo sarà un’occasione per tutti, dai sei ministri ai vertici istituzionali, fino alla classe dirigente di questo Paese, tutti chiamati a discutere di energia e di sovranità, che in una parola può sintetizzarsi in “autonomia”.

Un Paese autonomo è anche un Paese libero, in tempi di ricatti bellici, economici e sociali: su quella parola, secondo noi dell’Ucid, la politica deve lavorare in questa fase di squilibrio dei rapporti geopolitici internazionali nella quale l’Italia rischia di restare schiacciata, se non si dota di autonomia decisionale, energetica, perfino demografica. Serve benzina nel motore, adesso, e la “comunità” di “willing”, i volenterosi, che si siederà al tavolo dell’Ucid, può aiutare a trovare le risorse materiali e intellettuali che servono per il rilancio.

L’evento romano del 28 è stato definito da qualcuno la “Cernobbio” del sud, ma forse in qualcosa è diverso: se quell’evento è un’occasione di confronto delle proprie posizioni, quello dell’Ucid è un momento – come sempre – di sintesi, di posizioni che vengono portate al centro di una mediazione con un filo di ispirazione cattolica sottile ma solidissima: la Dottrina sociale della Chiesa, cultura laica più che attuale, sopravvissuta a tutte le ideologie politiche del Novecento sepolte dai fallimenti della modernità.

La mia famiglia, la famiglia Pedrizzi, martedì sera, come ogni anno, si allargherà al mondo delle idee, dello scambio di esperienze, delle relazioni di sostanza e non di forma, come da 10 anni a questa parte. E come ogni anno, il tema viene scelto secondo la metodologia della Dottrina sociale cattolica: “Osservare, giudicare ed agire” (Pio XI). Lo scorso anno, dopo la pandemia, il tema della serata fu: “Istituzioni, imprese, banche ed assicurazioni, una santa alleanza per la ripresa”. Quest’anno si parla di energia e sovranità in un mondo che stava provando a riprendersi, prima della guerra, e che ora deve affrontare nuove sfide impreviste. E noi dobbiamo farlo insieme, da italiani che tifano per la stessa squadra.



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