L’agenzia ha partecipato al panel “Spies Supercharged” all’interno di una conferenza in Texas dedicata a innovazione, cinema, musica, istruzione e cultura. Su quel palco nove anni fa prendeva la parola Assange. Un cambiamento che fotografa le sfide per l’intelligence americana
“Penso che la rivoluzione tecnologica non sia solo la più importante arena di competizione con la Repubblica popolare cinese” ma “è anche il principale fattore determinante del nostro futuro come servizio di intelligence”. Così parlava una settimana fa William Burns, capo della Cia, in audizione al Congresso per la presentazione della relazione annuale sulle minacce alla sicurezza degli Stati Uniti stilata dalle agenzie americane. Parole non troppo diverse da quelle pronunciate un anno fa nella stessa occasione.
E questi temi sono stati al centro anche del panel “Spies Supercharged” a cui hanno preso parte i vertici della Cia in occasione della conferenza South by Southwest, un evento tra tecnologia, cinema, musica, istruzione e cultura a Austin, in Texas. Presenti: David S. Cohen, vicedirettore; Jennifer Ewbank, vicedirettore per l’innovazione; Sheetal Patel, che guida il Transnational and Technology Mission Center dell’agenzia; Nand Mulchandani, nominato quasi un anno fa primo chief technology officer della Cia, incaricato di assicurarsi che l’agenzia “sfrutti le innovazioni più avanzate e esplori le frontiere future” per promuovere la sua missione. In platea presentati esperti di tecnologia wireless, informatica quantistica, biotecnologia, tecnologia delle batterie e dei semiconduttori.
L’evento era rivolto a loro. La Cia, infatti, sta cercando di rafforzare le proprie collaborazioni con il settore privato per affrontare minacce come la manipolazione dei social media e la sorveglianza di massa. “La nostra forza sta nella nostra gente”, ha detto Patel. “Quindi, se qualcuno di voi vuole aderire, stiamo reclutando”, ha aggiunto. E pensare che soltanto 9 anni fa proprio alla South by Southwest andava in scena uno dei molti attacchi agli Stati Uniti e all’intelligence americana di Julian Assange, fondatore di Wikileaks e allora intervenuto in collegamento Skype dall’ambasciata equadoregna di Londra dov’era rifugiato (ora è in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti dopo l’autorizzazione formale della giustizia britannica).
Un anno fa, a dare il benvenuto pubblicamente a Mulchandani era stata Ewbank. ”La creazione di questo nuovo ruolo è una dimostrazione del nostro impegno verso tecnologia e l’innovazione come chiavi al nostro successo continuo”, aveva scritto su LinkedIn la funzionaria, che da tempo sottolinea l’importanza delle attività con i privati per non perdere terreno nella corsa senza sosta all’innovazione.