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Nuovo Patto e mina Credit Suisse. Meloni alla prova del Consiglio europeo​

Il premier interviene al Senato in vista della sua terza riunione dei capi di governo. Basta con le pulsioni rigoriste, ora è tempo di regole sui conti pubblici a prova di crescita. Ma a Bruxelles si parlerà anche di banche

L’austerità, quella targata Germania e Finlandia, è solo un lontano ricordo. Ora, o meglio da qualche anno, è cominciata l’era della flessibilità. Giorgia Meloni questa mattina ha tenuto le sue seconde comunicazioni in Parlamento in vista di un Consiglio europeo, il prossimo giovedì e venerdì. Un taccuino ricco, dai migranti al sostegno in Ucraina, ma anche la riforma del Patto di stabilità cui i governi dell’Unione stanno lavorando, non senza divisioni.

Obiettivo, spazzare definitivamente dieci anni di rigore sui conti. Attenzione, però, nella due giorni a Bruxelles entrerà quasi certamente la recente crisi bancaria del Credit Suisse, che ha ricordato all’Europa intera l’esistenza di problemi mai veramente risolti (qui l’intervista all’economista Ignazio Angeloni).

Partendo dalla questione dei conti pubblici, “sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, c’è ancora del lavoro da fare ma è fondamentale avere entro il 2023 nuove regole, con principi credibili, realistici e coerenti. Stabilità e crescita meritano finalmente di avere un equilibrio effettivo mentre il Patto era molto più attento al tema stabilità”, ha messo in chiaro Meloni, nel corso del suo intervento al Senato (domani è prevista la replica alla Camera).

Ribadendo che “oggi abbiamo bisogno di maggiore attenzione alla crescita, questa è la priorità. Le vecchie regole sarebbero oggi assolutamente irrealistiche e quelle nuove devono sostenere gli investimenti pubblici necessari: il tempo dell’austerità è finito”. Tutto questo per dire che “il percorso di riequilibrio dei conti pubblici non dovrà penalizzare lo sviluppo economico non solo per non colpire famiglie e imprese ma anche perché la crescita è l’unica garanzia di sostenibilità del debito pubblico”.

Tutto questo mentre il dossier Credit Suisse, la seconda banca svizzera riacciuffata per i capelli grazie all’intervento del governo di Berna, in raccordo con Ubs, approderà sul tavolo del medesimo Consiglio europeo. Una crisi che ha spaventato i mercati (ieri il Credit Suisse è arrivato a perdere il 60% del valore in Borsa) della quale si parlerà all’Eurosummit, anche se non è ancora stato deciso se il punto sarà inserito nelle conclusioni. A dimostrazione della volontà dell’Ue di capire se e come intervenire, di concerto con la vigilanza, ci sarà un pranzo di lavoro tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, la presidente della Bce, Christine Lagarde, e il presidente della Bei, Werner Hoyer, proprio per la preparazione dell’agenda del Consiglio.

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