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C’è la Wagner dietro le migrazioni. La denuncia di Crosetto, l’analisi di Fasanotti

Crosetto: la Wagner è anche dietro ai fenomeni migratori. La denuncia del ministro della Difesa contro le attività destabilizzanti russe nel continente africano e l’analisi di Saini Fasanotti. Ecco come Mosca si muove a detrimento dell’Italia

“Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”, ha detto oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota stampa.

“Ue, Nato e Occidente, cosi come si sono accorti che gli attacchi cyber facevano parte dello scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto, oggi sarebbe opportuno capissero che anche il fronte sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso. Dovrebbero inoltre prendere atto che l’immigrazione incontrollata e continua, sommata alla crisi economica e sociale, diventa un modo per colpire i paesi più esposti, in primis l’Italia, e le loro scelte geostrategiche, chiare e nette”, ha aggiunto Crosetto.

Wagner contro Occidente

La divisione Wagner, nota come Wagner Group, è una società militare privata russa. Guidata da uno dei più intimi gerarchi di Vladimir Putin, Yvgeni Prigozhin, la Wagner viene associata ad attività di guerra ibrida, azioni nelle zone d’ombra, lavoro sporco del Cremlino. Attiva già in Siria e durante la presa della Crimea, la società si è successivamente espansa in Africa. Tra i punti di attecchimento, attraverso varie forme di accordo con chi controlla aree di territorio locale (come nell’est libico) o con le giunte golpiste (come in Mali e probabilmente in Burkina Faso o Repubblica Centroafricana), la Wagner è presente in forma molto estesa all’interno del Continente africano. Un’attività che attualmente si abbina con quella in Ucraina: i contractor sono infatti parte dell’offensiva in tutti i fronti caldi dell’invasione.

Per il ministro italiano, “l’Alleanza Atlantica si consolida se si condividono anche i problemi che nascono dalle scelte collettive, ma rischia di incrinarsi se i paesi più esposti a ritorsioni di vario tipo (come aprire i “rubinetti” dell’immigrazione da parte di alcuni Stati) vengono lasciati soli”.

L’immigrazione connessa alle attività di destabilizzazione?

Secondo Federica Saini Fasanotti – storica della Brookings Institution che ha curato sul numero della rivista Formiche dedicato proprio alla Wagner un saggio sulla presenza dei mercenari di Prigozhin sul suolo africano – serve che l’Europa definisca un processo per la formulazione delle politiche per il contenimento delle migrazioni irregolari, e chiaramente le attività di interferenza di Paese rivali non vanno sottovalutate in questo quadro.

“Certamente, le ragioni della migrazione devono essere affrontate nello stesso continente africano, anche attraverso attività di stabilizzazione securitaria e non è un caso se gli Stati Uniti abbiano approfondito in vari modi questo discorso sulla Libia e sul Sudan“, spiega Fasanotti.

“Le persone se ne vanno a frotte a causa della mancanza di opportunità economiche e della povertà opprimente; della corruzione governativa vasta e apparentemente insolubile; per gli effetti sempre crescenti del cambiamento climatico; dei conflitti locali e transnazionali alimentati da uomini forti. Ma anche per le attività di mercenari e milizie collegate che agiscono come attori destabilizzanti”.

La guerra asimmetrica colpisce l’Italia

Per questo, spiega Fasanotti la formulazione delle politiche dovrebbe proporre come gestire, mitigare o prevenire. Una soluzione di sicurezza per la migrazione sembra complicata, spiega l’esperta, ma deve essere presa in considerazione: si tratta di una questione di sicurezza marittima e di frontiera, nonché della stabilità sociale nei vari Paesi coinvolti e non è un caso se attori rivali si muovano di conseguenza, ben consapevoli degli effetti.

La Russia, ricorda Saini Fasanotti, si muove “in maniera asimmetrica, utilizzando attori teoricamente privati, ma in realtà legati allo Stato, come la società di sicurezza Wagner Group e la famigerata Troll Farm di San Pietroburgo, la Internet Research Agency. Entrambi rappresentano una grave minaccia per la democrazia e lo stato di diritto in Africa e non solo”.

Nei fatti, secondo Crosetto, queste attività di guerra asimmetrica stanno colpendo l’Italia toccando uno dei dossier più delicati, l’immigrazione – che altera l’opinione pubblica, crea problematiche di gestione e sicurezza, impegna le forze politiche e le istituzioni. Questo genere di attività non è mai stata finora denunciata pubblicamente come fatto da Croseto, ma non stupirebbe che la Wagner vi fosse coinvolta, perché colpisce il quadro completo del sistema italiano: per questo i suoi effetti potrebbero essere cercati da Prigozhin.

La reazione del russo

“Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzione e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere”, ha commentato Prigozhin in un audio postato sul canale “Kepka Prigozhina” (“il berretto di Prigozhin”). Il gerarca putiniano è in una fase in cui cerca molta pubblicità e non si sottrae a dichiarazioni forti. “Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”, ha aggiunto.

Prigozhin, insultando Crosetto, ha poi aggiunto: ”Prima si parlava di compagnia privata Wagner, poi a un tratto è diventato gruppo Wagner, ora invece viene fuori che è una divisione Wagner, e l’Italia è la prima ad usare questa parola in tanti anni”.



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