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Le Due Sessioni che rafforzeranno il potere di Xi

La doppia riunione parlamentare annuale questa volta ha un valore significativo perché confermerà il terzo, storico mandato presidenziale di Xi Jinping, e nominerà le cariche chiave che governeranno la Cina per i prossimi anni

Il leader cinese Xi Jinping è pronto a rafforzare il suo controllo sul governo e sull’economia cinese. L’Assemblea Nazionale del Popolo (NPC) darà l’imprimatur al terzo mandato come presidente e alle nomine della sua squadra di vertice. Tutto già deciso nel conclave del Partito comunista cinese di ottobre scorso, ma in questi giorni sarà bollato formalmente dai lavori parlamentari annuali iniziati questa mattina.

Gli aspetti più interessanti riguardano alcune riforme che seguiranno e la nomina di un nuovo premier, dopo che l’attuale, Li Keqiang, estromesso dal rimpasto in corso, ha consegnato ai parlamentari riuniti il suo discorso di addio. Le “Due Sessioni”, come vengono chiamate le riunioni avviate oggi, domenica 5 marzo, sono un evento annuale che quest’anno assume dunque un valore più significativo, perché sono in lavorazione delle rimodellazioni al Partito e all’azione politica – tanto interna quanto esterna.

Cosa sono le Due Sessioni

Secondo i media statali, i delegati rafforzeranno infatti il controllo sugli organismi che sovrintendono il settore finanziario e il lavoro scientifico e tecnologico, e “il lavoro di costruzione del Partito” nelle imprese private. Aspetti determinanti della Repubblica popolare, con effetti diretti sulle sue relazioni internazionali. Le mosse probabilmente renderanno ancora più sfumati i confini tra il Partito Comunista Cinese e il governo e consolideranno il controllo del partito sul settore privato.

Tutto ciò avviene nel contesto di una repressione della corruzione che negli ultimi anni ha visto scomparire una serie di uomini d’affari di alto profilo. L’ultimo a scomparire è stato Bao Fan, uno dei maggiori dealmaker cinesi nel settore tecnologico vicino ad aziende come Alibaba e Tencent.

Le Due Sessioni sono le riunioni annuali dell’organo legislativo e del massimo organo politico-consultivo della Cina, che attirano migliaia di rappresentanti da tutto il Paese. L’Assemblea nazionale del popolo (acronimo internazionale Npc) è l’equivalente del parlamento del Paese e, in teoria, l’organo statale più potente. In realtà, agisce come organo di controllo per il Partito Comunista Cinese al potere, approvando leggi chiave su decisioni già prese. La Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPcc), che non ha un vero potere legislativo, attinge i suoi membri da vari settori della società. I loro dibattiti sono degni di nota per le questioni sociali ed economiche emergenti.

Il terzo, storico mandato

La riunione di questa settimana formalizzerà anche la leadership di Xi nel Paese, in quanto sarà eletto presidente della Cina e capo delle forze armate. Un passaggio a cui ormai siamo abituati da tempo, ma che è tutt’altro che banale. La rielezione da parte del Politburo è stata una rottura della tradizione pluridecennale, poiché nessun altro leader del partito, oltre al primo leader della Cina comunista, Mao Zedong, è mai rimasto in carica per così tanto tempo.

Nella riunione del 2018 dell’Npc, i legislatori avevano approvato la rimozione dei limiti di durata della presidenza, preparando già il terreno per rendere Xi potenzialmente leader a vita. La nomina – e le nuove orientazioni strategiche – arriva mentre la leadership cinese affronta le pressioni interne per risollevare un’economia martoriata dalla strategia “zero-Covid”, con cui Xi ha tenuto sigillato il Paese per oltre due anni, salvo poi avviare una repentina rimozione di tutte le regole precedentemente adottate.

Nel frattempo, la tensione tra Cina e Stati Uniti è cresciuta. Lo scontro pubblico ha toccato nuovi livelli con la vicenda del pallone-spia che ha fatto saltare un’importante visita a Pechino del segretario di Stato americano e con le accuse di una potenziale (imminente) assistenza russa all’invasione russa dell’Ucraina. Nonché da Washington sono state diffuse nuove ricostruzioni sull’origine del Covid, che per alcune intelligence statunitensi sarebbe sfuggito da un laboratorio di alta specializzazione a Wuhan, per poi diffondersi senza controllo e originare la pandemia. Nel frattempo, per la Repubblica popolare è diventato più complicato anche accedere al dialogo con gli europei, e un fronte alternativo – composto da Corea del Sud, Giappone, India, Filippine – si sta costituendo nell’Indo Pacifico, dove peraltro crescono tensioni nel Mar Cinese e attorno al cruciale destino di Taiwan.

Una nuova squadra e nuovi obiettivi

È in mezzo a questo complicato contesto che il Partito ha annunciato per la Cina un obiettivo di crescita economica del 5% per quest’anno (obiettivo prudenziale perché lo scorso si è mancato il target del 5,5%). Particolare rilievo lo acquisisce il settore dei semiconduttori, che riceverà un aumento del 50% dei sussidi, pensato per far fronte alle misure di export control statunitense. La spesa per la difesa aumenterà di oltre il 7,%, dimostrando che la potenza cinese vuole anche continuare ad armarsi (trend di crescita degli ultimi anni: +6,6% nel 2020, +6,8% nel 2021 e +7,1% nel 2022).

Da qui dovrà iniziare il lavoro del nuovo premier, che tradizionalmente ha un ruolo di supervisione sull’economia e sugli aspetti amministrativi della governance. Li Qiang, uno dei più fidati alleati di Xi nel partito, dovrebbe assumere questo ruolo. In qualità di segretario del partito di Shanghai, ha supervisionato una prolungata e dolorosa serrata durante la zero-Covid che ha creato scontento e avuto molto riflesso a livello internazionale.

Verranno inoltre annunciate le nomine politiche per il resto del Comitato permanente del Politburo, l’equivalente del gabinetto di Xi. Queste nomine interesseranno anche posizioni chiave, come il ministro del Commercio, il capo della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, il capo della propaganda e il capo della sicurezza dello Stato.
Con ogni probabilità la squadra – già scelta – dimostrerà che in Cina in questo momento conta più la fedeltà a Xi e al Partito che le competenze.

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