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Export e cooperazione. Mariani presenta la ricetta di Mbda Italia

L’amministratore delegato di Mbda Italia, Lorenzo Mariani, ha presentato i risultati dell’azienda per l’anno passato, che ha visto la componente nostrana del consorzio contribuire in maniera sostanziale agli ottimi risultati del gruppo. A trainare i numeri è soprattutto l’export e una nuova consapevolezza delle necessità della Difesa, anche nel mercato domestico europeo

Un anno eccezionale per Mbda. Lo ha definito così il 2022 l’amministratore delegato di Mbda Italia e group director Sales and business development per il gruppo europeo, Lorenzo Mariani, illustrando i risultati della componente italiana del consorzio, riprendendo le parole del ceo Éric Béranger. A confermarlo sono i numeri portati da Mariani: “Outlook positivo per i prossimi due anni, confermati i ricavi a 4,2 miliardi di euro e un nuovo record con circa nove miliardi di euro di ordini acquisiti, che hanno portato il portafoglio ordini a 22,3 miliardi di euro”. Cifre e risultati che non risentono direttamente della guerra in Ucraina, quanto da un “cambiamento radicale nella percezione della società e del mondo del ruolo di una realtà come Mbda quale strumenti strategico per la sicurezza”.

Cambia l’approccio alla Difesa

Come confermato dal manager, infatti, “sui nove miliardi di monte ordini, abbiamo solo un ordine da meno di 300 milioni direttamente legato all’Ucraina, proveniente da un Paese confinante”. Il resto deriva dalla presa di coscienza di diversi Paesi che le previsioni di spesa ipotizzate per il prossimo decennio erano troppo diluite, e che il nuovo scenario internazionale necessitava di anticipare ai prossimi due o tre anni spese previste per il 2030. “Un effetto indiretto della crisi, ma soprattutto un nuovo atteggiamento nei confronti del settore della Difesa”.

Export

Importante per i risultati dell’anno passato è stato l’export, che ha visto totalizzare circa sei dei nove miliardi di ordini acquisiti, rispetto alla tradizionale ripartizione 50 e 50 tra mercato estero e domestico. Importanti i contratti per i Rafale degli Emirati Arabi Uniti, che di fatto affiancano il Qatar quale primo cliente in backlog, e con la Grecia, dove Mbda è presente soprattutto “col volto francese” grazie ai Rafale e le fregate Fdi equipaggiate con gli Aster. Il gruppo è presente anche in Arabia Saudita dove operano i Tornado e dove è in atto il contratto per l’aggiornamento di mezza vita degli Storm Shadow. L’Italia ha dato il suo contributo importante al gruppo, soprattutto con i Marte ER per gli NH-90 del Kuwait e gli Aster navali e gli Albatros NG, frutto di un “ottimo legame con Fincantieri per proporre pacchetti completamente italiani”, ha detto Mariani, che ha spiegato i vantaggi di un “approccio francese che presenti pacchetti nazionali con il sostegno del sistema-Paese”.

I risultati italiani

Dal mercato domestico arrivano circa tre miliardi di pacchetto ordini, con l’Italia molto in salita, la Francia che supera il miliardo e il Regno Unito leggermente in flessione, ma non lontano dal miliardo. Per l’Italia un “anno da ricordare” con numeri sopra il miliardo e in progressione “più che aritmetica” rispetto agli anni precedenti. “L’Italia ha contribuito in maniera determinante sui risultati del gruppo, in particolare per quanto arriva dalle cooperazioni”. I ricavi sono legati, anche per il nostro Paese, dall’export, a partire dalle consegne dei Marte per le difese navali e costiere del Qatar. “L’Ebit è salito molto grazie alle consegne estere e domestiche, e si avvicina al valore più alto del gruppo”. L’obiettivo dei prossimi anni è allineare la redditività italiana a quella del gruppo, con un Ros a due cifre.

Caccia di sesta generazione

Importante per il mercato domestico italiano anche l’avvio del programma sul caccia di sesta generazione Gcap, con i primi contratti che vedono Mbda Italia quale second tier. Qui le sfide saranno la definizione dei vari sistemi, dagli effettori all’intero weapon system, alle sfide di sviluppo tecnologico che dovranno essere affrontate dalla società e dall’intero consorzio industriale. Per quanto riguarda la partecipazione del gruppo a entrambi i progetti di sesta generazione, quello italo-ango-giapponese Gcap, e quello ibero-franco-tedesco Scaf, Mariani assicura che “esiste una strettissima muraglia cinese” tra i due programmi, con Mbda Uk e Italia impegnati sul Gcap e le divisioni di Parigi e Berlino sullo Scaf.

Programmi e sfide

Per l’azienda, i principali programmi in fase di svolgimento e sviluppo sono i lotti di Marte ER, in versione per il NH-90 e le batterie costiere, e la consegna degli Aster ai programmi di corvette e pattugliatori d’altura. È stato avviato il contratto per la produzione con la Francia dei Samp-T/NG e, in Italia, è arrivato il contratto dal valore di circa un miliardo per i missili Camm ER destinati all’Aeronautica e all’Esercito. Oltre ai programmi già avviati, ci sono le grandi sfide per il prossimo futuro, tra cui lo sviluppo di efficaci intercettori di minacce ipersoniche e l’incremento del rateo della produzione, chiesto “a gran voce” dai ministeri della Difesa europei, a partire da Italia e Francia. Qui la sfida è sicuramente impegnativa, dal momento che coinvolge l’intera filiera, dai fornitori ai produttori finali, e dove sarà fondamentale il contributo dello Stato.



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