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Fisco, il governo fa partire la riforma

Domani in Consiglio dei ministri il disegno di legge delega che darà al Parlamento due anni di tempo per partorire un riassetto di ampio respiro, che parta dall’Irpef e sopprima l’Irap. Intanto Meloni cerca la saldatura tra lavoratori e imprese​

Riforma del fisco, ci siamo. Se non ci saranno incidenti dell’ultima ora, il Consiglio dei ministri esaminerà domani il disegno di legge delega fiscale, che dà al Parlamento un massimo di due anni per allestire un riassetto tributario di ampio respiro (qui l’intervista all’economista Nicola Rossi). Una volta approvato il provvedimento inizierà l’iter parlamentare mentre i decreti delegati, che conterranno la disciplina attuativa dei principi espressi nella stessa delega, saranno adottati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

Il governo, comunque, lavora alla saldatura tra lavoratori e imprese, proprio per ottenere la massima convergenza sulla riforma che verrà. Dopo il confronto di pochi giorni fa con i sindacati sui principi della delega, oggi sono stati ricevuti a Palazzo Chigi i rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, che “hanno espresso un parere positivo per una riforma organica e completa, fornendo importanti e concreti contributi al dibattito”.

L’esecutivo, nel ribadire “la disponibilità al confronto, che proseguirà per tutto il processo di approvazione della riforma e confermando la volontà di fissare tavoli su ogni stato di avanzamento dei lavori”, ha incontrato i rappresentanti di Confindustria, Abi, Confapi, Confimi Industria, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cia-Agricoltori Italiani, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Federterziario, Confeservizi, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri.

A seguire, il confronto si è svolto con i rappresentanti di Ania, Ance, Confedilizia, Alleanza Cooperative, Confcooperative, Unicoop, Cndcec (Commercialisti), Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Confprofessioni, Assoprofessioni, Anti (Tributaristi Italiani), Consiglio Nazionale Notariato, Assogestioni. Quanto alla riforma, questo, in linea di massima, il menù.

Quattro parti, 21 articoli e due anni di tempo per cambiare tutto il fisco: con un’Irpef a tre aliquote, considerata come primo passo verso la flat tax da applicare alla principale imposta italiana, un tetto agli sconti fiscali parametrato al reddito, l’Ires che si sdoppia per riservare un’aliquota agevolata (si punta al 15%) per gli investimenti in beni strumentali innovativi e in occupazione, l’Iva riordinata per ridare razionalità alla geografia dei panieri e azzerata per i beni di prima necessità e l’Irap che si trasforma in una sovraimposta sull’Ires.

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