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Fumo, auto, imballaggi. Così affrontiamo i dossier europei. Parla Fiocchi (FdI)

Al Parlamento europeo sono in discussione temi fondamentali per le imprese e i proprietari di casa italiani. Pietro Fiocchi, del gruppo Conservatori e riformisti, racconta cosa succede nelle battaglie normative che riguardano tabacco, motori delle auto, etichette e imballaggi, Nutriscore, efficienza energetica delle abitazioni, caccia e pesca. E dà una sua prospettiva su cosa succederà dopo le elezioni europee del prossimo anno

Pietro Fiocchi è un europarlamentare di Fratelli d’Italia, e uno dei membri più attivi della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. In questi anni a Strasburgo e Bruxelles si è occupato di molti dossier, ultimi quelli sulle emissioni delle auto (la nuova maggioranza italiana sta frenando la corsa forsennata verso l’addio ai motori endotermici nel 2035), il Nutriscore, il regolamento sul packaging, le direttive sul tabacco e in generale delle norme che riguardano la salute.

Partiamo dal fumo, che in questi giorni è tornato al centro del dibattito politico. Il ministro della Salute Orazio Schillaci, dopo le notizie sulle nuove restrizioni, ha precisato che non intende toccare le libertà individuali e che sta analizzando la documentazione scientifica sui prodotti alternativi alle sigarette tradizionali. Su Formiche.net abbiamo raccontato gli studi sulla riduzione del danno e sull’inefficacia delle politiche proibizionistiche. È giusto mettere tutto sullo stesso piano? Che si dice in Europa su questo tema?

Ho avuto un colloquio molto interessante con il ministro Schillaci. Concorda con me che le alternative al fumo tradizionale siano meglio in termini di riduzione del rischio, ma che gli studi scientifici non siano statisticamente rilevanti per prendere una decisione forte. Concorda con me sul fatto che il tabacco riscaldato ha molte meno sostanze pericolose che vengono inalate e che la diatriba europea sui flavours (gli aromi nei prodotti) sia stupida, in quanto gli stessi sono fortemente regolati rispetto agli Stati Uniti. Stiamo lavorando per avere una gestione differenziata tra il fumo tradizionale e le alternative. Ovviamente, la revisione della direttiva tabacco in Eu è fonte di preoccupazione, ma probabilmente slitterà alla prossima legislatura.

Un punto controverso è quello dello stop ai motori endotermici delle auto nel 2035. C’è un nuovo fronte in Europa che predica calma e soprattutto neutralità tecnologica: puntare tutte le nostre fiches sull’auto elettrica vuol dire vincolarci a una tecnologia ancora non abbastanza diffusa e soprattutto con una catena di approvvigionamento che passa tutta dalla Cina.

Per fortuna, grazie anche alla pressione del governo italiano, ci sono stati ripensamenti sul diktat europeo contro i motori endotermici entro il 2035. Siamo tutti a favore di azioni forti per la salvaguardia dell’ambiente, ma la direttiva “CO2 emissions” (di cui sono stato relatore ombra) era troppo tecnologicamente specifica (solo elettrico), e non considerava assolutamente né la perdita dei posti di lavoro, né la creazione di una nuova dipendenza dall’estero (microchip, litio, cobalto, nickel, ecc.). La transizione all’elettrico (o all’idrogeno o altro), deve avvenire solo quando l’Europa avrà il controllo delle fonti strategiche dei materiali e avrà messo in pista una serie di investimenti importanti sulla produzione e sul riciclo.

È nata la nuova sotto-commissione Salute. Quali dossier dovrà analizzare e perché è particolarmente importante per gli interessi italiani?

La sotto-commissione alla Salute è nata sotto la spinta mia e dei miei colleghi per ottenere che l’Europa si concentri sui temi della salute. Purtroppo, la commissione Envi (ambiente, salute e sicurezza alimentare) aveva troppi temi da trattare e la salute veniva messa da parte. Vi sono questioni di interesse europeo e nazionale, quale l’aumento delle percentuali di screening oncologici e gli investimenti sulle tecnologie di diagnosi e cura meno invasive (tra cui nanomedicine e radioligand). Esiste anche il problema della formazione di un database europeo sulle malattie rare e sui cancri pediatrici, passo fondamentale per ottenere successi di cura importanti. E, infine, la “vera” libera circolazione dei pazienti in Europa, ora solo sulla carta e rallentata da lacciuoli burocratici ed economici.

Sul Nutriscore gli europarlamentari italiani hanno fatto fronte comune per impedire che i prodotti della tradizione alimentare italiana venissero danneggiati. Che mi dice del “colpo di coda” irlandese sull’etichetta dei vini? Le regole sul cosiddetto labelling introdurrebbero molti più dati sui prodotti.

Purtroppo la Commissione europea e il Parlamento stanno spingendo per inserire tonnellate di informazioni sulle etichette (benessere animale, emissioni di CO2, salute…).  La mia posizione è che troppe informazioni equivalgono a zero informazioni. Secondo me, un QR code con tutte le informazioni in tutte le lingue europee, accompagnato da avvertimenti forti e leggibili per avvisare i celiaci, i portatori di allergie e similari, sarebbe la soluzione perfetta. Informazioni importanti immediate, tutte le altre col QR code.

Due dossier con ripercussioni importanti sono quello del regolamento packaging e dell’efficientamento energetico degli edifici. Dopo che le aziende hanno investito per anni nel riciclo, e in questo l’Italia è ai primi posti, dobbiamo sterzare verso il riuso?

L’Italia (e dobbiamo esserne fieri) è l’unica nazione europea che ha raggiunto i target di riciclo europei del 2030, nessun’altra ha fatto come noi! Per cui l’approccio privilegiato della Commissione verso il ri-uso e non il riciclo è fortemente penalizzante. In particolare, è assurdo cambiare un sistema che funziona, distruggendo una filiera economica importante, per andare verso un sistema che presenta problematiche insuperabili (pensiamo al ri-uso dei contenitori del settore alimentare e del take-away). Su questo vi è una sinergia trasversale tra gli Italiani, un supporto forte del ministero dell’Ambiente italiano e personalmente sto raccogliendo consensi anche da altre nazioni europee.

Quanto costerebbe ai proprietari adeguare i propri immobili ai nuovi standard per le case entro il 2030-32?

Sull’efficientamento energetico degli edifici, la situazione dell’Italia è estremamente pericolosa, visto il grandissimo numero di edifici storici e di case di proprietà. La posizione della Commissione Ue non tiene conto dei costi e della mancanza di tecnici e materiali per adeguare 9 milioni di appartamenti in pochi anni. Non erogando fondi, di fatto questo regolamento diventa una patrimoniale per i proprietari di case in classe energetica bassa.

Lei segue con attenzione il settore venatorio-pescatorio. Come si sta sviluppando il dibattito su questo fronte all’Europarlamento?

L’Europa si sta comportando bene su caccia e pesca, con l’eccezione del regolamento contro il possesso del piombo nelle zone umide; regolamento scritto molto male e soggetto a confusa interpretazione. Per fortuna i ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura si sono attivati immediatamente con un decreto ministeriale, col supporto del mio staff , per chiarire le zone “grigie e aiutare cacciatori e operatori addetti ai controlli a non incorrere in errori. Nessun restringimento della portata del regolamento comunitario, ma solo chiarificazione.

Secondo lei, da qui alla fine della legislatura, quante delle partite ora sul tavolo riusciranno a essere chiuse? Il suo partito e il gruppo dei Conservatori europei punta a far parte della prossima “maggioranza” e dunque a riorientare le grandi direttrici della regolamentazione europea?

Penso che vi sarà uno spostamento importante verso posizioni di centro-destra nelle prossime elezioni europee. Certamente vi sarà una virata di tutta la legislazione del “Green Deal” verso una impostazione più pragmatica, tenendo conto dell’obiettivo della salvaguardia dell’ambiente, ma considerando anche la sostenibilità sociale, economica e geo-politica delle scelte, e quindi guardando ai posti di lavoro, all’economia e alle dipendenze strategiche sulle fonti di energia e materie prime.

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Le interviste di Formiche.net agli europarlamentari italiani:

Il riformismo alla prova delle Europee 2024. Parla Danti (Renew)

La forza dell’Ue oltre pandemia e scandali. Parla Regimenti (FI)

Gas, idrogeno e riforma dei Trattati. Il cammino dell’Ue secondo Ferrandino (IV)

Ue e Nato, l’impegno contro il terrorismo e l’ascesa dei regimi. Parla Bonfrisco

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