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Google svela i suoi nuovi strumenti di IA Generativa. Ma chiede responsabilità

Per ora sono limitati agli Stati Uniti, con l’obiettivo di esportarli in tutto il mondo. Prima, però, servirà testarli a dovere. La richiesta che arriva dall’azienda di Mountain View è esplicita e non fraintendibile: le nuove funzionalità andranno vivisezionate in ogni aspetto, perché portano benefici ma anche rischi

Di fronte alle novità dell’Intelligenza Artificiale Generativa, il messaggio che arriva da Google è responsabilità. “Siamo entusiasti del potenziale e delle opportunità che aprirà”, ha dichiarato il ceo di Google Cloud, Thomas Kurian. Tra queste rientrano “aiutare le persone a esprimersi in modo creativo, supportare gli sviluppatori nella creazione di nuove applicazioni, trasformare il modo in cui le aziende e le organizzazioni interagiscono con i loro clienti e i cittadini”. Prima di allargare il campo, tuttavia, bisogna fissare dei paletti per non andare fuori strada. “Il nostro obiettivo”, ha continuato l’amministratore delegato, “è di continuare a essere coraggiosi e responsabili nel nostro approccio all’intelligenza artificiale, stringendo partnership con l’obiettivo di perfezionare i nostri modelli AI in sicurezza”.

Parole che assumono ancor più valore alla luce delle ultime novità (per ora solamente negli Stati Uniti, che comunque fungono da paradigma). Gli sviluppatori potranno usufruire nuovi strumenti, come il modello linguistico avanzato API PaLM, rivendibile per più occasioni, come generare contenuti e discorsi o per la classificazione. A fianco a questo strumento ce n’è un altro, MakerSuite, che permetterà di realizzare prototipi in tempi celeri. Nel futuro, affermano da Google, sarà anche dotato di funzionalità, come quella di prompt engineering, non senza essere accompagnate da alti livelli di sicurezza.

Scontato come ad essere interessato dagli aggiornamenti in corso sia stato anche Google Cloud, per venire incontro agli sviluppatori e le organizzazioni nel trovare nuove soluzioni. Tra queste, rientrano il supporto dell’AI generativa alla piattaforma Vertex di Big G, con cui progettare e distribuire modelli di machine learning e altre applicazioni di Intelligenza Artificiale. Per ora sono disponibili solo quelli che riproducono testo e immagini ma, nel futuro, comprenderà anche quelli per audio e video. Così facendo, gli utenti di Google Cloud avranno un’ampia gamma di scelta, per di più adattabile alle proprie preferenze inserendo le proprie informazioni.

Segue un altro vantaggio, che oggi interessa i soli sviluppatore ma, un domani, potrebbe riguardare aziende e perfino governi, in grado di interagire con clienti ed elettori. Coloro che vorranno infatti costruire un proprio chatbot, Google ha pensato a , che daranno una mano alle società che intendono sviluppare applicazioni di AI Generativa in tempi brevissimi (minuti, al massimo qualche ora).

Infine, l’intenzione è quella di proporre i nuovi prodotti a chiunque ne sia interessato. Per questo, Google sta espandendo il suo ecosistema di IA e i suoi programmi ai suoi partner, fornitori di software e startup. L’obiettivo non è solo quello di allargare la comunità – pari a 3 miliardi di persone – delle persone che già sfruttano i servizi di IA realizzati Google Workspace, ma anche renderli consapevoli di ciò che hanno tra le loro mani.

È sempre il solito discorso: le potenzialità hanno al loro interno aspetti positivi, da esaltare, e negativi, da scongiurare. Il metodo di apprendimento offre infatti dei vantaggi notevoli: basti pensare che è sufficiente scrivere l’argomento che si vuole affrontare in un testo e avere una bozza generata automaticamente e in tempi quasi immediati. Allo stesso modo se si intende scrivere una mail, che è possibile modificare a proprio piacimento. Tempo e fatica risparmiate, dunque, ma non per questo è tutto rosa e fiori.

Come ogni novità, anche l’IA Generativa deve essere vivisezionata in ogni suo aspetto, per evitare che quelli più negativi possano inficiare l’intero lavoro. Per tale ragione, Google chiede ai suoi sviluppatori di provare e riprovare affinché tutti gli angoli più spigoli vengano smussati. Ed ecco anche il perché l’azienda di Mountain View ha stilato i Principi di IA, una guida che serve a stabilire “il nostro impegno a sviluppare la tecnologia in modo responsabile e stabilire aree di applicazione specifiche che non perseguiremo”. L’Intelligenza Artificiale sarà la nostra prossima compagna di vita: meglio, quindi, impararla a conoscere e manovrare.

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