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Incidente a Guidonia, cosa è successo ai due piloti dell’Aeronautica. Il commento di Alegi

La Difesa, le istituzioni e il Paese si sono stretti nel cordoglio all’Aeronautica militare per i due piloti deceduti nell’incidente sui cieli di Guidonia. “Cieli blu”, è stato il saluto del ministro Crosetto per il tenente colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Menghello, le vittime dell’impatto in volo. L’Arma azzurra ha già avviato un’inchiesta per appurare le cause dell’incidente

La Difesa si è stretta intorno all’Aeronautica militare nel cordoglio per i due piloti deceduti in un incidente sui cieli di Guidonia. A dare notizia dell’accaduto è stata la stessa Arma azzurra, che ha notificato l’avvenuto impatto tra due velivoli U-208 in forze al 60° Stormo di base proprio nella cittadina alle porte di Roma. A perdere la vita sono il tenente colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Menghello. “Cieli blu, Giuseppe e Marco” è stato il saluto ai due militari del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha voluto esprimere anche la vicinanza, sua personale e di “tutta la famiglia della Difesa” al capo di Stato maggiore dell’Aeronautica generale Luca Goretti. Anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso, a nome del governo, “le mie più profonde condoglianze e la mia vicinanza alle famiglie, ai colleghi del 60° Stormo e all’intero corpo dell’Aeronautica militare”.

L’incidente

La dinamica dell’incidente è ancora da chiarire, e sull’accaduto l’Aeronautica militare ha avviato un’inchiesta di sicurezza del volo. Secondo le prime ricostruzioni, i mezzi sarebbero entrati in collisione a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto di Guidonia nel corso di una missione addestrativa pre-pianificata, precipitando al suolo in un’area nei pressi dell’aerostazione. Uno dei due velivoli è caduto in un’area rurale, mentre il secondo è caduto su un’area urbana, senza fare vittime. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e le squadre di soccorso e team di specialisti dell’Aeronautica militare che stanno continuando a operare per mettere in sicurezza e circoscrivere le aree dell’impatto.

I velivoli

Gli U-208° sono monomotori ad ala bassa impiegati dall’Aeronautica per il collegamento e il traino degli alianti. I velivoli erano in servizio presso il 60° Stormo, alle dipendenze Comando scuole/3a Regione aerea, un reparto impegnato nella formazione al volo su aliante per gli allievi dell’Accademia aeronautica e della Scuola militare Douhet, oltre al personale delle altre Forze armate. La formazione sugli alianti, infatti, fa parte dell’iter formativo dei piloti. Lo stormo è anche impegnato nella diffusione della cultura aeronautica. I due piloti deceduti erano esperti aviatori e istruttori di volo. Il colonnello Cipriano, nato a Taranto classe 1975, aveva all’attivo seimila ore di volo; il maggiore Meneghello, di Legnago classe 1977, aveva 2600 ore di volo.

Il cordoglio del Paese

Cordoglio è arrivato anche dal capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che ha espresso ai familiari dei militari e al generale Goretti il “profondo cordoglio e sentimenti di affettuosa vicinanza a nome delle Forze Armate e suo personale”. Le condoglianze sono arrivate anche dalle istituzioni. “Con grande tristezza ho appreso la notizia del tragico incidente che ha coinvolto due velivoli della nostra Aeronautica militare nei cieli di Guidonia” ha detto il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, esprimendo la sua vicinanza alle famiglie dei piloti deceduti. Una notizia dolorosa anche per il presidente della Commissione Difesa della Camera, Antonino Minardo. Che ha espresso la sua “più commossa vicinanza alle donne e uomini dell’Arma azzurra e alle famiglie dei due aviatori”.

Parola all’esperto

Per capire meglio cosa è successo a Guidonia, Airpress ha chiesto allo storico ed esperto aeronautico Gregory Alegi: “È naturale che a ridosso di una tragedia come quella occorsa a Guidonia si corra a cercare spiegazioni che diano un senso alla morte di due professionisti di grande esperienza come tenente colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Menghello. Purtroppo, a poche ore di distanza è impossibile dare certezze perché troppi sono gli aspetti da verificare ed esaminare per ricostruire l’accaduto e trarne le indispensabili lezioni che aiutano a evitare il ripetersi di altri incidenti. L’elenco delle azioni per l’investigazione degli incidenti prevede una quindicina di schede, ciascuna con numerosi punti.

Dire qualsiasi cosa prima di averli esauriti rischia soltanto di creare false impressioni che poi diventano difficili da rimuovere. Questo vale in particolare per i commenti di veri o presunti testimoni che circolano sempre sui social e sulla stampa in occasioni del genere. Questa procedura standardizzata, frutto di decenni di esperienza dell’Aeronautica militare e del suo Ispettorato per la sicurezza del volo è molto sistematica e dà la garanzia di dare nel tempo le risposte di cui c’è bisogno, anche se questi tempi non sono necessariamente quelli delle emozioni e dei media. Per esempio, è bene ricordare che gli aerei coinvolti non sono ultraleggeri, ma velivoli tradizionali regolarmente omologati e certificati in servizio da tempo senza problemi. Allo stesso modo è bene sapere che per quella tipologia di velivoli non è prevista la presenza di registratori dei dati di volo o delle voci in cabina.

Dato il recupero dei relitti, questo non dovrebbe costituire un ostacolo all’indagine tecnica, ma allo stesso modo è bene diffidare da eventuali voci o presunte notizie che dovessero fare riferimento agli insistenti registratori”.

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