Secondo Benaglia (Ceps), per l’Italia c’è la possibilità di lavorare in India anche attraverso il moltiplicatore che il Global Gateway offre. Il riavvio dei rapporti con la visita istituzionale della premier Meloni offre grandi opportunità in una fase in cui si stanno definendo gli standard delle future cooperazioni (anche nell’Indo Pacifico)
“Ogni Nazione può essere un faro, con la ricchezza e l’orgoglio della propria tradizione e identità. I fari non si oscurano a vicenda, ma possono brillare insieme e aiutare tutti noi a navigare in acque agitate”, così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha concluso l’intervento con cui ha inaugurato i Raisina Dialogue, conferenza sulla politica estera organizzata a Nuova Delhi, dove era stata invitata dal premier indiano, Narendra Modi.
I due hanno avuto un faccia a faccia con cui è stato avviata una stagione rinnovata della cooperazione tra i due Paesi e dato il via a un potenziale posizionamento italiano all’interno della regione indo-pacifica, lungo un’asse di interconnessione con il Mediterraneo allargato.
Secondo Stefania Benaglia, Head del Global Connettivity Programme del Ceps di Bruxelles, il discorso di Meloni è stato molto istituzionale e assolutamente in linea con la narrativa europea sull’Indo Pacifico. “Dunque tutto molto positivo”, commenta con Formiche.net.
“Il Raisina Dialogue sta diventando sempre più importante, anno dopo anno, segno di una centralità indiana negli affari internazionali. E dunque parlare a quella platea e in quel contesto diventa importante per la presenza italiana nella regione tanto quanto nei rapporti bilaterali, dopo che da tempo un primo ministro italiano non si recava in visita ufficiale in India”.
Dal viaggio indiano stanno uscendo input positivi sulle attività che l’Italia può svolgere nell’Indo Pacifico. Per esempio è stata annunciato l’inserimento nella Indo Pacific Oceans Initiative, che Benaglia definisce “un grande segnale di supporto a una politica estera nell’Indo Pacifico in senso multilaterale”, nonché una serie di forme di cooperazione che toccano i settori industriali della difesa e sicurezza e svariati altri ambiti economico-commerciali.
“Ora – continua Benaglia – servirebbe che anche l’Italia si dotasse di una strategia per l’Indo Pacifico e di un’attività diplomatica guidata da un ambasciatore specifico. Questo è fondamentale perché serve a fare chiarezza su quali sono le nostre priorità”.
Italia, Europa, Indo Pacifico
“Basandosi su strumenti bilaterali e su programmi più ampi come il Global Gateway – ha detto Meloni – l’Europa e l’Indo-Pacifico (ma anche l’America Latina e il continente africano) stanno rafforzando la loro collaborazione su tutti i fronti, dalla connettività alle infrastrutture e al commercio equo e sostenibile”.
Il punto, secondo l’esperta del Center for European Policy Studies, riguarda proprio questa connettività, con il progetto europeo Global Gateway che per l’Italia diventa un moltiplicatore di forza. “Il Global Gateway è una partita molto importante che si gioca anche nell’Indo Pacifico, e dove l’India fa da cuore pulsante per questa strategia europea. L’Italia ha la grande opportunità di essere presente e di essere protagonista nella determinazione degli standard su cui si muoveranno in futuro investimenti, politica estera e politica economico-commerciale nei termini del rapporti pubblico-privato”.
Per Benaglia, “se noi vogliamo che gli standard siano più simili a quelli italiani, allora dobbiamo avere un ruolo centrale, dobbiamo spingere le nostre attività, e dobbiamo farlo adesso. Perché è adesso che si decidono questi standard. Siamo all’inizio di un processo che ha un traguardo a medio-lungo periodo, che supera le politiche puntuali. Esserci vuol dire consolidare un futuro sostenibile per l’industria italiana. L’India è una sponda molto importante, come è centrale la regione dell’Indo Pacifico per la serie di opportunità che offre”.