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Prove d’intesa tra Usa e Ue sui materiali critici, con un occhio alla Cina

Dopo il vertice alla Casa Bianca tra Joe Biden e Ursula von der Leyen, sembra esserci meno tensione tra le due sponde dell’Atlantico. I colloqui sono stati “molto costruttivi” e proseguiranno nei prossimo futuro “per evitare qualsiasi interruzione del commercio transatlantico e dei flussi di investimento che potrebbero derivare dai rispettivi incentivi”

Stati Uniti e Unione europea provano a intendersi. Dal vertice alla Casa Bianca, Joe Biden e Ursula von der Leyen sembrerebbero soddisfatti. I colloqui sono stati “molto costruttivi”, ha detto la presidente della Commissione europea, che con il presidente statunitense ha affrontato questioni scottanti sull’asse transatlantico: l’Inflation Reduction Act (Ira) deciso dal governo democratico, utile per combattere l’inflazione e attuare la transizione verde, e le sue conseguenze preoccupanti per le aziende europee, insieme alla firma su un accordo di approvvigionamento sui materiali critici.

Non che qualcuno si aspettasse di vederla già venerdì, ma von der Leyen ha affermato che la direzione intrapresa con Biden va proprio in quel senso. “Alcune settimane fa avevamo raggiunto un’intesa sui veicoli elettrici, oggi abbiamo concordato di lavorare” a questo accordo, oltre a “un dialogo trasparente riguardante gli incentivi concessi all’industria Green Tech. Sulle due sponde dell’Atlantico”, ha aggiunto la presidente della Commissione, “è importante sapere che tipo di incentivi vengono concessi a questa industria, per unire le forze e spronarla”.

Quelli pensati dall’amministrazione Biden erano molto allettanti, talmente tanto che la paura di Bruxelles era di perdere attrattività. Il presidente americano, dopo le visite dei ministri dell’Economia francese e tedesco del mese scorso, era apparso irremovibile su eventuali modifiche. L’apertura dimostrata dopo il vertice con von der Leyen, però, lascia maggiori speranze. “Entrambe le parti prenderanno provvedimenti per evitare qualsiasi interruzione del commercio transatlantico e dei flussi di investimento che potrebbero derivare dai rispettivi incentivi”, viene scritto nella nota congiunta. Come ha evidenziato la presidente tedesca, abbinare l’Ira al Green Deal europeo sarebbe “fantastico”.

I nuovi colloqui inizieranno “immediatamente”, affermano dalla Casa Bianca, e avranno come oggetto il rafforzamento dei minerali critici così che anche le aziende made in Ue possano sfruttare gli incentivi americani. L’offerta d’altronde è ottima: si potrà ricevere un credito di imposta di 7.500 dollari qualora, per le batterie elettriche, venga utilizzato il 40% dei materiali realizzati negli Usa o in Paesi che hanno un accordo di libero scambio con l’America. Una percentuale che andrà progressivamente a crescere, da qui fino ai prossimi anni, con l’intento di slegarsi definitivamente dalla dipendenza della Cina.

Pechino ha un nodo alla gola dell’Europa, sprovvista di quei materiali che rappresentano il futuro, come il litio. Nella loro dichiarazione congiunta, Biden e von der Leyen hanno infatti sottolineato le “politiche anticoncorrenziali” del governo cinese. Detto ciò, l’Ue (come il Giappone e il Regno Unito) non godono di un accordo di free trade con gli Stati Uniti. La proposta, quindi, è di creare un “gruppo di acquisto democratico” (Gad), all’interno di cui ci si possono scambiare queste materie, senza andare a indebolire le catene di fornitura.

I due alleati lavoreranno inoltre per incrementare la trasparenza sui sussidi per l’energia pulita, come ha indicato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, fissando anche una data per la fine dei negoziati che dovranno incentivare una produzione più sostenibile di acciaio e alluminio.

Ue e Stati Uniti, quindi, provano a venirsi incontro. Ad ascoltare i toni prima e dopo l’incontro tra von der Leyen e Biden, le incrinature degli ultimi tempi sembrerebbero superate. In realtà siamo solo all’inizio. Il che è comunque positivo per continuare a condurre battaglie comuni, dal contrasto alla Russia, a quello alla Cina e agli altri autoritarismi, dalla guerra in Ucraina fino al bando di TikTok.

È notizia di ieri che anche il governo del Belgio l’ha vietato ai suoi ministri e funzionari federali, strappando un sorriso a Biden che vorrebbe che tutti gli altri seguissero l’esempio. Perché, come ha evidenziato la presidente della Commissione, “non siamo solo partner. Unione europea e Stati Uniti sono anche buoni amici”.


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