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La Russa, gli Accordi di Abramo e la vicinanza a Israele. Parla Malan

Il senatore di Fratelli d’Italia sulla visita di La Russa in Israele: “L’interesse di questo governo è quello di rafforzare sempre di più i rapporti con Israele”. E sul prossimo vertice Meloni-Netanyahu: “Siamo forti sostenitori degli Accordi di Abramo. Mi aspetto un forte impegno dell’Italia”

Se è vero che la politica si fa anche coi simboli, la visita del presidente del Senato Ignazio La Russa assume un significato incontrovertibile: piena vicinanza a Israele. La prima visita ufficiale della seconda carica dello Stato arriva in un momento non certo facile. A Tel Aviv tanti diversi sono stati gli episodi di tensione: i manifestanti in piazza chiedono una retromarcia del governo Netanyahu sulla riforma della giustizia. Il premier israeliano, peraltro, la settimana prossima sarà in Italia e incontrerà Giorgia Meloni. “Due grandi democrazie si incontrano, questa è già una notizia fortemente positiva. L’interesse di questo governo è quello di rafforzare sempre di più i rapporti con Israele”. Il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan, su questo punto, non ha dubbi e con Formiche.net riflette sul significato della visita di La Russa e sul futuro incontro tra i due premier.

Cosa rappresenta il viaggio del presidente del Senato in Israele per questo governo?

Il significato è molto profondo, specie perché arriva a coronamento di un percorso iniziato idealmente lo scorso 27 gennaio. In occasione della Giornata della Memoria, infatti, c’è stato un importante momento di incontro che ha coinvolto non solo il presidente del Senato, ambasciatore e vice ambasciatore israeliani, ma anche i rappresentanti delle comunità ebraiche di Roma e Milano oltre alla presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni. Insomma, la posizione del governo è chiara: piena vicinanza a Israele. Peraltro in un momento di grandi tensioni.

La riforma della giustizia fortemente voluta da Netanyahu ha diviso l’opinione pubblica. 

Al di là della riforma della Giustizia, purtroppo l’opinione pubblica specie a fronte dei tanti attentati terroristici che si verificano regolarmente, tende sempre a ricordarsi dei palestinesi e mai degli israeliani. Peraltro molti dei missili che “piovono” sulle città israeliane arrivano dalla striscia di Gaza. Un territorio nel quale, anche per mano del governo, gli insediamenti israeliani sono stati rimossi. Ma, l’aspetto più grave, è che spesso i missili vengono nascosti in edifici molto popolosi e abitati da bambini.

Tornando al viaggio di La Russa. Riecheggiano le parole pronunciate, proprio vent’anni fa, da Gianfranco Fini a Gerusalemme. Il solco tracciato dalla “svolta di Fiuggi”. 

Ignazio La Russa è un testimone di quella stagione e ha vissuto quell’esperienza in prima persona. Fiuggi rappresentò la svolta definitiva per la destra italiana: la condanna senza se e senza ma del Fascismo. Certo, in qualche modo la visita di questi giorni è la maturazione di un seme gettato allora.

“L’incontro tra Netanyahu e Meloni è già di per sé una notizia positiva”, ha detto in premessa. Che cosa si aspetta?

Mi pare che ci si possa aspettare il meglio. Il segnale, ancora una volta, è chiaro. Si tratta di due leader, interpreti di grandi democrazie, che si confronteranno. Bibi ha dalla sua una grande esperienza di governo che non sfugge alla nostra premier. Non solo. Per quanto Israele e Italia abbiano storie differenti, tra Netanyahu e Meloni ci sono grandi punti di sintonia.

Quali i dossier sul tavolo?

Ci sono tanti settori nei quali Italia e Israele hanno punti di connessione: dall’alta tecnologia all’agricoltura. Su questo penso che Israele rappresenti un modello. In una terra pressoché priva d’acqua, si sono realizzate colture straordinarie. A fronte della situazione di carenza idrica del nostro Paese, il modello israeliano potrebbe senz’altro essere seguito.

Sul piano geopolitico l’Italia come si muoverà?

La recente visita della premier Giorgia Meloni negli Emirati Arabi ha fissato un punto molto importante sotto il profilo dei rapporti del nostro Paese in Medio Oriente: siamo forti sostenitori degli Accordi di Abramo. Mi aspetto, quindi, un forte impegno dell’Italia. Sono accordi fondamentali per superare difficoltà e tensioni che non hanno alcuna ragione d’essere.

 

 

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