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Il papa raccontato da Milone. Dieci anni sulle orme di San Francesco

È proprio nella povertà e nell’umiltà del Signore che si fa povero, la risposta agli interrogativi del nostro tempo, sembra dire papa Francesco attraverso le “riflessioni” di Milone. Chi c’era e cosa si è detto alla presentazione del volume di Massimo Enrico Milone, “Da Francesco a Francesco, dieci anni di un pontificato innovatore”, edito dalla casa editrice Francescana Assisi, nel racconto di Elvira Frojo

Una raccolta di “appunti di viaggio”, nel decennale del pontificato di papa Francesco, è il libro “Da Francesco a Francesco, dieci anni di un pontificato innovatore”, edito dalla casa editrice Francescana Assisi in occasione dei cento anni della rivista “San Francesco Patrono d’Italia”, di Massimo Enrico Milone, responsabile di Rai Vaticano dal 2013 fino a ottobre scorso, già a capo della redazione della Campania per dieci anni e presidente dell’Unione cattolica della stampa italiana.

Per la presentazione del volume, in anteprima a Roma, si è tenuto un incontro tra spiritualità, musica e arte. Nella straordinaria cornice rinascimentale di Palazzo della Rovere, in via della Conciliazione, dal ‘600 sede dei Gesuiti Penitenzieri e, oggi, dell’Ordine equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. È stato anche possibile ammirare, con visita guidata, i preziosi saloni e gli affreschi del Pinturicchio.

Con l’autore, presenti, tra gli altri, il Cardinale Francesco Coccopalmerio, l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede Francesco Di Nitto, l’ex ministro Vincenzo Scotti e il responsabile di Rai Vaticano Stefano Ziantoni, dopo i saluti del Cardinale Ferdinando Filoni e dell’Ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone, rispettivamente Gran Maestro e Governatore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha introdotto e moderato l’incontro fra’ Giulio Cesareo, portavoce del Sacro Convento di Assisi, che ha evidenziato “l’eterna novità” del Vangelo, capace di rinnovare le nostre vite.

Il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, ha sottolineato il valore di custodire la memoria attraverso la parola scritta. “I racconti tessono la nostra identità” e sono la “rotta individuale e collettiva” per dare un senso alle parole e una “direzione alla storia” attraverso valori condivisi, ha affermato, mentre il francescano Padre Enzo Fortunato, giornalista e scrittore, ha sottolineato la profondità e continuità del racconto di Milone, “diario” mensile dell’uomo della pace, dei poveri e che custodisce il creato, nello spirito delle encicliche.

Papa Francesco ha innovato nel solco della tradizione della Chiesa sulla base dei principi fondativi del Concilio, ha evidenziato Stefania Falasca, vaticanista di Avvenire, portando avanti un programma ben definito sin dal suo insediamento “dalla missionarietà alla sinodalità della Chiesa”, che, come ha poi evidenziato Ignazio Ingrao, vaticanista TG1, ha innescato un processo che darà, soprattutto, nel futuro i suoi frutti. Papa Bergoglio ha innovato anche nella comunicazione. Senza filtri e senza la mediazione dei mass media, è arrivato al cuore di tutti. “Papa degli ossimori, mite e severo, pastorale nell’accoglienza e fermo nella dottrina, misericordioso ma inflessibile”, ha detto ancora Ingrao, concludendo con un interrogativo: abbiamo il coraggio per un possibile futuro diverso o siamo normalizzatori del presente?

Come si legge nella “prefazione” del Cardinale Mauro Gambetti, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, il libro di Milone è, così, “una tavola di colori che dipinge in controluce alcune tappe del Pontificato di Francesco”. “La forza spirituale della sua parola, radicata nel Vangelo, si nutre della radice antica di San Francesco d’Assisi che, a partire dalla lode al Creatore, ci insegna a entrare in rapporto con la nostra interiorità, gli altri e il creato per prendercene cura”.

“Il disarmante carisma del Poverello d’Assisi, tutt’ora, dal Duecento, rapisce e coinvolge”, scrive Padre Enzo Fortunato nella sua testimonianza. Da Assisi, “abbiamo la possibilità di rivedere la realtà della nostra vita personale alla luce del mistero della fragilità di cui siamo plasmati”.

“Assisi è la cassa di risonanza per gli aneliti più profondi dei credenti di tutto il mondo…sotto le volte della Basilica o tra le fascinose vie medioevali della cittadina, dove ogni cosa parla di Francesco”, ribadisce, nella postfazione, Luca Caruso, portavoce della Fondazione Ratzinger.

Le vibranti note di uno dei violini più pregiati, lo Stradivari, datato 1720, ribattezzato, nel 2018, “The Angel” (già “Madrileno”), messaggero di pace e dialogo nel mondo a Venezia nella Basilica di San Marco, hanno accompagnato l’evento. Risonanza perfetta del linguaggio universale della musica per un messaggio di unione e di pace.

Protagonista Fabrizio Von Arx, direttore artistico della Fondazione “Casa Stradivari” a Cremona, artista di origine napoletana che vive ed insegna a Ginevra, diplomato al Conservatorio partenopeo di San Pietro a Majella.

Semplicità, povertà, bellezza del cuore sono, dunque, alcune parole chiave dell’insegnamento di Papa Bergoglio, il gesuita che, sulle orme del “Poverello”, Santo e riformatore, ha scolpito nella Storia fraternità e solidarietà, dialogo e accoglienza, misericordia e pace, perdono e preghiera. Attraverso ogni gesto e parola.

Tra encicliche, Sinodi, esortazioni apostoliche, viaggi, appelli, riforme, il volume di Milone segna i passi decisi e rivoluzionari di un Magistero che incide profondamente, da dieci anni, nella Chiesa cattolica, senza escludere altri credo religiosi.

Sei volte ad Assisi, terra del più povero tra i poveri, per i momenti più solenni del suo pontificato, Papa Bergoglio ha portato nel cuore di tutti il Vangelo come regola e guida di vita.

“Non c’è stato un giorno che non abbia messo al centro della sua azione le periferie, gli ultimi, gli scartati. Parla al mondo Francesco, con lo sguardo di Magellano”, si legge nel libro di Milone.

I dati Istat parlano di 5,6 milioni di poveri assoluti in Italia, di cui 1,4 bambini. Una povertà dai tanti volti. La più drammatica, tra le tante, è la povertà dei migranti, in disperata fuga da fame, violenza e guerra. Ma dolorosa è anche la povertà sgomenta dell’anima. Subìta nella solitudine, nell’indifferenza e nell’abbandono.

È proprio nella povertà e nell’umiltà del Signore che si fa povero, la risposta agli interrogativi del nostro tempo, sembra dire papa Francesco attraverso le “riflessioni” di Milone.

La povertà arricchisce, afferma Papa Francesco. È occasione e motore per testimoniare il Vangelo e mettere in discussione il proprio stile di vita. Una ricchezza che può attraversare in maniera trasversale la famiglia, il mondo del lavoro e la collettività con i valori “semplici”, in una società alla ricerca di riferimenti certi.

I poveri sono maestri di vita. Insegnano una fraternità universale che illumina il buio del mondo. San Francesco iniziò la sua rivoluzione, non solo individuale, proprio dalla povertà.

Siamo in grado di comprendere, oggi, il senso della povertà e dell’essenzialità, dall’insegnamento di Papa Bergoglio?

È l’interrogativo di Milone che scrive: “Sulle orme di San Francesco ci incamminiamo con il Pontefice con la consapevolezza che, mettendo insieme tutti i volti, anche feriti, dell’umanità, si può vincere, si possono sconfiggere le guerre, limitare la povertà, arginare i cambiamenti climatici, dialogare tra diversi, costruire insieme un mondo diverso”.

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