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Visite in Crimea e Mariupol. Putin sfida il mandato prima di incontrare Xi

Alla vigilia dell’incontro a Mosca con l’omologo cinese, il leader russo passeggia per le città occupate e distrutte dalla guerra dopo la mossa della Corte penale internazionale

Dopo la Crimea ieri, Mariupol oggi. Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato la città ucraina nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Una visita simbolica, alla vigilia dell’arrivo di tre giorni a Mosca di Xi Jinping, leader cinese, con il quale discuterà il rafforzamento dell’amicizia senza limiti sancita poco più di un anno fa, appena tre settimane prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. “La gente normale non fa questo”, ha commentato Putin, citato dalla Tass, dopo aver accusato i militari ucraini di aver minato le locali strutture mediche prima di lasciare Mariupol.

LA VISITA A MARIUPOL…

Quella a Mariupol è stata “una visita di lavoro”, secondo il servizio stampa del Cremlino. Putin ha “ispezionato una serie di luoghi della città e parlato con i residenti locali”, spiega Mosca aggiungendo che il presidente russo “si è recato a Mariupol in elicottero; ha guidato un veicolo lungo le strade della città, fermandosi in diverse località”. Il presidente russo ha promesso che Mosca costruirà altri quartieri residenziali a Mariupol, nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Secondo quanto riporta la Tass, durante la sua visita nella città dell’Ucraina orientale Putin ha parlato con un residente locale, che ha definito il luogo “un piccolo angolo di paradiso”. E il presidente russo ha detto: “Lo amplieremo”. Proprio pochi giorni fa l’amministrazione militare russa aveva inaugurato una piattaforma per elicotteri sull’acciaieria Azovstal di Mariupol, per mesi roccaforte della difesa ucraina fino alla resa del maggio scorso. Sempre stando al Cremlino, Putin ha anche tenuto un incontro nella città russa meridionale di Rostov sul Don con i vertici militari nel posto di comando della cosiddetta operazione militare speciale in corso in Ucraina.

… E QUELLA IN CRIMEA

Ieri, vestito in maniera informale con un cardigan blu e pantaloni scuri, il leader russo era stato in Crimea per celebrare il nono anniversario dell’annessione unilaterale della penisola alla Russia e a Sebastopoli a sorpresa ha visitato un centro per l’infanzia. Il presidente russo era arrivato alla guida di un’auto al porto dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero, visitando il centro per bambini Korsun il giorno dopo che la Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato di arresto contro di lui ritenendolo “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”.

RICERCA DI CREDIBILITÀ

La doppia visita nei territori occupati serve a dimostrare che quelle aree sotto il controllo russo sono sicure. L’obiettivo è tanto a uso interno che esterno. Da un lato il presidente russo spinge la narrazione sui suoi cittadini, ai quali vuole dimostrare credibile la cosiddetta “operazione militare speciale” con cui avrebbe liberato quei cittadini russi (russofili, russofoni in parte) dall’oppressione “nazista” dell’amministrazione ucraina. Tutto dimostrando anche che in quelle aree da cui sono stati costretti alla fuga le famiglie ucraine che non appoggiavano la conquista russa, ossia laddove si sono creati parte dei presupposti che hanno portato al mandato di arresto della Corte penale internazionale, la Russia di Putin non solo è presente ma ha creato “un paradiso”, proprio liberando quelle zone.

Dall’altra parte prova a stressare il dossier sul piano internazionale, incrociando i suoi interessi con la visita di Xi. Se per Pechino una Mosca indebolita dalla guerra non è un buon interesse, per Putin serve adesso mettere in chiaro il perimetro di eventuali mediazioni cinesi. Andare nelle regioni conquistate con le invasioni attuali e del 2014 serve a mandare un messaggio chiaro al leader cinese (non si negozia su quello, sono un territorio russo e stabilizzato ormai, intende dire). Contemporaneamente offre a Xi la possibilità di posizionarsi più o meno apertamente sul lato russo-centrico degli interessi in ballo, come spiegava su queste colonne Giulia Sciorati (Ispi/Cattolica) ignorando la violazione territoriale ucraina in nome della sicurezza nazionale russa (Xi potrebbe sostenere più facilmente qualcosa a riguardo della sistemazione giusta di quei territori).



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