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Spazio, agri-hub ed energia. Tutti i dossier della visita di Mattarella in Kenya

La presenza del Capo dello Stato si collega istituzionalmente all’attivismo di Eni, basilare anche per distendere il peso specifico dell’Italia in Africa, con l’obiettivo di una più ampia e costante cooperazione

Per il suo sesto viaggio nel continente africano, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà oggi in Kenya, accompagnato dal viceministro degli Esteri con delega per l’Africa, Edmondo Cirielli. Dopo Camerun, Angola, Etiopia, Zambia e Mozambico la tappa a Nairobi si inserisce, da un lato, in un momento molto intenso nelle relazioni italo-africane e accompagnato dalla consapevolezza, dall’altro, di una interessante e ampia prospettiva di partenariato, come dimostra la visita dell’ad di Eni, Claudio Descalzi pochi giorni fa.

Spazio e Impact accelerator

Fitto il programma che prevede per martedì l’incontro con il Presidente della Repubblica del Kenya, William Ruto, a cui seguirà la cerimonia di firma degli accordi prima di trasferirsi al Mausoleo del primo Presidente della Repubblica del Kenya, Jomo Kenyatta e al Centro di Formazione professionale di San Kizito. Ad accogliere Mattarella il Direttore del Centro, George Kibe, il Segretario Generale di Fondazione AVSI, Giampaolo Silvestri, e il Responsabile Regionale di Fondazione AVSI, Andrea Bianchessi.

Mercoledì invece sarà la volta della visita al Centro Spaziale “Luigi Broglio”, dove sarà ricevuto dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia, dal Ministro della Difesa, Aden Bare Duale, e dal Presidente dell’Agenzia Spaziale del Kenya, Gen. James Aruasa. A chiudere un incontro con la collettività italiana in Kenya, la visita all’Università di Nairobi e all‘Impact Accelerator. Quest’ultima è una piattaforma molto interessante, che permette alle aziende keniote la cosiddetta esperienza di accelerazione olistica per crescere. In questo senso il supporto non solo è rivolto all’accesso a un pool di fondi per le aziende accelerate, ma ad un collegamento (e tutoraggio) con le imprese italiane.

Agrihub Eni

La scorsa settimana scorsa nel paese è stato in visita il numero uno di Eni, Claudio Descalzi in occasione di un meeting governativo tarato sugli agri-hub: l’obiettivo è stato quello di lavorare su una filiera integrata, ovvero il cane a sei zampe intende valorizzare terreni marginali o degradati, con coltivazioni che non competono con la filiera alimentare. Il primo impianto di Makueni ha una capacità di 15mila tonnellate/anno e la sua produzione di olii vegetali sta già alimentando la raffineria di Gela. Tra pochi mesi verrà avviato il secondo e a seguire un terzo, per arrivare ad una produzione di 200mila tonnellate entro il 2026.

Da non sottovalutare anche gli impatti sociali di questa iniziativa, come il coinvolgimento di 40 mila agricoltori per la produzione di semi oleaginosi, che raddoppieranno entro il prossimo dicembre e saliranno a 200mila entro tre anni, mentre negli agri-hub gli attuali 100 impiegati verranno quintuplicati entro il 2026. La spremitura dei semi oleaginosi, inoltre, permette di ricavare 2 mila tonnellate di mangime per animali per il consumo locale. Ma non è tutto, perché dal Kenya questo trend è stato allargato anche ad paesi africani, con l’obiettivo di integrare il continente nella catena del valore della mobilità sostenibile.

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