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Un altro tassello verso la neutralità climatica. L’agenda del Consiglio ambiente Ue

Emissioni industriali, assorbimenti di carbonio, imballaggi, ma non solo. Ecco tutti i temi sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea. Il racconto di Saturno Illomei

Emissioni industriali, assorbimenti di carbonio, imballaggi e rifiuti di imballaggio, trattamento delle acque reflue urbane, “inverdimento” del semestre europeo, candidatura di Roma di Roma all’Expo 2030. Sono questi i principali temi all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea che si terrà a Bruxelles il prossimo 16 marzo. Temi che rientrano nel più vasto programma che va sotto il nome di Green Deal.

Il Green Deal europeo, avviato dalla Commissione alla fine del 2019, è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’Unione sulla strada della “ transizione verde”, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. “La transizione verso la neutralità climatica offrirà opportunità significative di crescita economica, di nuovi modelli di business e mercati, di nuovi posti di lavoro e di sviluppo tecnologico”.

Il pacchetto Pronti per il 55%, presentato nel luglio 2021 e in fase di discussione nei settori strategici, quali l’ambiente, l’energia, i trasporti e gli affari economici, è un insieme di proposte volte ad aggiornare le normative dell’Unione europea con lo scopo di “garantire che le politiche dell’Ue siano in linea con gli obiettivi climatici concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo” e “ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra ai almeno il 55% entro il 2030”.

Già lo scorso anno, sotto la presidenza francese, il Consiglio aveva adottato una posizione comune su alcune proposte legislative da presentare al Parlamento. Riguardavano il sistema di quote di scambio di emissioni in atmosfera, il cambiamento dell’uso del suolo e della silvicoltura, le emissioni di CO2 di autovetture e furgoni, la creazione di un Fondo sociale per il clima a sostegno delle famiglie, delle imprese e degli utenti dei trasporti.

I dossier all’esame del prossimo Consiglio sono un’ulteriore tappa verso gli obiettivi della neutralità climatica. Oltre a queste proposte, Fit for 55 comprende una proposta di revisione della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili portando l’attuale obiettivo del 32% ad almeno il 40% entro il 2030. Una revisione della normativa sull’efficienza energetica passando dal 32,5% al 36% per il consumo di energia finale e al 39% per quello di energia primaria. Compresa quella degli edifici che dovrebbero essere a emissioni zero entro il 2030 quelli di nuova fabbricazione e entro il 2050 per quelli esistenti.

Tornando al prossimo Consiglio di marzo e agli argomenti in agenda, i ministri cercheranno di concordare un orientamento generale sulla proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali. Si tratta del principale strumento normativo che disciplina le emissioni inquinanti provenienti dagli impianti industriali. La revisione propone “ulteriori sforzi tesi a ridurre l’inquinamento in linea con il Green Deal europeo di realizzare un’economia a inquinamento zero e climaticamente neutra entro il 2050”.

Secondo la Commissione, le installazioni disciplinate dalla direttiva rappresentano circa il 20% delle emissioni inquinanti complessive nell’aria, il 20% delle emissioni nell’acqua e il 40%emissioni di gas a effetto serra. Comprendono “le centrali elettriche, le raffinerie, il trattamento e l’incenerimento dei rifiuti, la produzione di metalli, cemento, vetro, prodotti chimici, pasta di legno e carta, alimenti e bevande e l’allevamento intensivo di suini e pollame”.

Sulla proposta di revisione della normativa sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio abbiamo già parlato su questo giornale fin dalla presentazione del Regolamento da parte della Commissione lo scorso 30 novembre. Registrando una critica a tutto tondo sia da parte del Governo che dalla componente imprenditoriale. Critica per il metodo e il merito. In soldoni, l’adozione del Regolamento, al posto della direttiva, non permette agli Stati membri di adattare le norme ai contesti nazionali che sono enormemente diversi negli strumenti messi in campo per raggiungere gli obiettivi di prevenzione, riduzione e riciclo dei rifiuti di imballaggio. Nel merito, si privilegia l’adozione del riuso e del vuoto a rendere rispetto al riciclo e al recupero. Riciclo che vede il nostro Paese tra i primi in Europa, avendo già ampiamente superati gli obiettivi previsti per il 2030, e che vede vanificati sforzi e investimenti fatti in questi anni.

La direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane mira a ridurre la presenza di inquinanti, soprattutto microinquinanti, provenienti dalle acqua reflue, in fiumi, laghi, acque sotterranee e mari, “rendendo al contempo il trattamento delle acque reflue più efficace sotto il profilo dei costi e migliorando l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari”. Nel territorio dell’Ue, le acque proveniente da circa 22 mila città, corrispondenti all’inquinamento di 520 milioni di abitanti equivalenti, sono trattate adeguatamente per oltre il 90%. Occorre un ulteriore sforzo per allineare la direttiva agli obiettivi del Green Deal, riducendo le emissioni, il consumo energetico e promuovere la circolarità nella gestione dei fanghi.

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, illustrerà ai suoi colleghi la candidatura di Roma all’esposizione universale 2030. Presentata ufficialmente ad Expo 2020 di Dubai, il progetto ha come tema “Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”. E Roma si candida ad essere il centro di questo nuovo modello di città: interconnesso, sostenibile e condiviso. Senza dimenticare che Roma ha l’occasione di coniugare expo 2030 con un altro evento di respiro mondiale come il Giubileo 2025, che si prepara ad ospitare. Il sito scelto per l’Expo è l’area di Tor Vergata. La scommessa è di avviare una grande operazione di rigenerazione urbana, per un nuovo modello di sviluppo del territorio.

Durante la colazione i ministri avranno uno scambio di opinioni sull’inverdimento del semestre europeo. Si tratta di rendere le politiche economiche dell’Unione più sostenibili, non solo dal punto di vista economico e sociale, ma anche ambientale. “Rendere più ecologico il semestre europeo, si legge in una nota, è una sfida che la Commissione propone a ciascuno degli Stati membri. Per quanto riguarda l’Italia, l’attuazione del Pnrr contribuirà a compiere ulteriori progressi nella transizione verde e digitale. “Le misure a sostegno degli obiettivi climatici rappresentano il 37,5% del piano, scrive la Commissione, il coinvolgimento delle parti sociali e di altri portatori di interesse rimane importante per l’attuazione efficace del Pnrr e di altre politiche economiche e occupazionali”.


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