Il governatore interviene alla Camera e affronta le recenti crisi bancarie. Quanto è successo negli Usa è difficile che avvenga in Ue. Ma Washington ha poteri di intervento che l’Europa non ha
Se la storia è maestra di vita, allora il crack della Silicon valley bank dovrebbe essere da lezione per l’Europa. Se non altro perché qualora nel Vecchio continente scoppiasse un caso simile a quello americano, le armi a disposizione sarebbero spuntate. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel suo consueto linguaggio, ha spiegato davanti ai deputati della Commissione Finanze della Camera perché un problema, almeno potenziale, l’Europa lo ha sul campo delle banche.
“Una lezione molto importante dei casi di crisi bancarie negli Usa è quella che, abbiamo visto in questi giorni, di una vigilanza che ha avuto dei difetti ma ha anche preso una decisione molto importante e rapida, possibile grazie alle leggi degli Stati Uniti. Mentre in Europa sulle banche piccole e medie è molto difficile (intervenire) perché non abbiamo gli strumenti”. Tradotto, la rete aperta dal governo americano sui depositi della Svb sarebbe stata difficile da replicare in Ue, almeno con la stessa velocità.
Negli Stati Uniti c’è la Federal Deposit Insurance Corporation “che è stata fondamentale nella crisi della Silicon Valley e delle altre due banche. Ed è stata essenziale per rapidità di risposta e io credo che, se noi avessimo una crisi, con i rischi che si accumulano nel tempo, non abbiamo uno strumento di intervento immediato. Questo è ovviamente un campanello d’allarme che è suonato con molta attenzione anche da parte dei vari Paesi che poi sono quelli sono rappresentati a livello di Commissione europea”.
Meno male che, in Europa e in Italia “non c’è qualcosa di simile alla Silicon Valley Bank, né un conglomerato analogo al Credit Suisse”, ha assicurato Visco. “La specificità della banca (Svb, ndr) è evidente e, devo dire, la imprudenza della gestione relativa al passivo da noi non la riscontriamo. Forse ci sono state molte critiche alla invasività della vigilanza bancaria in Europa, però questa in qualche modo è ciò che garantisce il più possibile, non può garantire tutto, la tenuta di queste banche, che sono diverse. Così come sono diverse da noi (le banche, ndr) rispetto al Credit Suisse, perché la commistione di una buona banca commerciale e di una componente di banca di investimento a livello globale con molte insufficienze da noi non c’è”.
Il numero uno di Palazzo Koch è poi tornato a chiedere alla Bce prudenza sui tassi. “Le decisioni sui tassi di interesse della Bce andranno prese volta per volta sulla base dei dati disponibili, questa è la mia posizione. Io credo che con l’incertezza così alta, che è raddoppiata” dopo le tempeste su Borse e banche con le crisi Svb e Credit Suisse bisogna essere molto prudenti”.