L’Arabia Saudita ha visto i benefici del multilateralismo e per questo ha accettato l’invito cinese di partecipare come “Dialogue partner” nella Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (Sco). Conversazione con Sinem Cengiz della Qatar University
Il governo dell′Arabia Saudita ha ufficialmente avviato le procedure per entrare a far parte dell′Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (Sco) come “Dialogue partner”, un ruolo propedeutico all’ingresso definitivo. La decisione di Riad evidenzia come anche l’Arabia Saudita sia interessata a un “pivot to Asia”, essenzialmente di carattere economico. Qualcosa di simile avviene anche con gli Emirati Arabi Uniti, che hanno stretto le relazioni con India, ma anche con Corea del Sud e Giappone. Ed è in generale una tendenza in atto nel Golfo.
Allo stesso tempo, rappresenta un nuovo risultato positivo per il leader cinese Xi Jinping, che dopo la visita nel regno (dicembre 2022), ha incassato la firma a Pechino dell’intesa per la normalizzazione irano-saudita. Se è vero che questo sviluppo non sarà probabilmente un momento di svolta nelle relazioni tra Arabia Saudita e Stati Uniti, è altrettanto vero che lo Sco è il primo forum multilaterale guidato da una potenza orientale (la Cina), in Riad entra. Lo Sco è uno degli ambienti geo-strategici che Xi progetta come punti di slancio della sua strategia globale, sebbene l’organizzazione abbia complessità interne ancora da risolvere.
Narrazioni e interessi
“Lo scorso settembre, a Samarcanda, in Uzbekistan, l’Arabia Saudita ha ottenuto lo status di Dialogue partner nella Sco, ora ha approvato questa condizione manifestando quella volontà di interessarsi di più all’Asia, un pivot to Asia”, commenta Sinem Cengiz della Qatar University. Secondo l’accademica, sebbene ci sia stato un processo procedurale in corso, la tempistica dell’approvazione è significativa, poiché arriva a poche settimane dall’accordo saudita-iraniano mediato dalla Cina.
“L’approvazione è un gesto diplomatico che dimostra la fiducia di Riad nei confronti di Pechino per una più stretta cooperazione. Per i politici sauditi, la Sco potrebbe aiutare il Regno a completare la sua Vision 2030, e far parte di questa piattaforma è importante per Riyadh, non solo per ragioni economiche ma anche diplomatiche”, aggiunge Cengiz con Formiche.net.
Cosa significherà per gli equilibri regionali?
Dopo lunghi anni di negoziati, l’anno scorso anche l’Iran è diventato ufficialmente membro permanente della Sco, ultimo arrivato tra i suoi membri. Sia l’Arabia Saudita che l’Iran hanno gli occhi puntati sulla Sco, sui Brics e su altre organizzazioni regionali. Entrambi gli Stati cercano di espandere la loro influenza diplomatica e la loro presenza nelle piattaforme internazionali.
“Sono poche le piattaforme che riuniscono Arabia Saudita e Iran, come l’Organizzazione della Cooperazione Islamica”, fa notare l’esperta: “Credo quindi che la Sco, e in futuro anche i Brics, possano fungere da utile piattaforma per riunirli, soprattutto dopo il recente accordo. Essere membri della Sco potrebbe consentire all’Arabia Saudita e all’Iran di adottare misure comuni per superare le sfide che l’economia globale deve affrontare”.
E per gli Stati Uniti e l’Ue?
Gli Stati Uniti e l’Unione europea guardano con allarme al fatto che i loro partner, una volta convinti, iniziano a guardare altrove per la cooperazione politica ed economica. Cosa sta succedendo? “La Cina ha sostituito l’Ue come principale partner commerciale del Consiglio di Cooperazione del Golfo nel 2020. Tuttavia, né gli Stati Uniti né l’Unione Europea hanno intenzione di lasciare l’Arabia Saudita e gli altri Stati del Golfo a Cina e Russia. Hanno partecipazioni nella regione del Golfo e non hanno intenzione di abbandonarla né adesso né in futuro”, risponde Cengiz.
Allo stesso modo, tuttavia anche altri Paesi come Cina, Russia e India, hanno obiettivi significativi in Arabia Saudita e nel Golfo. Per l’esperta della Qatar University, l’Arabia Saudita ha visto i benefici del multilateralismo e ha capito che limitare il suo impegno alle organizzazioni occidentali potrebbe isolarla da potenziali partner politici e commerciali in Asia: “Tuttavia, Riad si muoverà su una linea sottile tra le organizzazioni regionali occidentali e non occidentali, al fine di ottenere i migliori risultati per la sicurezza e gli interessi economici a lungo termine”.