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Il rischio della sindrome Svb anche per la Cina

Quanto successo in California, con due banche saltate per aria dopo anni di finanziamenti forsennati alla tecnologia ma senza curarsi dell’esposizione ai tassi,​ potrebbe ripetersi in Cina. Con la differenza che Pechino non sa gestire le crisi bancarie

Un’ombra si allunga sulla Cina. Quella di Svb e First Republic Bank, le due banche fallite in California, che hanno fatto rivivere agli Stati Uniti lo spettro di Lehman Brothers. Istituti che hanno fatto del finanziamento alla tecnologia la loro mission ma la cui condotta, come la scarsa diversificazione dei portafogli strumenti con conseguente esposizione della banca ai tassi, rischia ora di fare scuola nel Dragone. Con la sola differenza che mentre negli Usa la risoluzione delle crisi bancarie gode di tempi certi e celeri, come raccontato da Formiche.net, nella Repubblica Popolare ci sono migliaia di risparmiatori che ancora aspettano di rivedere i propri soldi.

Ora, racconta Foreign Policy, il copione americano rischia di riproporsi in Cina. “Il secondo più grande fallimento bancario negli ultimi 15 anni degli Stati Uniti (dopo Lehman Brothers, ndr) sta fungendo da monito per i politici e le banche cinesi: la mancanza di gestione del rischio e un’inadeguata supervisione normativa creano una miscela tossica che può esplodere rapidamente”. Il senso è più o meno questo: sia Svb, sia First Republic hanno prestato per anni denaro all’industria tecnologica, non curandosi però di frammentare il proprio bacino di prodotti finanziari, riducendo l’esposizione all’andamento dei tassi.

Tale noncuranza rischia di fare i suoi danni anche in Cina. “Il successo del modello di debito di rischio di Svb per il finanziamento alla tecnologia, è stato motivo di invidia per i finanzieri cinesi. Alcune banche hanno adottato tale modello per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese tecnologiche locali. Una pratica è in linea con l’ambizione del presidente Xi Jinping di migliorare l’autosufficienza tecnologica. Il problema è che tali istituti potrebbero subire la stessa sorte di Svb se la People’s Bank of China (Pboc) inasprisse la politica monetaria, suggerendo che le ambizioni tecnologiche della Cina sono vulnerabili all’inflazione”.

Non è certo un mistero che sia Svb, sia First Republic sia nei fatti saltate per mano della Federal Reserve, la cui stretta monetaria ha svalutato le obbligazioni vendute al mercato. Tanto basta a mettere sotto osservazione le future mosse della Banca centrale cinese. “In questo contesto, la Pboc deve mantenere i tassi bassi per soddisfare, anche, la duplice esigenza di finanziare l’autosufficienza tecnologica della Cina e di promuovere la ripresa economica post-Covid”.

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