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Cosa c’è dietro i “diciamo” di Schlein. La versione di Sisci

Può capitare di dovere essere evasivi. Non è il primo e non sarà l’ultimo politico ad aprire la bocca senza dire niente, ma c’è modo e modo di farlo, qualunque siano stati i suoi calcoli

Criticare le performance mediatiche della neo-segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, è forse troppo facile, e quindi occorrerebbe astenersi. Tuttavia, ci perdoni signora Schlein, per lei, per il suo partito e per l’Italia qualche parola va spesa. È sempre meglio parlare chiaro e comunicare concetti forti, in politica e in ogni altro ambito. Ma può capitare di dovere essere evasivi. Non è il primo e non sarà l’ultimo politico ad aprire la bocca senza dire niente, ma c’è modo e modo di farlo, qualunque siano stati i suoi calcoli.

Schlein non ha il tocco urticante del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, avvocato sedicente del popolo e certamente d’affari. Lui davanti al panico e alla disperazione dal Covid-19 lasciava gli schermi in attesa per ore. Annunciava grandi manovre ed elargiva banalità. Lei non ha la sfrontatezza di assicurare tutto gratis per tutti, come fosse il miracolo della manna dal cielo. Quello che si vede in Conte è il Masaniello in abito sartoriale, che promette alla gente ma pensa a sé stesso. Schlein non è così, e in fondo lei nemmeno ha il palco di presidente del Consiglio né davvero è andata mai a caccia di voti. Quindi non sappiamo che farà e come.

Di certo nell’essere evasiva, lei non ha il guizzo di Giulio Andreotti che sfornava battute elargendo divertimento invece di informazioni. Né ha la sapienza teologica di Aldo Moro. Lui ti avvolgeva la testa in proposizioni intrecciate di ipotassi che accendevano i neuroni come alberi di Natale senza dire niente. Non ha l’orgoglio e la veemenza di Palmiro Togliatti, Enrico Berlinguer o Bettino Craxi che, quando volevano dire nulla, in mezzo trasudavano fierezza e speranza. Insomma c’è grande eloquenza anche nel vuoto e come lo si dice, dice tanto. Non è un “diciamo”.

Quindi c’è qualcosa di profondo nel non-detto della povera conferenza stampa di Schlein. Si sente che il suo entusiasmo è arrivato alla fine, che non sa cosa dire, non perché nasconde qualcosa di forte ma perché più profondamente non sa cosa pensare o ha paura di pensarlo.

Anche la sua concorrente, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha paura. Lo tradisce nella sua excusatio non petita sull’applicazione Pnrr dicendo a Claudio Cerasa sul Foglio che “il tentativo di mettere sulle spalle del mio esecutivo il peso di scelte sbagliate e ritardi ha il fiato corto”. Cioè in tale affermazione, defensive direbbero gli americani, tradisce che lei si intuisce colpevole di sbagli e ritardi sul Pnrr. Ma in questa paura si vede anche che lei vuole andare avanti e affrontare i problemi.

C’è qualcosa di diverso nella conferenza stampa di Schlein. Pronuncia circonlocuzioni zoppe, frasi appese in aria, intercala “diciamo” non perché, come altri, fa a pugni con la sintassi. È perché sente un vuoto di nuovo e vero pensiero politico, radice profonda della crisi del suo partito, trascurata da anni. La sua voce si alza, prende un tono, quando parla di diritti sessuali, ma a quanti importano? Il sesso si è sempre fatto con o senza diritti firmati per legge. Il bollo e il francobollo sul sesso sanno di vecchia marchetta, di postribolo sì, ma con convalida comunale, di assoluzioni dal prete per “atti impuri”. Sanno di borghesia perbenista con licenza di perversione. La perversione poi non è tale se con autorizzazione timbrata. Quella è nemica dei veri nobili perversi.  Comunque non sono i problemi del Paese. Inoltre, il Partito democratico deve saperlo, questo nulla piatto, senza venti, senza umori è la più grande forza di sostegno alla presidente Meloni che offre oggi la governabilità fornita ieri dal Partito democratico.

Un mesto consiglio allora alla Schlein, e, se posso, glielo suggerisca anche lei presidente Massimo D’Alema, che, dicono, sia suo ispiratore: pensi a qualcosa di forte e di vero, e poi magari anche lo taccia. Ma prima lo pensi. Se non ci riesce si faccia aiutare. Il pensiero è infatti spesso collettivo. Senza pensiero anche il silenzio, l’evasività, è morte per lei e il paese. C’è bisogno oggi di un’opposizione efficiente e domani di un governo alternativo e sempre efficace. E scusi, non sono stato evasivo.

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