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Tutte le carte di Erdogan sul tavolo elettorale turco

Investimenti, ricostruzione, gas: le prossime urne avranno un impatto significativo sotto molti profili. Attenzione alle alleanze e con l’Egitto in piedi un piano per la Libia

Infrastrutture e gas: così Erdogan sta affrontando la campagna elettorale più complessa in vista di elezioni, mai come questa volta da 20 anni a questa parte, dall’esito incerto. Inaugurando l’International Financial Center (IFC) nella parte asiatica di Istanbul, il Presidente uscente ha presentato il progetto da 3,4 miliardi di dollari come “un nuovo ecosistema che collegherà tre continenti”. È legato idealmente al giacimento di gas naturale di Sakarya nel Mar Nero. Ecco le due fiches che punta sul tavolo (non solo) interno, ma con l’occhio rivolto a Pechino e Mosca.

Investimenti & elezioni

Verranno inoltre costruite 650.000 nuove case nella zona colpita del terremoto. La mossa in ‘avanti’ di Erdogan punta a smorzare gli effetti dell’inflazione, schizzata vertiginosamente e che si somma alle macro turbolenze economiche date dalla liquidazione dei depositi. Classe media e lavoratori sono in affanno, per questa ragione il governo vede gli effetti anche comunicativi delle nuove torri di vetro e acciaio come possibile moneta di scambio per gestire il periodo difficile, mentre il tasso di cambio contro il dollaro è sceso al punto più basso dall’introduzione della nuova lira turca che risale al gennaio 2005. Appare evidente che una rielezione del presidente cementerebbe il suo ruolo egemonico e la scelta non casuale del 14 maggio per lo svolgimento delle elezioni lo dimostra: infatti il 14 maggio 1950 Adnan Menderes, fonte di ispirazione per Erdogan, sconfisse Kemal e divenne il primo ministro turco a insediarsi dopo le elezioni multipartitiche.

Gas

Erdogan ha attivato la prima fornitura di gas naturale della Turchia dall’impianto onshore da una riserva scoperta nel Mar Nero, con l’obiettivo di fornire gas naturale gratuito alle famiglie prima delle elezioni del 14 maggio. La Turkish Petroleum (Tpao) di proprietà statale ha avviato la produzione da Sakarya che, potenzialmente, potrebbe attingere fino a 25 trilioni di piedi cubi di gas per pozzi sottomarini collegati a un impianto onshore a Filyos. Inoltre il governo prova a tagliare le bollette del gas per i consumatori e le imprese, mossa che si lega alle imminenti urne, sfruttando in maniera armonica Sakarya come impulso al settore energetico del Paese. Le importazioni nette di energia della Turchia, che includono petrolio, gas e altri prodotti, nel 2022 sono state di 80 miliardi di dollari.

Alternativa

Il candidato delle opposizioni, Kemal Kilicdaroglu, presenta un altro profilo: toni bassi, pochi annunci e pragmatismo soprattutto in un momento complesso come l’attuale. In questo senso va letta la sua promessa di avere un “normale” presidente, qualora dovesse vincere. Sul tavolo sono attenzionati vari dossier, non solo legati all’inflazione ma anche alle libertà, ai diritti e soprattutto alle relazioni con gli investitori stranieri. Ha già annunciato inoltre che rilascerà due prigionieri simbolo come l’uomo d’affari Osman Kavala e il leader filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, inviando un messaggio alla comunità internazionale.

Relazioni e partnership

Non ci sono solo le urne a occupare le attenzioni interne ed esterne turche, ma anche il collegato con la grande rete di alleanze e partnership. Un banco di prova interessante è quello che riguarda Libia ed Egitto: Ankara e Il Cairo stanno provando a riallacciare i rapporti, ma con uno scoglio rappresentato dal memorandum d’intesa firmato tra Turchia e Libia sulla delimitazione delle loro aree di giurisdizione marittima. Ankara ha firmato questo memorandum con l’allora governo legittimo della Libia, ma non è stato ratificato dal parlamento e ha prodotto la reazione della Grecia, che di questo ha investito anche le Nazioni Unite. Inoltre Ankara e Il Cairo sembra siano ormai in dirittura di arrivo per programmare assieme un tentativo di stabilizzazione della Libia.


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