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Il terzo Polo di Carfagna sarebbe una risorsa per il centrodestra. Parla Cesa

Il grande partito conservatore, una coalizione da allargare e il centro da recuperare. Mara Carfagna sarebbe “perfetta” per un’ampliamento del centrodestra. Ne è convinto il leader dell’Udc che ragiona anche in chiave europee 2024. “Molti del terzo polo in Parlamento hanno votato le misure adottate dall’attuale maggioranza. Molti di loro, come Carfagna e Gelmini, vengono dal centrodestra. Insomma, includere il terzo polo nel centrodestra non sarebbe un’operazione difficile”

I nomi che circolano sono tanti. Ma il più accreditato sarebbe quello di Mara Carfagna. A lei spetterebbe il compito di riunire i cocci dopo la deflagrazione del progetto di partito unico tra Azione e Italia Viva. Carfagna, però, sarebbe “perfetta per riequilibrare verso il centro gli attuali assetti della coalizione di centrodestra, in ottica di allargamento ed espansione della coalizione di governo”. La pensa così Lorenzo Cesa, leader dell’Udc che a Formiche.net in qualche modo rilancia l’idea di un centrodestra più inclusivo – richiamato le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto – anche in ottica delle europee del prossimo anno.

Cesa, come si immagina il ruolo di Mara Carfagna?

Mara è una persona che stimo e che apprezzo. Ed è per questo che dico che potrebbe intercettare una parte di elettorato del terzo polo e farlo convogliare, dopo la rottura annunciata tra Renzi e Calenda, nella coalizione di centrodestra. In questo modo si andrebbero anche a riequilibrare i rapporti di un’aggregazione politica che in questi anni ha cambiato profondamente i suoi assetti.

L’idea del ministro Crosetto di un partito conservatore, che allarghi la coalizione, come la vede?

C’è una condivisione di valori e idee nel Centrodestra ma credo che ci siano anche pluralità e differenze che meritano di essere rispettate. Il ragionamento del Ministro è condivisibile quando dice che il futuro della politica è il Centro. L’ho sempre detto: senza centro non si governa.

Ha già lo sguardo rivolto alle elezioni europee del prossimo anno?

Beh quello sarà senz’altro un appuntamento decisivo. Se anche il terzo polo convergesse in una coalizione allargata di centrodestra si potrebbe davvero proporre all’elettorato qualcosa di molto interessante. Il terzo polo potrebbe ancorarsi al Ppe e costituire un campo centrista e popolare avendo un peso nei nuovi assetti in Ue.

Il terzo polo, in Italia, è definitivamente morto?

Quello tra Renzi e Calenda è sempre stato solo un cartello elettorale che, fin dalla nascita, aveva prospettive limitate. E infatti l’esperienza è durata davvero poco.

Non c’è il rischio, includendo nel centrodestra gli “apolidi” centristi di portare avanti una fusione a freddo con scarsi risultati?

Se lei nota, molti del terzo polo in Parlamento hanno votato le misure adottate dall’attuale maggioranza. Molti di loro, come Carfagna e Gelmini, vengono dal centrodestra. Le battaglie sulla giustizia dell’onorevole Costa sono per lo più a sostegno del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Insomma, includere il terzo polo nel centrodestra non sarebbe un’operazione difficile. Basta avere la volontà di farlo. Una volontà che deve venire da loro. Magari proprio da Mara Carfagna.

Al di là della questione giustizia, pensa che ci possano essere altri punti di convergenza ad esempio sulle riforme istituzionali?

Penso di sì, ma in generale sulle riforme istituzionali il dibattito va aperto anche all’interno del centrodestra. Quando si mette mano alla Costituzione, occorre sempre molta cura garantendo il sistema dei pesi e dei contrappesi che contraddistingue il nostro sistema istituzionale.

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