Non solo Russia e Cina sono impegnati nei rapporti con l’America latina. Giovedì ci sarà l’incontro tra il presidente americano e l’omologo colombiano per discutere sul regime venezuelano. Il governo statunitense sarebbe pronto ad allentare le sanzioni ma solo a condizioni di garanzie per elezioni libere in Venezuela
Mentre Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, è in tour in Sudamerica, gli Stati Uniti cercano di non rimanere indietro: oggi il presidente Joe Biden riceverà il presidente della Colombia, Gustavo Petro, nello Studio Ovale della Casa Bianca a Washington. Questo sarà il primo incontro tra i due presidenti e all’ordine del giorno ci sarà la discussione sul regime di Nicolas Maduro in Venezuela.
Secondo l’agenzia di notizie Reuters, un funzionario del governo americano ha assicurato che Biden dirà a Petro che è disposto ad allentare le sanzioni contro il regime venezuelano, ma solo in cambio di garanzie concrete di elezioni libere e trasparenti nel Paese sudamericano.
Il governo di Petro ha convocato per il 25 aprile una riunione internazionale con diversi leader dell’America latina, l’Europa e gli Stati Uniti affinché si possa riattivare il dialogo politico tra il regime di Maduro e l’opposizione venezuelana a favore di una soluzione pacifica alla crisi del Venezuela.
Maduro, intanto, ha detto che non parteciperà all’incontro internazionale. Petro avrebbe anche chiesto all’Organizzazione di Stati Americani (Osa) di riadattare la Carta Democratica dell’organizzazione per accettare di nuovo il Venezuela: “Dice la Carta democratica che solo una sentenza giudiziale toglie i diritti politici. Allora, perché togliete i diritti politici al popolo senza una sentenza?”.
Petro ha proposto agli Stati membri dell’Osa di “arricchire” la Carta Democratica includendo diritti come l’uguaglianza delle donne o i “diritti della natura”, così come allargare verso “una democrazia più viva, più ricca, che non si trova più nell’Europa occidentale o negli Stati Uniti”.
Come si legge sul sito Infobae, Petro ha ricordato che deve la sua presidenza alla Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo, che nel 2020 sentenziò a suo favore e contro lo Stato colombiano quando era sindaco di Bogotà: “Sono stato vittima di una violazione di questa Carta quando mi hanno tolto i diritti politici e mi sono stati ridati con una sentenza della Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo […] Ora dobbiamo chiedere, zero sanzioni e più democrazia e pace”.