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Kiev e immigrazione, il doppio filo tra Spagna e Italia

Meloni e Sanchez convergono sui passi in avanti da compiere sin dal prossimo consiglio europeo di giugno, mentre si apre molto spazio, di manovra e di dibattito, sul capitolo cinese.

È il doppio fil rouge su Ucraina e immigrazione a tenere banco in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e il presidente del Governo spagnolo Pedro Sanchez. Un’occasione non solo di scambio di vedute, ma di consapevolezze comuni con all’orizzonte l’obiettivo del prossimo consiglio europeo di giugno in cui sarà necessario compiere dei passi in avanti. Se da un lato la Spagna ha visto abbassarsi il numero degli arrivi sulle proprie coste, dall’altro l’emergenza tunisina che impatta sull’Italia e la necessità di non spegnere le attenzioni (anche militari) sul teatro di guerra ucraino rappresentano un terreno comune su cui far camminare le relazioni italo-iberiche.

Lo hanno ribadito i due leader, sia in relazione ad un “un rapporto che intendiamo rafforzare: siamo pronti a lavorare insieme per tutto quello che sarà necessario ai nostri rispettivi interessi nazionali e all’Europa”, ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sia al peso specifico della presenza italiana in loco. Quando Meloni ha ricordato il successo dei Frecciarossa, in grado di aggiudicarsi importanti gare in Spagna, torna a sottolineare un aspetto delle partnership che tocca i numeri delle aziende italiane e le prospettive future quanto a nuovi contratti. Ciò dimostra, ha spiegato, “che nella società spagnola il know-how italiano, la capacità delle nostre imprese sono sempre ben viste”.

Le due “nazioni mediterranee molto simili, molto vicine, che si capiscono anche se parlano ciascuna la propria lingua”, dunque, hanno tracciato una rotta precisa sul dossier Kiev: a fine mese verranno inviati in Ucraina i sei carri armati Leopard 2A4 che la Spagna ha promesso a Zelensky, come annunciato dal ministro della Difesa Margarita Robles. Mentre il premier italiano da mesi ribadisce il sostegno italiano sottolineando che “l’Italia non tentennerà”, così come ha fatto con il sistema Samp-T.

Sul dossier migranti si attende ora il via libera di Bruxelles ad iniziative concrete, come ad esempio quei finanziamenti che sono parte delle soluzioni strutturali per i paesi del Nord Africa: Italia e Spagna accusano una convergenza sulla questione migratoria che “va affrontata focalizzandoci sugli spostamenti primari, l’Europa in una fase così delicata deve dare risposte efficaci ed immediate, guardare con molta più attenzione ai confini esterni, confidiamo che ci siano ulteriori passi in avanti nel prossimo Consiglio europeo di giugno”. Il tutto mentre si apre molto spazio, di manovra e di dibattito, sul capitolo cinese.

Sanchez da Roma (forse non casualmente) ha osservato che l’Ue presenta delle difficoltà quanto al rapporto asimmetrico con Pechino. Ovvero mentre il vecchio continente stimola i suoi mercati a investimenti, la stessa apertura non c’è da parte cinese, quando le aziende europee vogliono entrare nel mercato cinese. E detto nel giorno in cui Macron e von der Leyen a Pechino testano la sicurezza economica europea ha un peso specifico.

In occasione del prossimo vertice bilaterale, già annunciato per il 2024 però, non è certo che sarà Sanchez a presiederlo, dal momento che il paese a fine anno sarà interessato dalle elezioni politiche, dove i sondaggi danno in testa i popolari che dovrebbero allearsi con Vox (vicini a Fratelli d’Italia).

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