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La Cina punta a dirottare satelliti? L’allarme dell’intelligence

La Cina intende diventare la prima potenza oltre l’atmosfera terrestre entro il 2045. Per raggiungere l’obiettivo, secondo un documento della Cia, Pechino starebbe sviluppando una sofisticata capacità cyber per copiare i segnali che da terra raggiungono i satelliti in orbita per prenderne il controllo

La Cina starebbe preparando un arsenale di sofisticate armi cibernetiche con l’obiettivo di prendere il controllo dei satelliti avversari, incapacitandoli o dirottandoli a piacimento. A dirlo sarebbe la stesa Cia, secondo un report dell’Intelligence ripreso dal Financial Times, parte del materiale trafugato e diffuso da Jack Teixeira, il ventunenne membro dell’Intelligence della Guardia nazionale aerea del Massachusetts arrestato dall’Fbi con l’accusa di aver pubblicato documenti riservati statunitensi. Secondo l’agenzia statunitense, Pechino starebbe spingendo sullo sviluppo di nuove capacità per negare, sfruttare o dirottare i satelliti nemici come parte di una strategica per il controllo delle informazioni, considerato dagli strateghi della Repubblica popolare un dominio-chiave nel combattimento in caso di guerra.

Lezioni ucraine

La guerra in Ucraina ha dimostrato quanto importanti siano i satelliti per la conduzione di operazioni militari nei moderni scenari operativi. La parte più visibile dei combattimenti, fatta di movimenti di fanteria, corazzati e artiglieria, benché ricordino i conflitti mondiali del Novecento, sarebbero impossibili senza la dimensione cibernetica e spaziale, in una vera e propria fusione tra i concetti di convenzionale e ibrido. Alla vigilia dell’invasione del 24 febbraio 2021, il massiccio attacco cyber russo ai danni della rete militare ucraina è stato essenziale per garantire i primi successi delle forze russe sul campo, così come il ripristino delle capacità informatiche grazie ai satelliti di SpaceX è stato cruciale per le difese di Kiev. Lezioni che stanno venendo studiate con molta attenzione anche da Taiwan, impegnata nella costruzione di una infrastruttura di comunicazioni satellitare capace di sopravvivere a un attacco da parte cinese nell’eventualità di una invasione.

Prendere il controllo dei satelliti

Ma secondo il documento della Cia, le capacità di Pechino sarebbero ben più avanzate e sofisticate da quelle dimostrate da Mosca sui campi di battaglia ucraini, dove la Russia ha attaccato i satelliti di Kiev con un approccio basato sulla pura forza bruta, lanciando segnali elettronici di jamming che hanno interferito con le frequenze dei satelliti obiettivo. La Cina, invece, non vuole semplicemente a disturbare o degradare il segnale. Punta a sfruttare la dimensione cyber per copiare esattamente il segnale che da terra raggiunge il satellite in orbita e “prenderne il controllo, rendendoli inefficace a supportare le comunicazioni, si sistemi d’arma o di Intelligence, di sorveglianza e di ricognizione”.

Il “sogno cinese” oltre l’atmosfera

Se l’Ucraina ha potuto contare per il recupero delle proprie capacità di comunicazione sulla rete di satelliti di Elon Musk, l’obiettivo della Cina è proprio quello di colpire questo tipo di infrastrutture orbitali. I satelliti comunicano tra loro, operando in insiemi interconnessi che rilanciano segnali e comandi ai sistemi d’arma o riportano a terra dati, immagini e informazioni. Riuscire a infiltrarsi nel canale di queste comunicazioni apre a ogni tipo di scenario, dalla messa fuori uso di intere costellazioni all’invio di ordini contraddittori o informazioni false. Come registrato dal comandante della Us Space force, il generale B. Chance Saltzman, al Congresso, l’obiettivo di Pechino è realizzare il suo “sogno spaziale”: diventare la prima potenza oltre l’atmosfera terrestre entro il 2045. “La Cina continua a investire in modo aggressivo in tecnologie destinate a disturbare, degradare e distruggere le nostre capacità spaziali”, ha dichiarato Saltzman, portando i dati di questo sforzo da parte cinese. L’Esercito di liberazione popolare schiera attualmente 347 satelliti, di cui 35 lanciati negli ultimi con l’obiettivo di monitorare, tracciare, colpire e attaccare le forze statunitensi in qualsiasi futuro conflitto.


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