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Cosa (non) sappiamo della fuga di notizie dal Pentagono

“Non sappiamo se i documenti trapelati negli ultimi giorni siano gli unici”, ha spiegato la Casa Bianca. Da dove arrivano? Cosa contengono?

Il presidente statunitense Joe Biden è stato aggiornato sui documenti classificati del Pentagono pubblicati negli ultimi giorni su una serie di piattaforme social, tra cui Twitter e Telegram, relativamente alla situazione in Ucraina e alla controffensiva che Kiev si sta preparando a lanciare in primavera contro la Russia. Lo ha detto John Kirby, coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale, durante un briefing con la stampa. “Non sappiamo se quelli trapelati negli ultimi giorni siano gli unici documenti interessati dalla fuga di notizie”, ha precisato. Il sito americano Axios ha pubblicato una guida ai leak, sui quali però rimangono diversi interrogativi aperti. A partire dal più importante, specie se è vero che in guerra la prima vittima è la verità: chi li ha diffusi?

QUANDO SONO STATI DIFFUSI I DOCUMENTI?

Secondo il New York Times, il giornale che per primo ha parlato della fuga di notizie, i documenti trapelati sono apparsi su vari siti di social media nel corso delle scorse settimana. Alcuni sono apparsi sulla piattaforma Discord all’inizio di marzo, mentre altri, risalenti a gennaio, sembrano essere stati pubblicati ancora prima, anche se non è chiaro quando, secondo Bellingcat. Secondo la stessa testata, sono stati poi diffusi sulla bacheca anonima 4chan e sui canali filorussi di Telegram, prima di arrivare su Twitter e sui principali media.

DA DOVE ARRIVANO?

Individuare il responsabile sarà difficile: centinaia, forse migliaia di funzionari del governo e militari hanno le necessarie autorizzazioni di sicurezza per aver avuto accesso a questi documenti, ha riferito il New York Times. La CNN ha evidenziato come i documenti siano apparsi online in foto di pezzi di carta accartocciati, posati su riviste e circondati da oggetti domestici: ciò suggerisce che potrebbero essere stati frettolosamente infilati in una tasca e poi fotografati in un luogo sicuro. Secondo il New York Times, alcune delle circa 100 pagine sarebbero state modificate in un secondo momento per aumentare le stime statunitensi sulle vittime ucraine della guerra e abbassare le vittime russe, spingendo i funzionari ucraini e i blogger russi ad accusare l’altra parte di un tentativo di disinformazione.

CHE COSA CONTENGONO?

Nei documenti ci sono valutazioni statunitense sulla guerra in Ucraina tra febbraio e marzo. Si parla anche di guadagni territoriali e carenza di munizioni. Come osserva il New York Times, i documenti illustrano gli sforzi statunitensi per spiare i vertici ucraini e illustrano l’ampia conoscenza degli Stati Uniti dell’intelligence governativa russa – un fatto che potrebbe danneggiare gli sforzi di spionaggio degli Stati Uniti se la Russia scoprisse da dove provengono le informazioni. Inoltre, descrivono anche gli sforzi americani per spiare alcuni loro alleati, Israele e Corea del Sud.

CHE COSA DICONO DEGLI ALTRI PAESI?

Uno dei documenti, un aggiornamento della Cia del 1° marzo basato sulla signals intelligence, sembra mostrare che la leadership del Mossad abbia spinto il proprio personale e i cittadini israeliani a protestare contro le riforme giudiziarie proposte dal governo di Benjamin Netanyahu. Un altro rapporto di signals intelligence descrive la preoccupazione della Corea del Sud che i proiettili di artiglieria richiesti dagli Stati Uniti per rifornire le proprie scorte possano finire in Ucraina. Un altro documento suggerisce che una forza di meno di 100 membri delle forze speciali di Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Lettonia sia stata attiva in Ucraina, come ha evidenziato il Guardian.

QUALI SONO STATE LE REAZIONI?

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha affermato in un post su Telegram che queste fughe di notizie sono un atto di disinformazione russa per “distogliere l’attenzione dagli effettivi preparativi per la prossima fase della guerra” e “seminare dubbi e sospetti reciproci tra i partner” che sostengono Kyiv. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato alla CNN che la Russia non ha “il minimo dubbio sul coinvolgimento diretto o indiretto” degli Stati Uniti e della Nato nella guerra in Ucraina e che “questo livello di coinvolgimento sta aumentando”. La Francia ha negato le accuse di presenza di sue forze sul terreno in Ucraina: “Non ci sono forze francesi impegnate in operazioni in Ucraina”, ha dichiarato sabato l’ufficio stampa del ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu a Le Monde. Il governo israeliano ha negato quanto riportato dai documenti del Pentagono in una dichiarazione pubblica. Kim Tae-hyo, vice consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreano, ha negato che Seul abbia subito attività di spionaggio da parte di Washington.

I RISCHI PER MOSCA

Il Pentagono sta indagando, anche grazie all’aiuto dell’Fbi. La faccenda può offrire un’occasione all’intelligence russa. Ma anche a Mosca ci sono rischi. Come osserva lo storico reporter americano Jeff Stein, “un aspetto collaterale potrebbe essere che i capi del controspionaggio di Mosca finiscano per creare così tanto caos e così tanta paranoia da bloccare le operazioni di GRU e FSB contro Nato e Ucraina, un po’ come la leggendaria paranoia di James Jesus Angleton sulle talpe del KGB all’inizio della Guerra fredda bloccò le operazioni della CIA contro la Russia”.

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