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Perché il macronismo filo-Xi è un pericolo per l’Europa. L’allarme di Sapelli

“Il memorandum della Via della Seta? Meloni lo sconfessi. L’Ue? Un’entità a metà strada tra la Cassa del Mezzogiorno e il Gosplan sovietico. Equilibri rotti significa che nessuna grande potenza prevale sull’altra, ma crescono le potenze medie come la Turchia”. Conversazione con l’economista Giulio Sapelli

Il macronismo filo-Xi? Fa proseliti anche in Irlanda a causa di equilibri mondiali rotti. Giorgia Meloni? Sconfessi il memorandum sulla Via della Seta firmato sciaguratamente nel 2019. Così a Formiche.net Giulio Sapelli, economista e professore ordinario di Storia economica all’Università degli Studi di Milano che raccoglie la sfida del dibattito aperto sulle parole del presidente francese circa il nuovo ruolo che l’Europa dovrebbe avere con la Cina, segnando di fatto una rivoluzione copernicana della tradizione atlantista passata.

L’Ue non deve rimanere “bloccata nel mezzo” di una disputa tra Stati Uniti e Cina e dovrebbe assumere una posizione più unificata nei confronti della competizione tra le due potenze. Lo ha detto il primo ministro irlandese secondo cui gli Stati membri non hanno una visione coerente (“nella misura in cui dovremmo”, della “concorrenza emergente”). Dunque il macronismo filo Xi fa proseliti?

Naturalmente il macronismo filo-cinese fa progressi, perché quando il sistema internazionale è, come accade in questo momento, polarizzato significa che non riesce a raggiungere un equilibrio stabile. Equilibrio non vuol dire pace perenne, ma vuol dire che nessuna potenza riesce ad affermare il suo potere sulle altre. È ciò che sta capitando con l’aggressione russa all’Ucraina, ovvero una rottura dell’equilibrio perché gli americani di fatto non sono riusciti né a sconfiggere né a fermare la Russia.

E le potenze medie?

Prendono quota, soprattutto dopo che hanno avuto un ruolo inusitato non tanto in Europa, ma soprattutto nel Grande Medio Oriente. Penso alla Turchia, che praticamente ha allargato la sua sfera di potenza dalla Siria alla Libia. Il caso di Assad segue temporalmente i fatti della guerra in Iraq, che ha fatto centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. Voglio dire che l’equilibrio si è già rotto e gli americani sono in una pericolosa (per tutti) discesa di potenza. Pensiamo dunque ad una potenza che si pensa imperiale ma senza avere più i mezzi dell’imperialismo, come la Francia, ed è stupefacente che venga seguita dagli irlandesi. Ma tutto ci diventa chiaro se si riflette sul fatto che l’Irlanda, soprattutto quella del sud, definisce il suo interesse prevalente in opposizione agli interessi della Gran Bretagna, dato che la Gran Bretagna è la punta di lancia armata della prosperità, impegnata in questa difficile rincorsa a un equilibrio di potenza favorevole alla frontiera stessa. Per cui gli irlandesi non fanno altro che seguire la loro storia e comportarsi come ad esempio io non mi aspettavo.

Per quali ragioni?

L’Irlanda ricomincia ad avere un suo ruolo dopo la visita di Joe Biden che in fondo potrebbe aver sfavorito se stesso. Dopo la sua partenza il premier ha poi fatto quelle dichiarazioni pro Xi: si tratta degli effetti della politica di equilibrio che ritorna con tutti i suoi passaggi controintuitivi.

Come giudica il varco pericolosamente aperto ora (a guerra in corso) da Macron?

Pieno di rischi. Penso al Brasile, dove dopo l’impeachment all’ex presidente Dilma Rousseff quest’ultima è presidente della Banca dei Brics, ovvero la più impegnata per favorire la diffusione dello yuan e delle monete locali contro il dollaro. Quindi sta venendo giù una cascata delle Marmore.

Cosa potrebbe accadere alla capacità dell’Ue di restare ancorata alla sua storia di atlantismo?

Al momento l’Ue è un’entità a metà strada tra la Cassa del Mezzogiorno e il Gosplan sovietico: c’è l’Unione europea come istituzione ma di fatto ci sono le singole nazioni, in primo luogo la Francia la Germania, e poi noi che spesso fatichiamo. Penso al memorandum sulla Via della Seta siglato nel 2019: è stato un errore catastrofico. La prima cosa che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dovrebbe fare è sconfessare quel memorandum. È vergognoso che l’Italia l’abbia firmato come unico Paese dell’Ue e unico del G7. I frutti di quell’accordo porteranno solo guai.

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