Per i leader di nove Paesi europei la regione può diventare la più grande centrale elettrica al mondo. E la Russia muove la sua flotta
“I mari del Nord possono essere la più grande centrale elettrica del mondo”, hanno scritto su Politico i leader di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Regno Unito e Danimarca alla vigilia dell’incontro odierno dei nove a Ostenda, in Belgio. Un tempo culla della rivoluzione industriale e sede di alcuni dei progetti ingegneristici più ambiziosi al mondo, come l’Eurotunnel, i Paesi che circondano il Mare del Nord vogliono tornare a essere protagonisti. Ma la Russia sembra prepararsi a far saltare i piani dei nove leader.
UNA REGIONE STRATEGICA
Il Mare del Nord è già una risorsa energetica critica per i Paesi da esso bagnati (come dimostrano i progetti della norvegese Equinor) e la pericolosità di queste acque si è dimostrata recentemente con il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. La ricchezza di energie pulite e la facilità di installazione di infrastrutture rendono questa regione un potenziale enorme bacino di risorse ma anche, allo stesso, un obiettivo di attività ibride da parte di un attore come la Russia.
LE ISOLE DI TURBINE
L’incontro di Ostenda ruota attorno al progetto di enormi “isole” di turbine costruite in mare, con la promessa di un aumento di dieci volte della produzione di elettricità entro il 2050. Come riporta il Times di Londra, il ministro dell’Energia britannico Grant Shapps annuncerà un piano per la più grande linea elettrica multiuso del mondo sotto il Mare del Nord. La linea LionLink, la seconda al mondo nel suo genere, collegherà il Regno Unito e i Paesi Bassi attraverso delle pale eoliche offshore. “In risposta all’aggressione della Russia contro l’Ucraina e ai tentativi di ricatto energetico contro l’Europa, accelereremo i nostri sforzi per ridurre il consumo di combustibili fossili e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili”, hanno affermato i ministri in una bozza di comunicato. Shapps ha inoltre aggiunto: “Stiamo rafforzando la nostra sicurezza energetica e inviando un segnale forte alla Russia di [Vladimir] Putin che i giorni del suo dominio sui mercati energetici globali sono davvero finiti”.
LE MOSSE DI MOSCA
Ma nei giorni scorsi un’indagine congiunta delle emittenti pubbliche in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia ha rivelato che la Russia starebbe preparando il sabotaggio dii parchi eolici e i cavi di comunicazione proprio nel Mare del Nord. La BBC la descrive una guerra “nell’ombra” di Mosca avverrebbe anche per mezzo di una flotta di navi camuffate da pescherecci e navi da ricerca, dotate di attrezzature di sorveglianza subacquea, che starebbero mappando siti chiave per possibili sabotaggi. Il rapporto si concentra in particolare su una nave russa chiamata Ammiraglio Vladimirsky, ufficialmente una nave oceanografica o da ricerca subacquea e che invece sarebbe una nave spia russa. Un ufficiale del controspionaggio danese afferma che i piani di sabotaggio sono in preparazione e pronti a essere messi in atto in caso di pieno conflitto con l’Occidente, mentre il capo dell’intelligence norvegese ha detto alle emittenti che il programma è considerato molto importante per la Russia ed è controllato direttamente da Mosca. Le emittenti affermano di aver analizzato le comunicazioni russe intercettate, che si riferiscono a “navi fantasma” che navigano nelle acque nordiche e che hanno spento i trasmettitori per non rivelare la loro posizione.