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Il Montana vieta TikTok per tutti. Un esperimento da tenere d’occhio

È il primo Stato americano a prendere una decisione simile, e potrebbe fungere da paradigma. Manca solo la firma del governatore Greg Gianforte, poi sarà legge a partire dal 2024. Previste pene fino a 10mila dollari per chi le viola. Ma all’orizzonte c’è un contenzioso legale che può bloccare la decisione politica

Alla lunga lista degli Stati contro TikTok si aggiunge anche il Montana, con una novità assoluta. Con 54 voti favorevoli e 43 contrari, i parlamentari hanno deciso di approvare una legge che vieterà la piattaforma cinese sull’intero territorio statale, impedendo agli app store di Google e Apple di offrire la possibilità di scaricarla sui dispositivi di tutti i cittadini. È il primo Stato a prendere una decisione così radicale, a differenza degli altri che hanno iniziato con un divieto più soft – se così si può definire – limitando le restrizioni alle sole istituzioni.

La legge, nota come SB419, è stata spedita all’ufficio del governatore Greg Gianforte e, se la firmerà, entrerà in vigore a partire dal primo gennaio del 2024. Da quel momento, chiunque infrangerà le regole andrà incontro a sanzioni pecuniarie che si aggirerebbero sui 10mila dollari, sia che si tratti di una persona fisica sia che a renderlo disponibile sia un app store. L’unico modo per revocarla sarebbe nel caso in cui gli azionisti cinesi di TikTok vendessero tutte le loro azioni, così come richiesto dal governo federale per continuare a operare negli Stati Uniti.

Non era mai stato compiuto un passo simile e, infatti, il timore è che la legislazione andrà incontro a diverse diatribe legali. Ad avere questo presentimento sono anche gli stessi parlamentari del Montana, convinti che qualcuno o qualcosa si opporrà. Su tutti, naturalmente, il diretto interessato. “I sostenitori del disegno di legge hanno ammesso di non avere un piano fattibile per rendere operativo questo tentativo di censurare le voci americane e che la costituzionalità del disegno di legge sarà decisa dai tribunali”, ha tuonato la portavoce di TikTok, Brooke Oberwetter. “Continueremo a lottare per gli utenti e i creatori di TikTok in Montana, i cui mezzi di sostentamento e diritti del Primo Emendamento sono minacciati da questa eccessiva prevaricazione del governo”.

Proprio qui risiederebbe la falla più grande della legge, nella limitazione della libertà d’espressione sancita dal Primo Emendamento. “Questa mossa crea un pericoloso precedente secondo cui il governo può cercare di vietare qualsiasi attività commerciale che non gli piace senza prove di evidenti illeciti”, è il pensiero di NetChoice, un gruppo di pressione nel settore tech. “La Costituzione degli Stati Uniti proibisce chiaramente ai legislatori di approvare leggi che criminalizzano un individuo o un’azienda specifica. Il governatore Gianforte dovrebbe porre il veto su questa legge chiaramente incostituzionale”.

Washington, e come lei altre capitali statali, è convinta invece che l’app serva a spiare i cittadini americani. In 150 milioni sono registrati sulla piattaforma cinese di proprietà di ByteDance e la convinzione dell’amministrazione Biden, allo stesso modo dei parlamentari di Capitol Hill, è che Pechino li osservi attraverso il suo social network, che viene paragonato a un’arma di politica estera.

Tuttavia, alcune delle critiche che arrivano sostengono come ci sia modo e modo per proteggere la propria popolazione. Gli attivisti di Design it for us chiedono una regolamentazione delle piattaforme, “crediamo che i social media possano essere un bene per i giovani se sono pensati da noi. Divieti come questo fanno perdere una reale opportunità per affrontare in modo proattivo i problemi di sicurezza e di privacy dei ragazzi su queste piattaforme”.

In base a un recente sondaggio di Pew Research, il 50% degli americani è d’accordo con il divieto, il 22% contrario e il 28% non è sicuro che sia la strada giusta. Diverso il discorso per i loro politici, molto più convinti che il percorso iniziato porti a una soluzione definitiva e, soprattutto, tuteli gli interessi degli Stati Uniti. Per questo, il caso del Montana potrebbe diventare un paradigma per gli altri Stati. Costituzione permettendo.

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