La seconda fase per la fornitura di munizionamento dai Paesi europei all’Ucraina è ancora in stallo a due settimane dall’annuncio. L’incontro degli ambasciatori di mercoledì ha sbloccato un accordo per la consegna di “una quantità” di munizioni già disponibili, ma restano le incognite sul medio periodo e, soprattutto, sull’effettiva capacità produttiva delle industrie europee della difesa
Circa due settimane fa l’Unione europea aveva annunciato uno storico accordo per la fornitura di munizioni all’Ucraina. Oggi, a Bruxelles si sta ancora discutendo per risolvere le questioni legali legate all’effettiva attuazione. E alla domanda: a quali fornitori bisogna rivolgersi?
Mercoledì gli ambasciatori europei si sono incontrati a Bruxelles, ma non sono riusciti ad fare progressi significativi sul punto chiave. I contratti per le forniture verranno assegnati esclusivamente ad aziende europee come vuole la cordata di Paesi rappresentata dalla Francia? Oppure saranno aperti anche a produttori esterni? Parigi spinge perché i fondi investiti rimangano all’interno dei confini Ue. Anche Grecia e Cipro seguono questa linea. Un segnale che, secondo alcuni diplomatici è legato al desiderio di evitare che i contratti vadano ai produttori turchi.
Ulteriore questione ancora parzialmente irrisolta è la mappatura della capacità delle aziende, dato che la carenza di alcune materie sta rallentando non poco la capacità produttiva soprattutto del munizionamento di artiglieria. Come già raccontato da Formiche.net l’Ucraina spara circa 6mila proiettili al giorno, l’equivalente dell’ordine annuale di un piccolo Paese europeo, e si stima che vorrebbe spararne 65mila. In particolare, la domanda di munizioni di artiglieria in Europa è 15 volte il normale e sarebbero necessari altri due miliardi di investimenti per costruire nuove fabbriche solo per stare al passo dell’Ucraina, senza contare l’ordinaria amministrazione.
Con la situazione in stallo, gli ambasciatori hanno comunque raggiunto un accordo per donare una “quantità” di munizioni a Kyiv, già disponibili negli stockpile nazionali, di cui il testo ufficiale dovrebbe essere pubblicato la prossima settimana. La mossa darebbe seguito al via libera politico per l’invio di un milione di munizioni d’artiglieria da 155mm nell’ambito del progetto caldeggiato dall’Alto rappresentante Josep Borrell per impegnare un miliardo di euro in munizionamento dalle scorte esistenti, nella prima fase. La seconda fase consisterà nell’effettuare ordini congiunti per un ulteriore miliardo di euro ed è quella controversa.