All’Atlantic Council, il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha fatto il punto sull’attuale scenario di sicurezza globale, registrando l’importanza delle alleanze e del legame transatlantico tra Italia e Stati Uniti per assicurare la capacità di affrontare le sfide e le minacce del futuro.
Dobbiamo essere pronti a operare e muoverci e vincere in uno scenario multidominio, una priorità per tutti i Paesi europei che impone di accelerare il passo. Così il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha sottolineato l’urgenza per il Vecchio continente di adeguarsi a uno scenario di sicurezza mutevole e sempre più insicuro. L’occasione arriva dall’intervista che l’ammiraglio italiano ha svolto all’Atlantic Council, uno dei più importanti think tank attivi a Washington, nel corso della quale sono stati affrontati i temi relativi all’attuale scenario geopolitico, reso più fragile dall’invasione russa all’Ucraina, quelli relativi alla postura di difesa dell’Italia alla luce del conflitto e il sistemico cambiamento che sta coinvolgendo l’architettura di Difesa europea.
La responsabilità comune davanti alle minacce
Il capo di Stato maggiore ha iniziato il suo intervento citando il presidente Usa John F. Kennedy, che nel periodo più teso della crisi di Cuba si rivolse all’associazione dei giornali americani parlando delle “comuni responsabilità di fronte a comuni pericoli”. Gli eventi di Cuba, per l’allora presidente erano serviti “a illuminare per qualcuno la sfida, ma le dimensioni della minaccia incombono all’orizzonte da molti anni”. Oggi come allora, ha detto Cavo Dragone, i tempi sono critici, “con uno scenario strategico che evolve a velocità elevatissime, senza precedenti”.
Sfide a 360°
A quattordici mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, infatti, la Cina ha preso posizione sul conflitto, ha ricordato Cavo Dragone, con una proposta di sistemazione dello scenario geopolitico est europeo. Al contempo “la Cina ha portato avanti un negoziato per il riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran”, con Riyad che ha anche preso la decisione di entrare come partner della Shanghai Cooperation Organisation, “un’alleanza politica, di sicurezza e commerciale”. Al contempo, la Tunisia sull’orlo del collasso si sta avvicinando, come l’Algeria, la gruppo Brics, al quale guardano già anche Iran ed Egitto, “mentre la domanda di sicurezza aumenta in tutto il Mediterraneo allargato”, specialmente dove agiscono gruppi paramilitari come la Wagner o i proxy iraniani.
Gli occhi di Pechino sul Sud del mondo
Cosa sta succedendo, allora, si è chiesto Cavo Dragone. “Non c’è una risposta facile. Visto dall’alto il pianeta è diventato una scacchiera con tutti i pezzi in movimento”. Non solo allora tutte le risorse devono essere messe in campo per sostenere l’Ucraina, con il fianco est che rappresenta “la priorità militare” dell’Alleanza, con un rafforzamento della sua capacità di deterrenza, ma anche l’offensiva diplomatica cinese verso il Sud globale deve essere contrastata. “Russia e Iran stanno supportando l’azione di Pechino per rompere il proprio isolamento diplomatico”, come dimostrato anche dal voto di molti Paesi della regione che non hanno condannato l’invasione di Mosca.
L’importanza delle alleanze
Cosa fare per affrontare queste sfide? “La parola d’ordine è partnership. Oggi i partner internazionali devono diventare sempre più capaci di interoperare”. Su tutte la Nato e le altre alleanze devono diventare sempre più capaci di affrontare le sfide di oggi. Un impegno che richiederà uno sforzo anche da parte europea. L’invasione russa ha risvegliato l’attenzione europea passando da una “idea teorica verso una reale Difesa europea”. L’Ue si sta “operazionalizzando, per avere una catena di comando militare, che mancava; la crisi Ucraina, purtroppo, ci ha risvegliati”.
Il ruolo dell’Italia
In questo quadro il capo di Stato maggiore della Difesa ha anche parlato del ruolo che il nostro Paese può avere nel contesto geostrategico internazionale. Pienamente in linea con la visione geopolitica del governo e del ministro della Difesa, Guido Crosetto, l’ammiraglio indica la linea che il comparto militare nazionale intende intraprendere. Per Cavo Dragone, l’attività italiana deve essere concentrata oltre che al supporto delle attività alleate, anche a “fungere da ponte” tra la comunità euro-atlantica e i Paesi del Mediterraneo allargato. Nel corso della conversazione, naturalmente, si è fatto anche riferimento all’aumento delle spese per le Forze armate e alle iniziative del governo e del ministro Crosetto per portare il budget per la Difesa al livello necessario. Un’impresa complessa, soprattutto dal momento che le Forze armate “dovranno orientarsi sempre più verso un modello multidominio”.
Il legame Italia-Usa
L’ammiraglio Cavo Dragone è a Washington per incontrare i vertici militari degli Stati Uniti, seguendo l’incontro avuto con il generale Mark Milley, capo dello Staff congiunto delle Forze armate Usa, a Roma a marzo, con cui l’ufficiale italiano ha una “totale connessione e condivisione di idee”. Per l’ammiraglio, infatti, “il legame transatlantico tra l’Italia e gli Stati Uniti è forte, e gli Usa sono per noi un punto di riferimento all’interno dell’Alleanza”. Un legame che si evidenzia anche dalla presenza dei 30mila militari Usa presenti nel nostro Paese. “Insieme stiamo migliorando la capacità di agire insieme, soprattutto nel Mediterraneo, dove nonostante la presenza di nuovi attori, lanciamo un messaggio forte: che il bacino è parte dello spazio di sicurezza della Nato”.