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La nuova segreteria dem e la linea pro-Kiev di Provenzano

La nuova segreteria dem tra fedelissimi e new entry. Alessandro Alfieri alle Riforme, Maiorino alle Politiche Migratorie e Alessandro Zan ai Diritti. Confermata la linea a sostegno dell’Ucraina con la nomina dell’ex ministro Provenzano

Lei l’ha definita una “squadra molto solida e preparata”. La nuova segreteria di Elly Schlein, annunciata attraverso una diretta dai social del Pd, si presenta con volti nuovi e alcune conferme. Tra le deleghe principali ci sono elementi di rassicurazione come la delega alle Riforme attribuita ad Alessandro Alfieri. In qualche modo si tratta anche di un segnale di apertura alla “minoranza” riformista, dal momento che il senatore lombardo ha coordinato la campagna congressuale di Stefano Bonaccini.

Ci sono, chiaramente, anche i fedelissimi come era abbondantemente prevedibile. A Marco Furfaro, Elly Schlein ha voluto attribuire le deleghe legate a iniziative politiche, contrasto alle disuguaglianze e welfare. A Pierfrancesco Maiorino vanno le competenze (molto delicate) su politiche migratorie e diritto alla casa. Un altro “pretoriano” della nuova segretaria, il cui nome è indissolubilmente legato al ddl anti-discriminazioni è Alessandro Zan a cui è stata attribuita – ça va sans dire – ai diritti. Debora Serracchiani alla Giustizia, Vincenzo Rando al contrasto all’illegalità e alle mafie e Irene Manzi alla scuola.

E agli Esteri? Questo è stato, all’indomani dell’elezione della nuova segretaria, il punto cruciale. Sì, perché è legato al posizionamento del Pd sulla guerra in Ucraina. Enrico Letta aveva marcato un solco molto chiaro: senza se e senza ma con Kiev. Per la verità anche Schlein da subito si è posta in continuità in questo senso anche se ha sempre tenuto a rimarcare la sua posizione “pacifista”. Le deleghe sugli Esteri passano a Peppe Provenzano. Un tributo a chi, fra i primissimi (vincendo anche lo scetticismo iniziale verso l’ex vice presidente dell’Emilia-Romagna) decise di schierarsi con lei.

Ma vediamo che ha detto nei mesi scorsi Provenzano sulla questione Ucraina. “Il Pd ha votato tutti i decreti per l’invio delle armi in Ucraina e lo ha fatto anche Schlein. Chi solleva questo tema lo fa più che altro per fare polemica”, aveva detto circa un mese fa l’ex ministro al quotidiano Domani. Il 28 febbraio scorso, rispondendo alla domanda su quale fosse la posizione dell’invio delle armi a sostegno della resistenza ucraina, a Repubblica, era stato altrettanto esplicito: “Faremo quello che abbiamo sempre fatto: sostenere compattamente l’Ucraina senza rinunciare a chiedere all’Europa protagonismo nell’iniziativa diplomatica per una pace giusta”. Anche questo concetto, quello della pace giusta, non è indifferente. E denota una posizione marcatamente diversa da quella che, ad esempio, ha sostenuto anche Giuseppe Conte durante l’intervento alla Camera durante la discussione sull’ultimo decreto per l’invio di armi a Kiev.

Questo che riverberi avrà sulle alleanze? A sentirlo parlare, Provenzano non sembra essere un grande fan degli apparentamenti. “Basta con l’ossessione delle alleanze – ha detto sempre a Repubblica – La priorità adesso è il Pd, il suo profilo, essere all’altezza delle aspettative di quel popolo che si è messo in marcia con tanti giovani e tante donne che hanno fatto la vera differenza, per Elly Schlein”. Ci sono però, con il Movimento 5 Stelle, delle possibili convergenze. “Sulla base della chiarezza sui temi – aveva spiegato Provenzano – bisognerà costruire alleanze. Sul salario minimo, ad esempio, si potrebbe fare già domani”.

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