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Ecco le nuove sfide dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli

Bisogna “proseguire su questo terreno del confronto costruttivo con tutte le altre istituzioni pubbliche, con le quali abbiamo necessità di interloquire perché non c’è spazio per una organizzazione dello Stato che non sia solidale e, dunque, incapace di rispondere alle impellenti necessità della Nazione”, ha detto il direttore Alessi

Le parole del neo direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, pronunciate al convegno “L’Agenzia delle dogane e dei monopoli tra efficienza e legalità” svoltosi recentemente nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, sono confortanti per il settore dei giochi legali, perché denotano competenza e attenzione su un settore cruciale per l’economia italiana e intorno al quale si muove un indotto poderoso, che va tutelato dal caos normativo e dalle insidie della malavita organizzata.

Dinanzi alle più alte cariche dello Stato e del Parlamento italiano, tra cui il vicepresidente della Camera, l’On.le Fabio Rampelli, il viceministro Maurizio Leo, sottosegretari, presidenti di Commissioni, senatori e deputati, il procuratore della Repubblica di Roma ed il comandante generale della Guardia di Finanza, il Consigliere Alesse ha svolto una relazione ad ampio respiro, dai contenuti importanti e dalle prospettive ambiziose, dalla quale si percepisce la notevole esperienza giuridica e legislativa maturata nei suoi numerosi incarichi di prestigio e responsabilità. Il suo intervento non si è limitato a descrivere “lo stato dell’arte” e gli scenari nell’ambito dei quali opera l’importante struttura dello Stato, vigilata dal Mef (ministero dell’Economia e delle finanze), ma ha fatto un excursus storico per rendere omaggio alle donne ed agli uomini che nel corso di 170 anni, da quando cioè venne istituita la prima Direzione Generale delle Gazzelle del ministero delle Finanze nel 1853, hanno consentito a questa struttura di diventare “il crocevia di una vasta attività di regolazione del mercato avente ad oggetto, da un lato, l’attuazione della disciplina delle tante materie eterogenee ad essa, in sostanza, devolute e, dall’altro, il conseguimento primario degli obiettivi di finanza pubblica finalizzati ad agevolare la ripresa e la crescita del sistema Paese, in una prospettiva di massima attenzione ai tumultuosi sviluppi tecnologici che coinvolgono anche i settori di cui si occupa l’Agenzia”.

Si tratta di una grande comunità di circa “10 mila persone, che servono ogni giorno fedelmente lo Stato con il loro vasto sapere di ufficio”. Ma questo patrimonio umano e professionale necessita – ha proseguito il direttore – “di una catena di comando chiara e netta nonché di coesione e di coordinamento tra strutture, di cooperazione fra operatori, di flessibilità di comunicazioni interne ed esterne”. “È per questo motivo’” che il direttore ha “fin da subito” voluto “riallineare l’Agenzia ai criteri organizzativi fondati sui principi generali dell’ordinamento sulle pubbliche amministrazioni” ed ha sottolineato che è necessario “un costante dialogo con le organizzazioni sindacali, onde evitare l’insorgenza o l’aggravamento dei conflitti collettivi di lavoro’”.

Solo così si potrà raggiungere : “l’informatizzazione del contrassegno elettronico per i prodotti alcolici o alle teleletture e geolocalizzazione dei misuratori delle autobotti”; assicurare “la vigilanza sulla distribuzione e la vendita dell’energia elettrica e del gas naturale”; contrastare l’evasione fiscale; controllare “la produzione, distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati, dei prodotti liquidi da inalazione”.

Particolare attenzione Roberto Alesse ha riservato, come si diceva prima, al settore “dei giochi pubblici la cui attività di organizzazione è qualificata come attività economica per la prestazione di servizi e, dunque, riservata, per legge, allo Stato, al fine di salvaguardare l’ordine e la sicurezza pubblica, di proteggere la pubblica fede contro il rischio di frodi e, al contempo, di tutelare i minori d’età e i soggetti più deboli”.

Mai era capitato che un responsabile di alto livello dell’amministrazione pubblica acquisisse una così specifica competenza in solo qualche mese dalla sua nomina e che mostrasse una particolare sensibilità non solo nell’utilizzo del linguaggio (la semantica è un efficace strumento di comunicazione ed Alesse lo sa bene, non avendo mai usato l’espressione “gioco d’azzardo” a differenza di molti demagoghi spesso incompetenti), ma anche nel considerare l’importanza sia economica  di “un settore… che ruota attorno ad un rilevante indotto industriale”,  che come fonte di gettito consistente per lo Stato “dal quale è possibile reperire maggiori entrate per la copertura degli oneri che derivano dalle manovre di finanza pubblica”. Per questo a seguito ”dell’utilizzo massivo della tecnologia applicata ai giochi”, è richiesto “un serio approfondimento di sistema, non essendo più sufficiente operare lungo la generica distinzione tra gioco legale e gioco illegale”, è necessario “un costante aggiornamento delle attività di controllo allo scopo di giungere ad una più marcata ripartizione tra gioco sicuro e gioco non sicuro”. Ed “è auspicabile un serrato confronto tra l’autorità politica e l’industria di settore anche per approfondire il cosiddetto “mondo del metaverso e quello del multiverso applicati alla materia del gioco. Ne discende che il nuovo contesto tecnologico implica il rafforzamento del perimetro di legalità nel quale l’individuazione del numero di concessioni del gioco a distanza e l’interconnessione tra concessioni fisiche e on line assumono un rilievo strategico”, per cui le concessioni in corso, ”salvo nuovi orientamenti da parte del legislatore, non saranno più prorogate a partire dal 2024”.

Nel complesso dell’attività ”c’è bisogno di un cambiamento di paradigma, per garantire che le dogane dell’Unione contribuiscano alla difesa dell’Europa, così da agire come sistema piuttosto che come somma degli sforzi individuali degli Stati membri”. E ”c’è bisogno di una legislazione doganale riveduta e più semplice, di procedure con oneri amministrativi ridotti”, ha sottolineato il Direttore dell’Agenzia, che intende “rilanciare la leale collaborazione fra tutti i corpi e i poteri dello Stato, in primis con la Gdf”.

Ora bisogna “proseguire su questo terreno del confronto costruttivo con tutte le altre istituzioni pubbliche, con le quali abbiamo necessità di interloquire perché – ha sottolineato il direttore – non c’è spazio per una organizzazione dello Stato che non sia solidale e, dunque, incapace di rispondere alle impellenti necessità della Nazione”.

Su questa strategia da sempre sosteniamo la necessità di un efficace sinergia tra istituzioni, politica, industria del gioco, associazioni di categoria, Guardia di Finanza, magistratura e cultori della materia.

E il nuovo corso dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli con Roberto Alesse direttore, ci fa ben sperare che sia finalmente e concretamente possibile fare squadra.



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