Il capo del controspionaggio ha spiegato all’Assemblea nazionale quanto e come il Paese sia esposto alle interferenze russe, anche tramite la disinformazione
La Francia è particolarmente esposta allo spionaggio e alle interferenze russe. La presenza di funzionari dell’intelligence russa sotto copertura diplomatica e la disinformazione sono solo alcuni dei metodi utilizzati da Mosca per interferire negli affari interni francesi. Lo ha dichiarato Nicolas Lerner, capo della Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi, il controspionaggio), nel corso di un’audizione davanti alla Commissione d’inchiesta sulle interferenze straniere dell’Assemblea nazionale svolta a febbraio ma resa pubblica solo nei giorni scorsi. La Francia ad aprile dell’anno scorso, poche settimane dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, aveva espulso 35 diplomatici russi per ragioni di sicurezza nazionale.
Nessun partito politico francese sembra essere manipolato da una potenza straniera, ha spiegato il capo del controspionaggio. Ma rispetto alle interferenze negli ambienti politici, oggetto principale della commissione parlamentare d’inchiesta, Lerner ha dichiarato di aver notificato ad alcuni parlamentari francesi “diversi avvisi negli ultimi mesi, dopo aver rilevato contatti con agenti dell’intelligence russa sotto copertura diplomatica”. In passato, personaggi politici di “alto profilo” hanno intrattenuto rapporti con spie straniere, a volte a loro insaputa. I legami finanziari sono molto più rari, poiché l’intelligence francese li ha individuati “molto occasionalmente e in singoli casi”. Facendo l’esempio di funzionari eletti che si sono recati nel Donbass o in Crimea per missioni di osservazione elettorale, Lerner ritiene che ciò “equivalga a superare una soglia in termini di fedeltà al Paese interessato”. Due i casi emblematici: quello di una delegazione francese nel 2015 guidata dall’eurodeputato Thierry Mariani (Rassemblement national) quando ancora membro del partito Les Républicains; la partecipazione di dieci eurodeputati, anch’essi del Rassemblement national di Marine Le Pen, al referendum costituzionale indetto dal presidente russo Vladimir Putin nel 2020.
I servizi segreti francesi sono preoccupati anche per le infiltrazioni di Paesi stranieri nella società civile francese, soprattutto nell’ambito accademico e della ricerca. Lerner ha sottolineato che Cina e Russia sono gli Stati “con le politiche di intelligence più efficaci” e che utilizzano anche la disinformazione per screditare l’influenza e il modello francese. Ma Pechino “mantiene una rete sotto copertura diplomatica molto meno sviluppata” di quella di Mosca, ha spiegato.