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Renzi e Calenda possono ancora convivere. Ferrandino spiega perché

Volano accuse pesanti tra i leader di Azione e Italia Viva. Il partito unico, che dovrebbe costituirsi a giugno, sembra un sogno remoto. Eppure, secondo l’eurodeputato di Renew Europe, ci sono buone motivazioni per costituire la “casa dei riformisti” anche in chiave Ue. “Il partito unico è la casa di tutti gli elettori che nella politica cercano moderazione e buon senso, non diktat continui”

C’è già chi parla di divorzio all’italiana. Non sappiamo ancora se tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, in procinto di fondare il partito unico, sia in effetti un addio. Sappiamo però che gli strali di queste ore sono segnali evidenti di un clima molto teso. Se tra i due leader volano accuse incrociate c’è anche chi cerca di gettare acqua sul fuoco. La renziana Elena Bonetti in un tweet scrive: “È urgente costruire un partito di centro che ricomponga le idee riformiste, liberali e popolari. Di questo sono in coscienza convinta e su questo continuo a lavorare”. La pensa allo stesso modo anche l’eurodeputato Giuseppe “Giosi” Ferrandino che a Formiche.net pone l’accento sui temi che devono unire le forze riformiste, anche in chiave europea.

Tatticismi, fraintendimenti, operazioni più o meno sotto traccia. Che sta succedendo nel Terzo Polo?

Io credo che si debba porre fine a queste polemiche che rischiano di penalizzarci, i risultati delle ultime regionali sono ancora caldi. È necessario concentrarsi sul lavoro che dobbiamo fare per costruire il nuovo partito territorio per territorio. Ci sono milioni di potenziali elettori che ci aspettano, con queste polemiche li allontaniamo.

Bonetti invita alla ricucitura. Ma pare che con questi presupposti non ci siano gli auspici per la costruzione di un nuovo partito. Lei che idea si è fatto?

Sono d’accordo con Elena, l’accento va posto sul partito unico, la casa dei liberali, riformisti e dei popolari. Con regole chiare, che non vengano rimesse in discussione, Renzi e Calenda possono convivere e il partito nascere e crescere.

Quale deve essere secondo lei il primo obiettivo del nuovo soggetto politico?

La realtà è sotto gli occhi di tutti. C’è una destra che in Europa vota per Orban, sempre più dipendente da Giorgia Meloni, ed una sinistra che con Elly Schlein, ha definitivamente perso per strada le ragioni dei riformisti e dei popolari. Il partito unico è la casa di tutti gli elettori che nella politica cercano moderazione e buon senso, non diktat continui.

Questi screzi italiani hanno riverberi anche dal punto di vista europeo?

La realtà che io e Nicola Danti viviamo a Bruxelles è completamente diversa. Dai nostri colleghi c’è molta attesa per quello che riusciremo a fare sotto l’egida di Renew Europe. È anche per questo sono certo che anche questa volta Renzi e Calenda troveranno la quadra.

Come, in questa ottica, intercettare l’elettorato moderato a Bruxelles e rendere appetibile l’offerta di Renew Europe?

Un’opposizione non pregiudiziale alla destra sovranista e una sfida continua in positivo sui temi dell’agenda politica. Per l’appunto da liberali, attenti alla crescita economica e anche alla solidarietà.

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