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Che cos’è e cosa pensa il think tank Grotius che premierà Giorgia Meloni

Domani Giorgia Meloni riceverà a Londra il premio Grotius da un importante think tank di politica estera, il centro studi Policy Exchange. Come nasce e cosa rappresenta

Business, geopolitica, difesa, migranti e anche il tempo di un premio. Domani Giorgia Meloni riceverà a Londra il premio Grotius da un importante think tank di politica estera, il centro studi Policy Exchange. Il premio è stato pensato per onorare “posizioni in difesa dell’ordinamento internazionale basato sul diritto”, e nasce in memoria del giurista del Seicento olandese Hugo Grotius, primo fautore della dottrina sul libero transito pacifico in acque internazionali e codificatore del diritto pubblico e privato internazionale.

Prima di Giorgia Meloni è stato assegnato al primo ministro australiano Scott Morrison nel 2020, per la forte opposizione del suo governo alle interferenze del Partito Comunista Cinese nella vita democratica australiana e all’espansionismo territoriale della repubblica Popolare Cinese nel Mare della Cina Meridionale; e due anni dopo alla prima ministra estone Kaja Kallas, per le posizioni pubblicamente assunte a favore della sovranità ucraina e per il contributo estone alla sicurezza collettiva europea attraverso consistenti donazioni di materiali bellici all’Ucraina, competenze cibernetiche offerte alla Nato e spese militari sostenute.

Policy Exchange è stato fondato nel 2002 al fine di rinnovare la piattaforma politica del partito conservatore. Tra fondatori il deputato Francis Maude che ora è Lord Maude of Horsham, membro a vita alla Camera dei Lords; Michael Gove, all’epoca giornalista, è ora un ministro di governo; Nick Boles, all’epoca dimissionario dall’incarico di direttore per la strategia del partito, è stato parlamentare con incarichi di sottosegretario e viceministro dal 2012 al 2019.

Il think tank ha agito, all’indomani dell’uscita dalla scena politica di Margaret Thatcher, per traghettare il partito nel post lady di ferro e ha potuto “contare” su dieci anni trascorsi dai conservatori all’opposizione durante i governi di Tony Blair e di Gordon Brown. Qui un giovanissimo David Cameron annunciò la sua candidatura a segretario del partito nel 2005.

Le principali aree di attività includono, tra le altre, due in particolare: i rapporti tra poteri dello Stato e il “riallineamento politico” che, a partire dalla Brexit, ha visto emergere nuove dinamiche elettorali ed alleanze sociali. Ma nel corso degli anni si è distinto per l’attenzione che ha dedicato ad ambiti come la protezione delle infrastrutture critiche sottomarine come i cavi e i gasdotti, gli investimenti in scienza e tecnologia e le partnership militari con la macro area dell’Indo-Pacifico. Inoltre, ben prima dell’avvio degli accordi Aukus, ha favorito un riavvicinamento delle relazioni politiche con l’Australia e, al momento, può vantare anche un collegamento diretto con il primo ministro Rishi Sunak che ha collaborato con il pensatoio in qualità di ricercatore nel 2013.

Infine, sulla Cina il think thank si è da sempre espresso per favorire una sorta di contenimento dell’invasività di Pechino, accanto ad una maggiore attenzione britannica verso le dinamiche della regione dell’Indo-Pacifico.


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