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Bene Tajani sulla Francia, ora convochi l’ambasciatore. Conversazione con Marco Valle

Dopo gli attacchi del ministro francese Darmanin, il vicepremier Tajani annulla l’appuntamento con la collega d’Oltralpe Colonna. “Offese inaccettabili all’Italia e al governo”, dice il ministro degli Esteri. L’esperto di questioni francesi: “Le esternazioni del ministro Darmanin rappresentano un’arma di distrazione di massa per nascondere i grossi problemi interni del governo francese. Non possiamo continuare a essere il pungiball per le loro questioni interne”

Ci risiamo. Il rapporto tra il nostro governo e quello francese è sempre più difficile. Specie alla luce delle ultime dichiarazioni del ministro dell’Interno d’Oltralpe che, frontalmente, ha attaccato il premier Giorgia Meloni sulla gestione migratoria. “La signora Meloni – ha affermato il ministro Gérald Darmanin – che guida un governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen, è incapace di risolvere i problemi migratori per i quali è stata eletta”. Un’esternazione che, immediatamente, ha scatenato un vespaio nonostante i tentativi della ministra agli Affari esteri Catherine Colonna di gettare benzina sul fuoco. Tant’è che il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha annullato l’incontro che aveva in programma, proprio con Colonna. “Le offese al governo e all’Italia pronunciate dal ministro Darmanin – twitta il numero uno della Farnesina –  sono inaccettabili. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni”. Non solo inaccettabili ma le esternazioni del ministro rappresentano “un’arma di distrazione di massa per nascondere i grossi problemi interni del governo francese”. La pensa così Marco Valle, giornalista, saggista ed esperto di questioni francesi.

Valle, quello di Darmanin è solo il tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai problemi interni o c’è altro?

Sicuramente quello dei problemi interni (e internazionali) del governo Macron è il primo motivo. Il secondo è legato alla delicatezza del tema. Evidentemente la gestione dei flussi è molto complessa e l’approccio, come ha ribadito il premier Meloni, dovrebbe essere europeo. Va dato atto al governo che si sta impegnando molto in questo senso, ma il problema è tutt’altro che risolto. I francesi, in questo modo, attaccano il Paese che inevitabilmente è più esposto.

Il ministro Tajani ha deciso di rinunciare all’appuntamento con la collega d’Oltralpe Colonna. Ha fatto bene?

Ma certo che ha fatto bene, era l’unica cosa da fare. Tajani in questo modo ha giustamente salvaguardato la dignità del Paese e del governo che rappresenta ai massimi livelli. Anzi, ora sarebbe giusto convocare l’ambasciatore francese alla Farnesina per capire fino a che punto si possono spingere e possono incidere queste affermazioni contro l’Italia.

L’accostamento Meloni-Le Pen non è casuale. Come lo legge?

Non è affatto casuale. Le Pen rappresenta per il governo Macron (che non ha più la maggioranza), la vera spina nel fianco. Perché il Rassemblement National ha impostato l’opposizione in maniera “responsabile” evitando gli eccessi. Questo sta provocando una progressiva crescita del partito di destra. Un po’ come è successo in Italia con Fratelli d’Italia. Ecco perché c’è questo grosso timore.

Prima lei accennava ai problemi su scala internazionale di Macron. A cosa fa riferimento nello specifico?

Evidentemente il presidente francese gioca su più tavoli. L’estrema ambiguità nei rapporti con la Cina, il tentativo – seppur sotto traccia – di avviare un dialogo con Putin sono tutti segnali ben poco rassicuranti per i partner occidentali a partire dagli Stati Uniti. Senza contare tutte le “grane” nella regione dell’Indo-Pacifico che, ora più che mai, si rivela nevralgica e strategica. La Francia è l’ultima potenza europea ad avere una presenza così forte in quella area e a tutta l’intenzione di mantenerla. Però deve fare i conti con tantissime tensioni diffuse, a partire dalla Polinesia nella quale hanno recentemente vinto le elezioni territoriali gli indipendentisti.

Realmente fino a che punto sono compromessi i rapporti tra Italia e Francia?

Difficile a dirsi. Certo è che l’Italia non può continuare a essere il pungiball su cui i francesi scaricano le loro tensioni interne.

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