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Brown al Pentagono. Così Biden manda un messaggio a Xi

Il presidente statunitense ha indicato il prossimo capo di stato maggiore della Difesa. Una scelta che “dimostra quanto seriamente l’amministrazione prenda l’intensificazione della competizione con la Cina”, spiega Starling

Il presidente statunitense Joe Biden ha scelto il generale Charles Quinton Brown Jr. come prossimo capo di stato maggiore della Difesa. Se confermato dal Senato, l’attuale capo di stato maggiore dell’Aeronautica e già comandante delle Pacific Air Forces prenderà il posto del generale dell’esercito Mark Milley, che ricopre l’incarico dall’ottobre 2019, nominato dall’allora presidente Donald Trump e confermato dall’attuale inquilino della Casa Bianca. Sono trent’anni, dai tempi di Colin Power, che non c’è una persona nera a capo delle forze armate degli Stati Uniti. Inoltre, con Brown capo di stato maggiore della Difesa, gli Stati Uniti avrebbero per la prima volta un afroamericano sia al vertice militare sia a quello civile del Pentagono, con Lloyd Austin segretario di Stato.

La sua nomina è un chiaro messaggio alla Cina, hanno dichiarato gli esperti dell’Atlantic Council – Clementine Starling, a capo del programma Forward Defense, Thom Shanker, nonresident senior fellow, e Delharty Manson, program assistant.

Questa scelta “dimostra quanto seriamente l’amministrazione prenda l’intensificazione della competizione con la Cina” di Xi Jinping, spiega Starling. Per dimostrarlo, l’esperta evidenzia che il numero due è l’ammiraglio Christopher Grady. Ogni “potenziale conflitto nell’Indo-Pacifico sarà probabilmente uno scontro aereo e marittimo”, afferma Clementine.

“È nella gestione e nel contrasto delle aspirazioni territoriali e geopolitiche cinesi che la nomina del generale Brown potrebbe davvero plasmare il futuro della difesa americana”, osserva Shanker. “Per qualsiasi scenario caldo che coinvolga il Mar Cinese Meridionale o qualsiasi tentativo di annessione di Taiwan… il generale Brown porta con sé un insieme di competenze essenziali ben praticate”.

Uno sguardo più approfondito al curriculum di Brown rivela ulteriori elementi di ciò che porterà al lavoro, compresa “un’ampia esperienza operativa come pilota di F-16, il che significa che è profondamente consapevole delle sfide legate alle operazioni in contesti contestati come quelli nell’Indo-Pacifico e in Europa”, afferma Starling.

La nota strategica dell’Air Force del 2020 firmata da Brown, dal titolo provocatorio “Accelerate Change or Lose” (Accelerare il cambiamento o perdere), offre una prospettiva su come il generale “abbia cercato di spingere il pensiero” delle forze aree statunitensi “oltre i limiti”, spiega Delharty. La strategia mira a smantellare l’idea che “la dominanza aerea degli Stati Uniti in un conflitto sia garantita”. Infatti, “egli sottolinea che gli avversari degli Stati Uniti stanno sviluppando attivamente le proprie capacità per contestare direttamente e sovvertire le presunte forze degli Stati Uniti”. E la nota mostra che Brown stava pensando oltre l’Air Force. “Egli mette in guardia dal permettere che interi domini come lo spazio diventino settori separati di un solo servizio”, afferma Delharty. Brown invece sostiene il concetto di comando e controllo congiunto per tutti i domini, che mira ad analizzare i dati attraverso i domini dello spazio, dell’aria, della terra, del mare e del cyberspazio, in modo che i vertici militari possano prendere decisioni. Se si analizzano le strategie di Brown per capire la sua futura leadership, Delharty afferma che esse “lo rivelano come qualcuno che guarda sempre all’ambiente operativo futuro”.

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