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Così l’International Board di Med-Or mette al centro il Mediterraneo

L’International Board è l’organo che riflette la proiezione internazionale di Med-Or. Il presidente Minniti ospita nella sede della fondazione una serie di figure internazionali di altissimo livello

Fulcro nodale tra Nord Europa e Global South, quadrante Euro-Atlantico e Indo Pacifico, il Mediterraneo Allargato è l’incrocio a quattro vie delle più determinanti dimensioni geostrategiche globali. Per tali caratteristiche, e tenendo conto delle varie complessità, va gestito nell’ottica del dialogo e dell’apertura, per inserire gli equilibri attuali e futuri all’interno di un flusso di confronto costante tra le varie anime che compongono il mosaico regionale. È questo ciò che emerge dall’articolata analisi prodotta dall’International Board che la Fondazione Med-Or ha riunito a Roma (qui le immagini).

La sede di Via Cola di Rienzo, già solitamente luogo di incontri organizzati dalla fondazione presieduta da Marco Minniti, è stata scenografia di un evento prestigioso. L’International Board è infatti un consesso senza eguali nel panorama italiano, composto da personalità di altissimo livello del mondo politico, diplomatico e accademico internazionale, provenienti da molti Paesi dell’area mediterranea ed euro-atlantica. Un organo che definisce la profondità della proiezione internazionale di Med-Or.

“Siamo molto orgogliosi di aver potuto ospitare nella nostra Fondazione un incontro di così alto livello. Questa nostra prima riunione dell’International board ha rappresentato un momento molto importante per promuovere un utile confronto sul futuro del Mediterraneo e rafforzare la proiezione internazionale della nostra Fondazione, a due anni dalla sua nascita”, commenta Minniti, padrone di casa che ha guidato l’evento.

L’elenco dei presenti dà valore all’incontro

Quasi tutti i componenti del board hanno partecipato alla riunione. Tra loro, Ana Palacio (Spagna), già ministro degli Affari Esteri del Regno di Spagna; il principe Turki Al-Faisal, diplomatico e accademico saudita, ex direttore del General Intelligence Directorate di Riad; Thomas De Maizière già ministro dell’Interno della Germania ministro della Difesa; Ebtesam Al-Ketbi presidente e fondatrice dell’Emirates Policy Center di Abu Dhabi; John Negroponte in passato vicesegretario di Stato degli Stati Uniti e Director della National Intelligence; Sir Alex Younger ex direttore dell’MI6; Abdallah Bou Habib, ministro degli Affari Esteri e degli Emigranti del Libano.

E ancora, Said Djinnit, diplomatico algerino già Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Regione dei Grandi Laghi e precedentemente Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per l’Africa Occidentale; Khalid bin Ahmed Al-Khalifa, consigliere del Re del Bahrain per gli Affari Diplomatici; Frederic Gateretse-Ngoga ambasciatore presso il Commissario dell’Unione Africana per gli Affari Politici, la Pace e la Sicurezza; Rachid Mohamed Rachid, già ministro del Commercio Estero e dell’Industria egiziano; Abdeta Beyene direttore Esecutivo del Center for Dialogue, Research and Cooperation etiope; Gilles Kepel, inviato speciale del presidente Emmanuel Macron per il Mediterraneo; Bernardino Léon, un tempo rappresentante speciale e capo della missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia; Mohamed Ali Guy, diplomatico kenyuota e inviato speciale dell’Igad per il Mar Rosso, il Golfo di Aden e la Somalia; Alia Hatoug-Bouran, senatore del Regno Hascemita di Giordania; David Meidan, ex alto Funzionario del governo israeliano con incarichi di intelligence; Carmelo Abela, ex ministro maltese; Ahmedou Ould-Abdallah, ex ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione della Mauritania; Bahija Simou direttrice degli Archivi Reali del Marocco; Karim EI Aynaoui, presidente del Policy Center for the New South di Rabat e vicepresidente dell’Università Mohammed VI Polytechnic di Rabat; Salim Mokaddem (Niger), Consigliere del Presidente della Repubblica del Niger; Radmila Sekerinska, già ministro della Difesa della Macedonia del Nord; Khalid Al-Khater direttore del Dipartimento “Politiche e Pianificazione” presso il ministero degli Affari Esteri del Qatar; Mayamba Cindy Mwanawasa, consigliere politico del presidente della Repubblica di Zambia; Al Abukar Hayo, inviato Speciale in Italia del presidente della Somalia.

L’attività di Med-Or

L’International Board è l’organo che riflette la proiezione internazionale di Med-Or. La Fondazione ha una visione globale e collaborativa, ispirata dalla volontà di unire competenze e capacità dell’industria con il mondo accademico e istituzionale per lo sviluppo di forme di partenariato geo-economico e socio-culturale.

Attiva dalla primavera del 2021, sotto la guida del presidente Minniti ha lavorato per costruire collaborazioni di vario genere con diverse governi e strutture istituzionali, così come con accademie e centri di alta formazione e ricerca. Attività orientate attorno al dialogo, all’arricchimento prodotto dagli scambi culturali, con temi come la sicurezza alimentare, sanitaria, energetica, tenuti in primo piano – anche come conseguenza dell’esplosione della guerra russa in Ucraina, che sul Mediterraneo fa risentire effetti pesanti.

L’emancipazione femminile

A latere dell’incontro dell’International Board, Med-Or ha ospitato anche l’evento “Mediterraneo: il futuro è donna”, panel moderato da Monica Maggioni in cui è stato discusso un insieme di questioni che riguardano l’emancipazione femminile nell’area del Mediterraneo allargato. Temi particolarmente sensibili, prioritari in determinati contesti e parte delle complessità che la regione si trova ad affrontare. 

(Guarda la gallery dell’evento firmata Umberto Pizzi)

“Per raggiungere un obiettivo, le donne devono credere in se stesse, perché senza autostima non si puo’ fare niente. Ovviamente è una combinazione di fattori: la propensione personale e quello che c’è attorno a te, nel tuo Paese, a livello politico, sociale e spesso anche religioso” ha detto la professoressa Al-Ketbi. Con lei altre figure femminili del board: l’ex ministra Sekerinska, la collega giordana Hatoug-Bouran e la direttrice Simou.

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