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Costi e requisiti. Perché Abu Dhabi rinuncia agli elicotteri Airbus

Alti costi per il ciclo di vita, limitazioni all’adattamento modulare, e complessità tecniche hanno spinto l’autorità degli Emirati Arabi Uniti per le acquisizioni della Difesa a terminare un contratto con Airbus Helicopters per l’acquisto di dodici elicotteri H225, un accordo dal valore di 800 milioni di euro

Il governo degli Emirati arabi uniti ha terminato un contratto con Airbus Helicopters per l’acquisto degli elicotteri H225. Ad annunciarlo, in una intervista a Breaking Defense, Muammar Abdulla Abushehab, il capo del settore affari industriali per la Difesa e sicurezza del Tawazun council, l’autorità emiratina per le acquisizioni destinate alle Forze armate e alla polizia di Abu Dhabi. Il contratto, da quasi ottocento milioni di euro, prevedeva l’acquisto di dodici H225 Caracal, elicotteri multiruolo prodotti dal gigante aerospaziale francese Airbus. Il contratto venne siglato nel dicembre del 2021, in occasione della visita del presidente francese. Il Caracal è la versione militare dell’elicottero H225 di Airbus, capace di essere equipaggiato con diversi tipi di sistemi d’arma, da mitragliatori a razzi antinave. Attualmente è in servizio con le forze armate francesi ed è esportato in undici Paesi.

Le difficoltà del contratto

“Abbiamo riscontrato delle difficoltà del proseguire con il contratto per via degli alti costi per il ciclo di vita, le limitazioni nell’adattamento a un design modulare per i futuri requisiti di missione, e le complessità tecniche della proposta”, ha specificato ancora Abushehab. Secondo il funzionario del Tawazun, ente indipendente che lavora affianco al ministero della Difesa emiratino e che ha tra i compiti quello di esplorare le ripercussioni sull’innovazione tecnologica dei programmi, la cancellazione non è un atto politico, ma basato esclusivamente su ragioni tecniche e finanziarie. “L’azienda non aveva la seria motivazione di rispondere alle nostre richieste per soddisfare le pressanti esigenze del governo – ha detto il funzionario emiratino – e il mancato raggiungimento degli obiettivi di valore aggiunto per il Paese è stato un altro fattore che ha portato alla decisione di rescindere il contratto”.

Sviluppo emiratino

Per Abushehab “in questo momento, il nostro obiettivo principale è sviluppare valore all’interno del Paese attraverso tutte le operazioni che intraprendiamo in collaborazione con i nostri partner locali e internazionali”. Infatti, tra gli obiettivi del Tawazun c’è anche quello di assicurarsi che tutti i progetti e le operazioni di acquisizione possano sostenere e generare proprietà intellettuale, ricerca e sviluppo o linee di produzione all’interno dello stato emiratino. I contratti stretti finora dal Consiglio con tutti i principali appaltatori della Difesa, tra cui è presente l’italiana Leonardo, oltre a Raytheon, Boeing, Saab, L3 Harris e altre, prevedono il sostegno a progetti di sviluppo all’interno dei laboratori degli Emirati Arabi Uniti. “Gli appaltatori della difesa possono ora ottenere crediti di compensazione partecipando ad attività economiche che stimolano l’economia locale, accelerano il trasferimento di tecnologia e know-how, offrono opportunità di lavoro e formazione e migliorano la catena di approvvigionamento”, ha infatti concluso Abushehab.



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