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Un nuovo dirigibile e un nuovo pallone (spia?) rabbuiano i cieli tra Usa e Cina

La Cnn ha le immagini di un nuovo dirigibile cinese pronto a essere inviato a raccogliere informazioni ad alta quota. La Nbc ha informazioni su un nuovo pallone aerostatico sui cieli delle Hawaii. Tra Washington e Pechino ci sono tentativi di contatto e comunicazione, ma c’è anche molta diffidenza (tutto mentre un segretario americano sta preparando una visita in Cina…)

Un dirigile militare mai visto prima è stato individuato dagli americani in una base nel deserto della Cina nordoccidentale. Lo riferisce la Cnn citando immagini satellitari ottenute in esclusiva e scattate dalla società statunitense di immagini satellitari BlackSky, tre mesi prima che un pallone spia cinese venisse abbattuto al largo della costa della Carolina del Sud (dunque nel novembre 2022). Dalle immagini, si stima che il dirigibile sia lungo oltre 30 metri e si trova su una pista lunga quasi un chilometro in un complesso militare nel deserto nel Nord Ovest della Cina. Si tratterebbe, segnalano gli esperti aerospaziali alla Cnn, della conferma di un notevole progresso nel programma di dirigibili cinesi.

Il dirigibile da 30 metri 

Jamey Jacobs, direttore esecutivo dell’Oklahoma Aerospace Institute, sostiene che un velivolo di questo tipo potrebbe essere utilizzato come un “sottomarino dei cieli”, e che sembra avere capacità di propulsione e navigazione che gli consentirebbero di indugiare su un’area per un lungo periodo. La Cia e il Consiglio di sicurezza nazionale non hanno voluto commentare, mentre un alto funzionario del dipartimento della Difesa americano ha detto che il Pentagono ne è a conoscenza dato che il velivolo è visibile.

Un nuovo pallone aerostatico sulle Hawaii

In queste stesse ore, Nbc News ha ottenuto informazioni su un primo rilevamento di un “pallone misterioso” che si librava sui cieli sopra la regione delle Hawaii, procedendo verso il Messico. Funzionari statunitensi hanno dichiarato alla rete televisiva che i militari stanno seguendo l’oggetto misterioso, ma hanno aggiunto che non è chiaro cosa sia o a chi appartenga. Inoltre, a differenza di quanto accaduto in precedenza, questa volta il pallone non ha sorvolato aree sensibili e dunque non rappresenta una minaccia per il traffico aereo o la sicurezza nazionale. Al momento, le stesse fonti hanno spiegato che non è chiaro se si tratti di un pallone meteorologico o se sia collegato ad attività di spionaggio cinesi.

Vale la pena ricordare, come accennato, che il 28 gennaio di quest’anno un presunto “pallone spia” cinese è stato individuato mentre sorvolava i cieli degli Stati Uniti, provocando un’impennata della tensione tra le due nazioni. Ciò ha spinto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, a cancellare il suo viaggio personale a Pechino. Sebbene la Repubblica Popolare abbia ammesso che quel pallone aerostatico era decollato dal proprio territorio, ha smentito le affermazioni sulla presenza a bordo di apparecchiature di spionaggio. Ha invece definito il pallone ad elio un “raccoglitore di dati meteorologici” e ha aggiunto che è stato fatto volare verso gli Stati Uniti dal flusso del vento.

Balloon hysteria

In seguito, Pechino ha accusato Washington di aver violato il suo spazio aereo almeno dieci volte negli ultimi 13 mesi. Secondo la Cina, palloni-spia da alta quota statunitensi avrebbero sorvolato illegalmente lo spazio aereo cinese senza autorizzazione. Ai tempi, il pallone cinese fu abbattuto praticamente in diretta televisiva da un F-22 Raptor, un gesto con cui l’amministrazione Biden ha anche voluto segnare i paletti di ciò che è possibile (a livello di spionaggio) e ciò che è inammissibile – ossia quando esso diventa pubblico. Il ministero degli Esteri cinese aveva criticato l’abbattimento, sostenendo che il Pentagono prima di agire dovrebbe “esaminare le proprie azioni invece di calunniare, diffamare e provocare il confronto”.

La situazione tra le due principali potenze globali è tesa, e la vicenda del pallone era stato uno sfogo per certe tensioni. Anche perché più o meno a tre mesi di distanza, sono emersi dettagli sulle capacità dell’apparecchiatura di diffondere dati real-time e sulla qualità e quantità dei dati raccolti dai cinesi con questo genere di operazioni – probabilmente di più di quelli dichiarati da Washington, che pubblicamente aveva minimizzato la missione. La questione del pallone è diventata la vicenda usata da tutti coloro che negli Stati Uniti intendono mantenere congelate le relazioni con la Cina. Aveva avuto un buon appeal sull’opinione pubblica, era stata seguita da un hype mediatico internazionale, metteva gli Stati Uniti nella posizione di vittima di un’aggressione cinese. Era dunque un ottimo proxy comunicativo per spingere la linea anti-Pechino.

Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio?

Si è innescata, agganciata, una questione di fiducia: il pallone-spia era stato individuato nei giorni che precedevano la visita di Blinken, che faceva parte di un tentativo di riallacciare i rapporti che i leader Joe Biden e Xi Jinping avevano deciso al G7 di Bali. E dunque: come è possibile ricostruire uno spazio di contatto e relazione con un rivale che invia oggetti da spionaggio sul territorio americano tanto sfacciatamente? Qualcosa del genere potrebbe essere in corso adesso, stante le ultime rivelazioni del pallone e del dirigibile? Per quanto noto infatti, l’amministrazione Biden starebbe valutando la possibilità di inviare un segretario tra Blinken, Janet Yellen e Gina Raimondo, a Pechino per costruire un ponte e promuovere un vertice tra leader da organizzare a novembre, a San Francisco.

La possibile visita porta con sé due tipi di discussioni. Una interna, tra chi deve/vuole andare, perché sarebbe il primo incontro di alto livello dopo il G20 e significherebbe anche poter promuovere l’agenda di interessi rientranti nel proprio incarico come vettore delle comunicazioni/relazioni tra Usa e Cina. Un’altra, sempre interna ma a scopo più esterno: ci sono diversi angoli tra Capitol Hill e i corridoi dell’amministrazione che non apprezzano adesso un contatto americano. Anche perché di fatto Pechino non si sta muovendo in tal senso, e piuttosto sta dimostrando di essere interessata a spingere con forza le narrazioni e le operazioni contro gli Stati Uniti. Secondo questi punti di vista (bipartisan), una visita americana nella capitale cinese sembrerebbe un gesto di disponibilità eccessivo – seppure utile per dimostrare responsabilità internazionale, ossia ciò che viene chiesto alla Cina non solo dagli Usa.


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