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Dall’euro-atlantismo non si torna indietro. Roma e Washington, ieri e oggi

La lezione di De Gasperi, accolto negli Usa “non da vinto, ma da amico”, si mescola alla contingenza attuale a alle minacce che giungono da sud, verso le quali la risposta che l’Italia può mettere in campo sarà determinante. Chi c’era e cosa si è detto al Centro studi americani durante il dibattito “L’Italia e le relazioni euro-atlantiche, da De Gasperi a Craxi”, organizzato da Fondazione De Gasperi e Fondazione Craxi

C’è stato chi, come Sergio Romano sul Corriere della Sera di pochi giorni fa, ha chiesto il pensionamento della Nato. E chi invece, alla luce della macro esperienza di uno statista come Alcide De Gasperi, ne ha spiegato utilità e prospettive alla luce sia del portato storico italiano che delle contingenze attuali. Fondazione De Gasperi e Fondazione Craxi hanno dato vita a un denso dibattito ieri al Centro Studi Americani, con la chiara intenzione sia di scomporre la tesi di De Gasperi sul futuro atlantico dell’Italia (“è un referendum tra un avvenire di libertà e un futuro di oppressione”), sia di analizzare in filigrana il rapporto tra Roma e Washington.

Le due sponde dell’Atlantico

Una storia di amicizia tra Italia e Usa, l’ha definita Angelino Alfano, presidente della Fondazione De Gasperi, con il fondatore della Dc accolto “non da vinto, ma da amico”. Un passaggio, quello del rapporto tra le due sponde dell’Atlantico che ha subito non solo attacchi diretti, come una proposta di legge nella scorsa legislatura che mirava all’uscita unilaterale dell’Italia dalla Nato, ma anche tentativi di destabilizzazione nel corso della guerra fredda. Lo ha ricordato Margherita Boniver, presidente della Fondazione Craxi, quando ha citato un articolo apparso sulla stampa internazionale nel bel mezzo delle tensioni tra i due blocchi sulla presunta poca influenza italiana, a cui ha replicato osservando che non è “necessario essere una super potenza per esprimere una grande politica estera”. La traccia indicata da Boniver è che “siamo partner di Usa e Nato, ma senza dimenticare la dignità della nostra esistenza”.

Il concetto di Europa

Perché le analisi di De Gasperi rappresentano una pietra miliare tanto dell’europeismo quanto dell’atlantismo? Perché, come osservato dalla professoressa Daniela Preda, colui che gestì il passaggio da monarchia a Repubblica spiegò nel merito, sin dall’inizio del Piano Marshall, quale fosse il collegamento tra un piano che andava legato, in parallelo, con la costruzione di una comunità di lungo respiro e come potesse intersecarsi con il concetto più intimo di Europa, comprendendo tre aspetti strategici: difensivi, economici e politici. Concetti che, oggi, si ritrovano al centro del dibattito mondiale proprio alla luce di emergenze schivate in passato e contingenze belliche/geopolitiche attuali.

“Se si perde la memoria si perde il futuro”, ha ammonito in questo senso il presidente della Commissione Esteri della Camera, Giulio Tremonti, al fine di guardare alla storia dell’euroatlantismo per non smembrare il peso specifico dell’Europa dinanzi ai decisori, in un momento caratterizzato dalla pregnante esigenza di analizzare, mediare e decidere. Quindi evitare di farsi trovare impreparati dinanzi ad eventi di portata straordinaria come la guerra in Ucraina.

Da Kiev e Pechino

Molti sono stati colti di sorpresa dalla guerra, ha ammonito il presidente della Commissione Affari Ue del Senato, Giulio Terzi di Sant’Agata, secondo cui il dossier ucraino deve essere da monito per non incorrere nello stesso schema. Il riferimento è alla Cina, il cui ruolo proiettato verso l’Europa e verso l’occidente “è stato sottovalutato sin qui da molti”. La soluzione dunque è da ritrovarsi, secondo l’ex ministro degli Esteri e ambasciatore, nell’utilizzo di un Global Gateway che sia competitivo ed efficace da parte dell’Ue. Con la postilla geopolitica rappresentata dal cono di attenzione che, oggi, gli organi che azionano le politiche euroatlantiche devono mettere in campo verso il sud del globo. Il riferimento, veicolato dall’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, è alle minacce che giungono da sud, verso le quali la risposta che l’Italia può mettere in campo sarà determinante.

@FDepalo



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