In linea con la scelta fatta nell’aprile scorso nei confronti di Abu Dhabi, il Consiglio dei ministri “ha attestato che l’esportazione di bombe e missili” verso Riad “non ricade” nei divieti stabiliti dalla legge. I paletti decisi tra il 2019 e il 2020 sono “venuti meno”
In linea con la scelta fatta nell’aprile scorso nei confronti degli Emirati Arabi Uniti, il Consiglio dei ministri “ha attestato che l’esportazione di bombe e missili verso l’Arabia Saudita non ricade nei divieti di esportazione” stabiliti dalla legge, “essendo conforme alla politica estera e di difesa dell’Italia”. Le motivazioni per le precedenti limitazioni, decretate tra il 2019 e il 2020, sono “venute meno”.
“Il contesto regionale in Yemen è cambiato, a cominciare dagli sviluppi sul terreno”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. “Da aprile 2022, anche grazie alla tregua convenuta tra le parti, le attività militari sono fortemente rallentate e circoscritte. La significativa riduzione delle operazioni belliche comporta un’attenuazione altrettanto significativa del rischio di uso improprio di bombe d’aereo e missili, in particolare contro obiettivi civili. Riad ha portato avanti una intensa attività diplomatica a sostegno della mediazione delle Nazioni Unite e al contempo ha agito anche sul fronte economico e dell’assistenza umanitaria in maniera determinante”.