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Francia malata e Meloni promossa. I voti di Le Figaro

Il quotidiano francese paragona la situazione di Roma con l’Eliseo, alle prese con una serie di criticità interne dopo la riforma del sistema pensionistico: “È la Francia di Emmanuel Macron, e non l’Italia, a trovarsi isolata politicamente in Europa come nell’ambito delle democrazie occidentali. Giorgia Meloni? Ha smentito chi ne prevedeva il fallimento”

Un altro endorsement vergato da Le Figaro per il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo quello del febbraio scorso dedicato ai conti pubblici e alla manovra. Questa volta il quotidiano francese mette l’accento su come la premier sia riuscita a smentire chi ne prevedeva il fallimento, mentre la grande malata d’Europa è la Francia di Emmanuel Macron: una presa di posizione netta che segue quelle apparse su tutta la stampa internazionale più autorevole, come il Washington Post, The Times, Wsj, Economist, Frankfurter Allgemeine Zeitung.

In un editoriale firmato da Nicolas Baverez si legge che il primo merito di Meloni consiste nell’aver “accettato la realtà consistente nel fatto che l’Italia, incapace di trattare i propri mali, può salvarsi solo attraverso l’Europa”. In questo senso ha inoltre “saputo valorizzare il suo status di prima donna presidente del consiglio”, si è “servita della debolezza e delle divisioni dell’opposizione e può poggiare su solide performance economiche ereditate dal predecessore, Mario Draghi“. Il tutto ha portato ad un debutto per Giorgia Meloni che il foglio conservatore francese definisce “riuscito”, ottenuto grazie “alla sua moderazione nell’esercizio del potere e alla sua conversione all’Unione europea che (in passato) non cessava di denunciare”.

Spazio anche alle iniziative di politica interna, come la decisione di presidenzializzare le istituzioni, razionalizzare la decentralizzazione, eliminare il reddito di cittadinanza per 1,5 milioni di famiglie oltre a decidere lo stato d’emergenza per l’immigrazione: si tratta di un “europopulismo pragmatico all’esterno e radicale all’interno che mostra una reale abilità ma non può risolvere i problemi strutturali dell’Italia”, come la crisi demografica segnata dalla diminuzione della popolazione a 58,85 milioni di abitanti e l’esilio dei giovani.

I dati macroeconomici accostati a questo scenario parlano di una stagnazione del Pil inferiore del 3,5% al suo picco storico, dell’economia sommersa che rappresenta una zavorra, del crollo del tenore di vita del 10% in dieci anni, delle disparità tra nord e sud, del debito pubblico di 1760 miliardi di euro.

Tutti elementi che caratterizzano da sempre la situazione italiana e che farebbero propendere per una situazione di emergenza assoluta, mentre invece Baverez usa per mettere allo specchio Palazzo Chigi e l’Eliseo quando certifica che è “la Francia di Emmanuel Macron, e non l’Italia, a trovarsi isolata politicamente in Europa come nell’ambito delle democrazie occidentali, e a mostrarsi, per i nostri partner e i nostri alleati comuni, e per i mercati, come l’uomo malato del continente”.


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