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Tutti i paletti di Descalzi sul gasdotto Eastmed

Il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera Paolo Formentini a Formiche.net: “Auspichiamo che Israele riesca a continuare nel dialogo con la Turchia. Per cui le parole di Descalzi non ci hanno sorpreso. Se ultimato, il gasdotto connetterebbe quattro democrazie: sarebbe questa un’altra delle novità e dei punti di forza di EastMed”. Israele e Cipro verso un mini gasdotto comune

Mentre il numero uno dell’Eni Claudio Descalzi in Commissione esteri certifica che il gasdotto Eastmed non potrà vedere la luce senza che Ankara vi partecipi, resta aperto il dibattito non solo sulla parte infrastrutturale del progetto, ovvero la costruzione stessa del gasdotto, ma anche sul ruolo strategico dell’Italia e sull’accelerazione che, ad esempio Israele e Cipro, stanno dando al dossier energetico. I due Paesi hanno trovato un accordo per un mini gasdotto tra le due coste, un punto di inizio per sfruttare i copiosi giacimenti presenti nel Mediterraneo orientale.

Perché si può fare

“La mia opinione l’ho esplicitata nel testo della risoluzione – dice a Formiche.net il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera,  Paolo Formentini – auspichiamo che Israele riesca a continuare nel dialogo con la Turchia. Per cui le parole di Descalzi non ci hanno sorpreso, anzi il concetto chiave enunciato è fattibile”.

Si tratta di un’analisi che apre uno spiraglio oggettivo rispetto ad alcune chiusure che erano state manifestate mesi fa? Secondo Formentini occorre tenere presente la necessità dell’Italia di diversificare le fonti ma anche le rotte: “Questo secondo aspetto lo abbiamo più volte sottolineato, ricordo che questa è la seconda risoluzione che presento visto che la precedente era della scorsa legislatura quando non si era arrivati al voto per la fine della legislatura stessa. Invece su questa sono fiducioso. Con l’audizione di ieri si è concluso il ciclo concordato con tutti i partiti. Personalmente ho ribadito il concetto che questo è il gasdotto delle quattro democrazie perché, se ultimato, connetterebbe quattro democrazie: sarebbe questa un’altra delle novità e dei punti di forza di EastMed”.

Descalzi

“Le riserve di gas sono importanti, bisogna capire quanto si possano sviluppare – aveva osservato l’ad del cane a sei zampe audito in commissione – in tutta l’area chi ha una maturità di infrastrutture, sia di pipe che di estrattori, è l’Egitto, mentre Israele le sta costruendo adesso e Cipro sta ancora pianificando. Non possiamo pensare che si possa trovare un accordo tra Israele, Cipro e la Grecia per un pipe, senza che Ankara partecipi. Il progetto tecnicamente è fattibile, ma molto sfidante, a 2.500-3mila metri, una profondità che risponde anche al problema della sicurezza, visto che i pipeline sono vulnerabili quando sono superficiali, circa 60-70 metri, come nel caso del Nord Stream. L’investimento lo fa chi ha il gas, noi non siamo concepiti dall’inizio come shareholder, difficilmente come Italia possiamo partecipare a un accordo politico né possiamo decidere per loro”.

Gasdotto Israele e Cipro

In attesa delle eventuali decisioni su EastMed, i Paesi interessati al gas presente si muovono per utilizzare quelle risorse. Israele e Cipro stanno lavorando a un accordo per costruire un gasdotto che trasporterà il gas naturale da entrambi i Paesi alla nazione insulare del Mediterraneo orientale, dove sarà liquefatto per l’esportazione via nave verso l’Europa (e potenzialmente anche altrove). L’annuncio è del ministro dell’Energia cipriota Giorgos Papanastasiou. Una volta firmato l’accordo, la pipeline potrebbe essere completata in 18 mesi. Al momento sono stati scoperti cinque depositi di gas di notevoli dimensioni al largo della costa meridionale di Cipro. Israele ne detiene 11 il maggiore dei quali è Leviathan, che contiene circa 623 miliardi di metri cubi di gas. A breve il ministro cipriota incontrerà le compagnie energetiche autorizzate a esplorare petrolio e gas all’interno della zona economica esclusiva di Cipro, tra cui la francese Total, l’italiana Eni, ExxonMobil e Chevron per passare alla fase operativa.

Grecia-Egitto

Al via l’interconnessione elettrica sottomarina fra Grecia ed Egitto: il gruppo greco Copelouzos e l’affiliata di Masdar Infinity Power hanno firmato un memorandum d’intesa sugli investimenti congiunti. Si chiamerà Gregy (Green Energy Interconnector) ovvero un collegamento elettrico grazie ad un cavo sottomarino di 3 GW di capacità e la possibilità di trasmissione di energia bidirezionale. Il collegamento è progettato per trasportare solo energia verde dall’Egitto alla Grecia, da cui sarebbe anche inviata ulteriormente in Europa. A tal fine si rendono necessari progetti di energia rinnovabile con una capacità di circa 9,5 GW. La Commissione europea dovrebbe sostenere il progetto, ma solo a condizione che l’Egitto compia progressi. L’obiettivo dichiarato del governo di Al-Sisi infatti è quello di ottenere un totale di 61 GW entro il 2035.

@FDepalo

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