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Intelligenza artificiale, questa (semi) sconosciuta. Il sondaggio di Youtrend

Circa il 60% degli italiani ritiene che l’Intelligenza artificiale vada regolamentata e la stragrande maggioranza dei lavoratori si ritiene impreparata su questi temi. Ben il 55% degli occupati non sarebbe disposta a farsi dare volentieri istruzioni dall’AI sul lavoro. Ecco i numeri della ricerca di Youtrend elaborati per conto della Fondazione Pensiero Solido

Intelligenza artificiale? Questa sconosciuta. La stragrande maggioranza degli italiani non è preparata sul tema e pensa che la politica e le leggi dello Stato dovrebbero intervenire il più possibile, anche vietandone l’uso se fosse il caso, o comunque regolamentando la maggior parte dei casi di utilizzo. Sono questi i due dati salienti che emergono dal sondaggio (svolto con metodologia Cawi tra il 5 e l’8 maggio scorsi) elaborato da You Trend per conto della Fondazione Pensiero Solido, presieduta da Antonio Palmieri, e presentati oggi all’evento milanese della Fondazione.

Ma guardiamo i numeri nel dettaglio. In premessa una nota metodologica: il campione sondato è di 803 intervistati ed è rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione Istat di residenza.

I numeri

Il 54% degli intervistati dichiara di non essere preparata sull’intelligenza artificiale. Una percentuale ancora più alta di intervistati (59%) ritiene che l’AI vada regolamentata. Di contro, per il 28% le leggi dello Stato dovrebbero intervenire poco, limitandosi a regolamentare alcuni casi specifici. O, addirittura non dovrebbero intervenire affatto.

Le sfide del lavoro

Sul fronte occupazionale, tra gli italiani prevale in generale la percezione che l’intelligenza artificiale porterà a un calo complessivo dei posti di lavoro: a pensarla così è il 51% degli intervistati, mentre per il 10% l’occupazione aumenterà e per il 26% i posti di lavoro resteranno più o meno gli stessi anche se cambieranno le mansioni. Tra coloro che temono maggiormente una possibile “sostituzione” sono gli impiegati (56%), gli operai (51%) e i commessi (43%). Tutte professioni che, generalmente, non richiedono un titolo di studio particolarmente elevato. Quelli che invece non sono quasi per nulla preoccupati di un’eventuale sostituzione sono gli artisti (solamente il 24%) e gli imprenditori (26%).

Vantaggio o svantaggio?

La maggioranza degli occupati (55%) non sarebbe inoltre disposta a farsi dare volentieri istruzioni dall’intelligenza artificiale sul lavoro (mentre il 37% sì), sebbene il controllo e la valutazione automatica siano comunque percepiti più come un vantaggio (47%) che come uno svantaggio (30%), e questa percezione di vantaggio aumenta soprattutto tra i giovani e i laureati.

I profili

Solo una minoranza degli occupati si sente aiutata (23%) o all’opposto minacciata (21%) dai cambiamenti portati da queste nuove tecnologie, mentre la maggioranza (50%) non si sente né aiutata né minacciata. Ma, guardiamo nel dettaglio i profili di coloro che si sentono meno disposti a farsi dare istruzioni sul lavoro in ordine all’Ia. Si tratta, secondo lo studio di You Trend, per lo più di donne (64%) e persone residenti al Sud (62%).

 

 

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