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Così l’Italia dovrebbe guardare a Corea e Indo Pacifico. Parla Quartapelle

La vicepresidente della Commissione Esteri della Camera spiega le attività di approfondimento parlamentari organizzate per ottenere un’analisi completa della regione, dalle complessità della penisola coreana alla costruzione della strategia italiana nell’Indo Pacifico

Il dossier coreano è arrivato a Roma. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, si incontreranno a latere del G7 che ci sarà nei prossimi giorni a Hiroshima, dove la Corea del Sud è invitato speciale. A Nigata, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha incontrato ieri l’omologo sudcoreano, Choo Kyung-yo, nella riunione ministeriale del Gruppo dei Sette. Al Parlamento, la Commissione Esteri della Camera ha convocato le feluche sudcoreana e giapponese per audizioni informali sulle attività militari della Corea del Nord.

“La Commissione tratta molto poco i temi asiatici che esulano dalla questione Cina, e dal rapporto Cina-Usa e Cina-Ue”, spiega Lia Quartapelle, deputata del Pd e vicepresidente della Commissione. La presenza dei due diplomatici – per il Giappone l’incaricato d’affari ad interim Tsukasa Hirota e per la Corea del Sud Seong-ho Lee – nasce su idea di Quartapelle.

“Ci sono una serie di tematiche regionali che noi approfondiamo molto relativamente – commenta con Formiche.net la deputata Dem – e partire dalle questioni nella penisola coreana è quasi logico se si pensa all’impegno storico dell’Italia per la non-proliferazione nucleare. Abbiamo preparato una risoluzione parlamentare, che sarà votata prossimamente, in cui dimostriamo l’impegno italiano a condannare le iniziative condotte nell’ambito del programma nucleare della Corea del Nord, una minaccia regionale che può assumere dimensioni ben maggiori. È stata un’occasione importante per ascoltare le attenzioni e le preoccupazioni di quei Paesi direttamente coinvolti”.

Quale è stata la reazione? “Gli ambasciatori sudcoreano e giapponese sono stati estremamente soddisfatti, entusiasti della risoluzione: lo sono stati già semplicemente per l’interessamento, e questo ci fa pensare che potremmo aumentare il peso delle nostre attività”.

Quartapelle è promotrice insieme al collega della Lega, Paolo Formentini, di un altro ciclo di audizioni programmato già tra i lavori della Commissione per “un’indagine conoscitiva sull’Indo Pacifico”. “Sarà una serie di approfondimenti – spiega – da cui trarre gli elementi fondamentali per costruire una strategia italiana per la regione indo-pacifica”.

L’Italia ha intensificato le iniziative nell’Indo Pacifico. Dall’impegno militare – l’invio in missione di Naval Diplomacy di Nave Morosini, ma anche le attività di sicurezza nell’Oceano Indiano occidentale – a quello industriale-strategico con il Gcap, fino a una serie di incontri e discussioni avviate per rafforzare le partnership orientali; come quella con l’India e con il Giappone, o il rafforzamento delle relazioni con la Corea del Sud, le attività col gruppo Asean o con il Vietnam. Tutto mentre il governo italiano si avvia a decidere sul rinnovo o meno del memorandum di intesa per l’adesione alla Belt & Road Initiative cinese.

La necessità di dotarsi di una strategia ampia per la regione, e magari di un inviato speciale, diventa naturale visto l’interessamento, la dimensione del quadrante, la complessità delle attività e dei temi presenti. Diversi altri Paesi europei hanno già provveduto a questo genere di pianificazione.

I responsabili della diplomazia dei Paesi Ue si sono riuniti a Stoccolma sabato 13 maggio con gli omologhi dei Paesi della regione dell’Indo-Pacifico; un incontro che ha fatto seguito alla riunione informale dei ministri degli Esteri in Svezia (il cosiddetto “Gymnich”) che c’è stata venerdì — e in cui si è concordato sulle linee fondamentali della rimodulazione della strategia europea sulla Cina e sulle linee strategiche per l’impegno del blocco nella regione indo-pacifica.

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