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L’Italia (poco) paternale. Il Nanny State Index 2023

Secondo il Nanny State Index, il Paese continua ad avere un atteggiamento liberale per quanto riguarda le politiche sul cibo e le bevande analcoliche e un prelievo fiscale moderato sui liquori, la birra, i prodotti a base di nicotina e i liquidi per sigarette elettroniche

Nell’indice del paternalismo, l’Italia appare come uno dei Paesi più tolleranti. Lo conferma l’edizione 2023 del Nanny State Index, il rapporto sulla regolamentazione degli stili di vita in Europa pubblicata dall’Institute of Economic Affairs ed Epicenter in collaborazione con numerosi think tank europei, tra cui, per l’Italia, l’Istituto Bruno Leoni.

Ebbene, l’Italia mantiene la sua posizione di Paese tollerante con le scelte individuali sugli stili di vita, assicurandosi la 28esima posizione sulle 30. Il Paese continua insomma ad avere un atteggiamento liberale per quanto riguarda le politiche sul cibo e le bevande analcoliche e un prelievo fiscale moderato (per gli standard europei) sui liquori, la birra, i prodotti a base di nicotina e i liquidi per sigarette elettroniche. Questo approccio va riconosciuto, considerando il trend prevalente di misure paternalistiche osservato in Europa. Conseguentemente, l’Italia si trova nella metà bassa (quindi tra i paesi che garantiscono maggiore libertà) dell’indice in tutte e quattro le categorie.

In ogni caso, alcune misure paternalistiche sono in discussione: un divieto di utilizzare sigarette elettroniche al chiuso, la tassa sulle bevande zuccherate e un aumento delle imposte sui liquidi per le sigarette elettroniche. Sebbene dunque l’Italia non sia un paese paternalista, la tentazione di ricorrere a misure restrittive è sempre dietro l’angolo. Ma a chi il primato?

Ancora una volta la Germania è il Paese più libero d’Europa, con il minor numero di restrizioni paternalistiche, seguita da Repubblica Ceca e Italia. La nuova aggiunta all’indice, la Turchia, è attualmente il Paese meno libero in Europa quando si tratta di vietare, tassare e regolare il consumo di cibo e bibite analcoliche, alcol, tabacco e sigarette elettroniche. Norvegia e Lituania occupano il secondo e terzo peggior posto nell’indice di quest’anno.

In conclusione, la maggior parte dei Paesi europei continua a espandere il perimetro e il volume degli interventi paternalistici nella vita quotidiana dei cittadini, attraverso divieti, aumenti delle tasse e regolamentazione pervasiva nei settori ritenuti dannosi per la salute degli individui. L’Italia si distingue come una rara sostenitrice del liberalismo nello stile di vita, contrastando il trend prevalente dell’aumento di misure paternalistiche che attraversa l’Europa.

Riguardo i prodotti del tabacco, l’Italia è in linea col resto dell’Ue. Dal 2005, il fumo è vietato nei luoghi pubblici, includendo anche alcuni parchi, le fermate degli autobus e le spiagge. Il divieto è stato esteso ai veicoli privati in presenza di donne incinte e minori. Tuttavia, l’Italia non ha adottato altre comuni misure paternalistiche come l’obbligo di “pacchetti generici”, il divieto di esposizione dei prodotti o l’obbligo di un prezzo minimo. L’Italia è stato il primo paese Ue a introdurre una tassa sul liquido delle sigarette elettroniche nel 2016, imponendo il più alto tasso in Ue. Successivamente, tale imposta è stata ridotta del 65%, alleviando significativamente le restrizioni sulle sigarette elettroniche in Italia. Il loro utilizzo al chiuso è permesso con alcune eccezioni e non vi sono particolari vincoli sulla pubblicità. Nonostante ciò, la vendita transnazionale di liquidi aromatizzati rimane vietata.

E ancora, i piani per imporre una tassa sulle bevande zuccherate continuano a slittare. Mentre gli sforzi per introdurre questa tassa si sono per ora fermati, c’è chi spinge per un suo ripristino. Le imposte sulle bevande alcoliche in Italia sono relativamente basse. Birra e liquori sono soggetti a una tassazione inferiore al resto dell’Europa e il vino ne è esente, come negli altri paesi sud-europei. Inoltre, la pubblicità degli alcolici in Italia rimane largamente senza restrizioni.

Secondo Christopher Snowdon, responsabile di Iea per il Lifestyle Economics e autore del Nanny State Index 2023 “l’Italia è uno dei Paesi più liberi nell’indice per quanto riguarda regolamentazioni dello stile di vita, ma bisogna tenere alta la guardia. Gli attivisti a favore di politiche paternalistiche spingono sempre per nuove restrizioni alle libertà sociali e l’Italia è tutt’altro che perfetta. È positivo che le imposte sul liquido per le sigarette elettroniche siano state ridotte, ma andrebbero rimosse completamente. Non fanno altro che male.”


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