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Lo Speaker McCarthy vola a Roma da Meloni. Ecco i dettagli della visita

Il presidente della Camera statunitense sarà nella città eterna per incontrare il presidente del Consiglio e della Repubblica. Arriva con una delegazione bipartisan del Congresso dopo aver visitato Israele, Giordania ed Egitto. La tappa italiana sarà importante per discutere di Mediterraneo e Cina. Inoltre, le origini italo-americane di McCarthy (come Pelosi)…

Dopo Israele, Giordania ed Egitto lo Speaker repubblicano della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Kevin McCarthy, sarà in Italia il prossimo 4 maggio per incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Giorgia Meloni (oltre al presidente della Camera, mentre è in attesa di conferma da quello del Senato). Una visita densa di contenuti e contingenze: guida una delegazione del Congresso e va salutata positivamente la scelta di includere Italia in un tour che sarebbe dovuto essere “solo” mediorientale. Saranno dunque il Mediterraneo e la Cina i due macro temi della delegazione (il tutto a pochi mesi dalle primarie del Gop e in attesa della possibile visita a Washington del presidente del Consiglio italiano).

A quattro mesi dalla sua nomina a presidente della Camera, McCarthy è impegnato in un giro di orizzonti in settori chiave della geopolitica a cavallo tra due quadranti assolutamente strategici come quello euromediterraneo e quello mediorientale. La sua iniziativa come Speaker di costituire la Commissione Speciale sulla Cina rappresenta un elemento estremamente caratterizzante, sul quale coagulare interessi e partnership. Un mese fa infatti McCarthy aveva ricevuto in California il presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, proprio mentre l’isola autogovernata veniva circondata da numerose navi militari cinesi.

Ieri da Gerusalemme, giunto domenica scorsa alla testa di una delegazione bipartisan del Congresso di cui fa parte Jimmy Panetta, assieme all’ex leader della maggioranza democratica Steny Hoyer, McCarthy ha assicurato di voler continuare a sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina, respingendo precedenti illazioni secondo cui la nuova maggioranza della Camera potrebbe ridurre gli investimenti militari e finanziari statunitensi. Poco prima aveva pronunciato un discorso al Parlamento israeliano, aggiungendo che se il leader israeliano Benjamin Netanyahu non sarà invitato ufficialmente alla Casa Bianca, provvederà a lui ad invitarlo alla Camera (“È un caro amico, come primo ministro di un Paese con cui abbiamo i legami più stretti”), mentre in giugno sarà a Washington il presidente israeliano Isaac Herzog a parlare davanti a entrambe le camere del Congresso per celebrare il 75° anniversario di Israele.

A Roma sarà interessante capire come costruire un’intesa istituzionale tarata su Mare Nostrum e Cina, alla luce dei nuovi equilibri conservatori che si stanno delineando, poggiando sulle comuni visioni su Taiwan, sullo spirito di reazione del blocco euroatlantico nei confronti di Mosca e su uno sfondo caratterizzato dalle policies ad hoc nell’indopacifico, area chiave dove anche l’Italia sta manifestando tutto il suo impegno, come dimostra tra le altre cose la recente visita di Giorgia Meloni dal primo ministro Narendra Modi.

Il nuovo Speaker vanta inoltre un’origine italiana per via del nonno paterno, Palladino, di Campobasso di cui il certificato di arrivo a Ellis Island è dallo Speaker esposto in bella mostra nel suo ufficio alla Camera, passaggio di cui lo stesso McCarthy ha fatto cenno direttamente al Capo dello Stato italiano in occasione della sua visita negli Usa dell’ottobre 2019: quando strinse la mano a Mattarella, lo Speaker disse testualmente: “Signor Presidente, la saluta il nipote di un immigrato italiano”.



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